Auto elettriche: anche Verona dice stop alle colonnine gratuite
Le intenzioni, anche più nobili, sono costrette, prima o poi, a fare i conti con la realtà. Succede pure nell’universo automotive.
Certi limiti della transizione ecologica stanno venendo a galla, con maggiore vigore, in questi giorni, complice l’incremento dei costi energetici. L’ascesa delle tariffe ha spinto alcuni Comuni a rivedere le loro strategie, dopo aver puntato sulla ricarica gratuita per le auto elettriche, al fine di promuoverne la diffusione sul loro territorio.
Servizi sempre più gravosi
I rincari della bolletta registrati negli ultimi tempi hanno reso insostenibile, sul piano finanziario, l’erogazione gratuita della ricarica per le vetture a batteria. Qualche tempo fa era toccato a Rivolta d’Adda fare retromarcia, per imboccare una strada diversa, vista l’impossibilità di sostenere i costi della promozione “free”. A complicare il quadro ci hanno pensato i residenti di altri Comuni, che si sono recati nel suo territorio, per giovarsi del rifornimento gratuito.
Si ridimensiona la politica green
Ora tocca a Verona rinunciare alle colonnine a costo zero per le auto elettriche. La società nata dalla fusione di Agsm ed AIM è stata costretta dai fatti a rendere onerosa la ricarica nei circa 50 punti di erogazione della città, con una tariffa di 0.56 euro per kWh. Non ci vuole molto a capire come questo abbia generato un certo malcontento in chi usa i mezzi a propulsione “verde”.
Auto elettriche: ancora tanti dubbi
I tempi sono ancora poco maturi per la transizione ecologica nell’universo a quattro ruote. La tecnologia, nel suo insieme, non è ancora in grado di dare le risposte che gli utenti si aspettano. I nodi stanno venendo al pettine e le forzature legislative non fanno altro che amplificarli. Ancora sono poche le auto elettriche in circolazione e già si palesano molte difficoltà. Fra queste anche il rischio code alle colonnine prese maggiormente d’assalto. Visti i tempi di ricarica necessari per ciascuno veicolo, si rischia di dover prendere una stanza in un bad & breakfast, per “ingannare” l’attesa.
Fonte | Quattroruote