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WRC: Kalle Rovanpera è campione del mondo

Scopri il nuovo fenomeno del WRC che ha avuto trascorsi in Italia.

Il WRC ha un nuovo campione, un predestinato di quelli veri, che ha bruciato tutte le tappe, e che nel rally di Nuova Zelanda ha conquistato il mondiale a soli 22 anni ed 1 giorno. Il suo nome è Kalle Rovanpera, e per un po’ ha guidato anche in Italia.

WRC: la nuova stella si chiama Rovanpera

Nel WRC non ci si inventa piloti, lo si diventa, giorno dopo giorno, rischiando molto ad ogni curva. Le immagini di Kalle Rovanpera, ancora bambino, che domina una vettura da rally con il talento di un veterano hanno fatto il giro del mondo. Ma anche nel calcio è pieno il mondo di ragazzi capaci di palleggiare come dei campioni, il discorso è quanto diventeranno forti da grandi.

Ecco, Rovanpera a 22 anni ed 1 giorno si è laureato campione del mondo rally. Loeb, il cannibale, con i suoi 9 mondiali in bacheca, ha dovuto spegnere 30 candeline prima di arrivare a tanto, e anche Ogier, il secondo più titolato di sempre, con 8 titoli, ha aspettato di compiere 29 anni prima di centrare il mondiale. Anche un mostro sacro come McRae non arrivò così presto al successo, visto che il suo primo mondiale giunse a 27 anni. Il merito del meraviglioso percorso di Kalle è dovuto anche alla gestione di una carriera priva di sbavature. Tutto inizia nel 2016 con il titolo in Lettonia, prosegue con un corso accelerato sull’asfalto italiano nel 2017, dove riceve preziose indicazioni da Paolo Andreucci, e, nel 2019 l’esperienza maturata lo porta a vincere il mondiale WRC2 Pro. Nel 2020 debutta nel WRC con lo squadrone Toyota, l’anno successivo centra la prima vittoria, ed in questa stagione trionfa nel mondiale. Ne sentiremo parlare a lungo: questa è una certezza.

Un rally vinto con autorità

Rovanpera poteva laurearsi campione in questa stagione del WRC anche con un quarto posto, ma in Nuova Zelanda ha voluto fare di più nella power stage finale. Infatti, ha corso con la grinta del ragazzo voglioso di prendersi tutto, rispondendo agli attacchi precedenti di Tanak, unico pretendente in questa stagione, ed al ritorno di un Ogier mai domo. Risultato? Vittoria della prova e del rally, ed un trionfo maturato con quella carica agonistica che hanno solamente i veri campioni. Il fatto che al secondo posto della corsa troviamo Ogier, l’ultimo grande campione dopo Loeb, è una sorta di passaggio di consegna, un cambio generazionale annunciato, il segno che si è entrati ufficialmente nell’era Rovanpera.

C’è bisogno di più costruttori per interrompere il dominio Toyota

Le problematiche di affidabilità della Hyundai nel mondiale WRC 2022 hanno praticamente spalancato le porte del successo alla Toyota. Lo squadrone del Brand giapponese ha vinto 6 delle 11 gare disputate fino ad ora e potrebbe benissimo aggiudicarsi anche le 2 restanti. Alla Hyundai sono andate 4 gare, con 3 vinte da Tanak ed 1 da Neuville. Mentre la Ford ha dovuto accontentarsi della gara d’apertura a Monte Carlo in cui Loeb è stato bravo e fortunato. Ecco, con questa situazione il WRC rischia diventare un feudo Toyota e, dopo il ritiro di Citroen, si sente la mancanza di un altro costruttore. Oltre tutto, le Ford Puma Rally1 sono gestite dal team M-Sport ma non godono di quell’appoggio totale della Casa di cui avrebbero bisogno. Si sente la mancanza di un Brand italiano, i tempi della Lancia Delta Integrale sono lontani anni luce. Ma comunque, si avverte l’assenza di altri marchi che possano riportare le corse su strada ai fasti di una volta. C’è una certa nostalgia per i tempi in cui c’erano Ford, Subaru, Mitsubishi, Toyota e Peugeot, tanto per citare delle stagioni entusiasmanti, con diversi pretendenti alla vittoria finale e gare sempre incerte fino alla fine. Adesso, tranne qualche exploit di Tanak, o di Neuville, che ci mettono del loro gettando il cuore oltre l’ostacolo, lo squadrone Toyota è un’armata quasi imbattibile.

Un campione come Rovanpera meriterebbe degli avversari con vetture all’altezza della sua, e non basta che ogni tanto arrivi Ogier in qualche gara per gettare sul piatto del mondiale il duello tra la nuova e la vecchia generazione. Anche Loeb non può essere la risposta, a chiamata, di Ford. C’è bisogno di una vettura che possa vincere, c’è necessità di un maggiore equilibrio in un mondiale che rischia di diventare, sempre che non lo sia già diventato, come la MotoGP, dove la Ducati imperversa in maniera quasi imbarazzante.

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