Autostrade, aumento dei pedaggi: una misura inopportuna e impopolare
L’1,5% in più delle tariffe annunciato da ASPI rappresenterebbe un’ulteriore mazzata per le tasche dei consumatori: e Assoutenti promette battaglia.
Milioni di utenti in Italia si troveranno molto presto a dover fare i conti con gli aumenti dei pedaggi autostradali. Una vera e propria mazzata che sta per abbattersi sul capo di famiglie e imprese, già strette strette fra rincari di generi alimentari, bollette dell’energia e carburanti. La notizia è purtroppo questa: da fine giugno 2022, ASPI-Autostrade per l’Italia si prepara a “ritoccare” al rialzo il costo dei pedaggi dell’1,5%.
Un aumento percentuale in effetti non elevatissimo, tuttavia – come insegnava Totò – è la somma che fa il totale. Ma andiamo con ordine, analizzando tutti i motivi che hanno portato la dirigenza di Autostrade per l’Italia a decidere l’aumento dei pedaggi.
Autostrade, aumento pedaggi: un adeguamento necessario
L’1,5% in più sulle tratte gestite da ASPI viene motivato dai “piani alti” di Autostrade per l’Italia come un adeguamento ai rincari dei costi per l’energia e le materie prime, che a quanto pare hanno riguardato anche la Società che gestisce la rete autostradale italiana. Nei mesi scorsi, la quasi totalità della rete (il 98%) era restato al di fuori degli adeguamenti alle tariffe che di solito vengono adottati all’inizio di ogni anno.
Unica eccezione, come si ricorderà, un tratto della A21 Torino-Piacenza-Brescia sotto la gestione di Autovia Padana SpA: solamente 105 km sugli oltre 6.000 km che compongono il tessuto autostradale italiano a pedaggio.
Aumento tariffe, ASPI: “Pedaggi rimasti immutati dal 2018”
Come si accennava in apertura, a causa dei rincari che hanno interessato l’energia e le materie prime i vertici di Autostrade per l’Italia ad aumentare dell’1,5% il costo dei pedaggi.
Roberto Tomasi, amministratore delegato di ASPI, ha precisato in un evento che si è svolto a Firenze come il rincaro dei pedaggi sia in realtà piuttosto esiguo, e per di più negli ultimi quattro anni le tariffe non erano state toccate:
Parliamo davvero di poco: siamo in discussione con il Ministero. Tengo a ricordare che le nostre tariffe sono rimaste bloccate dal 2018, mentre in questi primi sei mesi del 2022 abbiamo riscontrato un importante incremento dei costi dei materiali: gli aumenti variano in media fra il 20% e il 30%.
Aumento pedaggi in fase di discussione con l’Authority
È doveroso precisare, come del resto puntualizza la stessa Autostrade per l’Italia in una nota, che il rialzo dell’1,5% dei pedaggi autostradali è in fase di istruttoria: la decisione definitiva verrà presa dalle Autorità competenti. Si può tuttavia dare come ragionevolmente prevedibile il rialzo delle tariffe sulla base del calmiere fissato dalla Authority nazionale di Regolazione dei Trasporti.
Rialzo pedaggi: una nuova tegola sulla testa dei consumatori a ridosso delle vacanze estive 2022
Se l’aumento dei pedaggi verrà adottato, decine di milioni di utenti italiani (ai quali vanno ad aggiungersi i turisti) dovranno affrontare un ulteriore sforzo economico. A dirla tutta, si ritiene inopportuno l’aumento dei pedaggi, annunciato proprio a ridosso delle vacanze estive 2022 sebbene sia ancora da rendere operativo, e per quanto in proporzione basso rispetto alle raffiche di rincari (di ben più elevato tenore) che hanno interessato il cibo, le materie prime e i carburanti e per i quali una soluzione di calmiere che sia strutturale non accenna a manifestarsi. Tant’è vero che alcune Associazioni di difesa dei consumatori hanno già iniziato a preparare battaglia.
Aumento pedaggi, Assoutenti: “Rincari ingiustificati, faremo ricorso al Tar”
Assoutenti ha, a questo proposito, definisce “Ingiustificati” gli aumenti delle tariffe autostradali, e già annunciato in una nota che darà battaglia ad ASPI:
Qualsiasi aumento delle tariffe autostradali per la rete di Aspi sarà impugnato da Assoutenti dinanzi al Tar del Lazio, al fine di bloccare incrementi vergognosi dei pedaggi che non appaiono in nessun modo giustificati.
Furio Truzzi, presidente di Assoutenti, dichiara che ad essere improponibile non è tanto l’aumento dei pedaggi, quanto solamente l’idea di ritoccare le tariffe al rialzo: gli automobilisti, osserva, sono già costretti a dover pagare per un servizio (le autostrade, appunto) che come condizioni di utilizzo sarebbe al contrario da diminuire nei prezzi, anziché aumentarli:
Anche solo l’idea di aumentare il costo dei pedaggi sulla rete Aspi è improponibile. Gli automobilisti che utilizzano l’infrastruttura autostradale pagano ogni giorno il prezzo di un servizio in netto peggioramento, tra cantieri, ritardi, traffico e criticità varie, e proprio in tal senso e per la logica del price-cap le tariffe dovrebbero diminuire, non certo aumentare. Senza contare che Aspi è oramai tornata in mano pubblica con il passaggio alla guida di Cassa Depositi e Prestiti.
Tariffe pedaggi autostradali: occorre l’ok dell’ Autorità di Regolazione Trasporti
Va detto che in seguito all’entrata in vigore del “Decreto Genova” rivolto soprattutto alla messa in sicurezza delle infrastrutture, il calcolo delle tariffe di pedaggio autostradali è sottoposto ad una serie di regole ben precise: le società concessionarie, per dire, non possono decidere in maniera arbitraria gli aumenti dei pedaggi. Occorre che le società in concessione (come, nel caso specifico, Autostrade per l’Italia) ottengano il “via libera” dall’Autorità di Regolazione dei Trasporti. Per questo, come conferma ASPI, la questione dell’aumento dell’1,5% delle tariffe autostradali è in fase di discussione con il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili.