Horacio Pagani: l’uomo dei sogni
Dall’Argentina all’Italia per creare le sue supercar con i miti di Fangio e di Leonardo.
Horacio Pagani è un personaggio unico, l’uomo dei sogni, che è riuscito a creare ciò che aveva immaginato: la supercar perfetta. Eppure la sua storia racconta dell’incrollabile determinazione che l’ha portato al successo unendo genialità e passione.
Horacio Pagani: l’amicizia con Fangio e l’ispirazione di Leonardo da Vinci
La vita di Horacio Pagani si fonde con quella di Juan Manuel Fangio, il connazionale che conquistò ben 5 mondiali di F1, e che detenne il record fino all’era di Michael Schumacher. Infatti, è proprio l’amicizia con il campione del volante ha spingere il giovane Horacio in Italia dopo 5 lettere ad altrettanti personaggi di spicco dell’automotive. Fangio intravide da subito le qualità di Pagani e lo consigliò ai marchi leggendari della storia dell’auto italiana.
Approdò, a Sant’Agata Bolognese, in Lamborghini, dove prese particolare dimestichezza con la fibra di carbonio e partecipò alla realizzazione dell’ultima Countach, quella del 25esimo anniversario. Ma nella sua mente Horacio aveva sempre ben impressa l’immensa opera di Leonardo da Vinci, sua fonte d’ispirazione perenne, che più avanti lo contagerà nella realizzazione delle sue auto ad alte prestazioni. Infatti, Pagani è sempre stato convinto che arte e scienza possano seguire un cammino comune.
Dalla Zonda alla Utopia: i suoi capolavori
Dallo studio sulla fibra di carbonio Horacio Pagani imparò molto, al punto da diventare imprenditore per realizzare delle componenti in materiale composito. Ma il passaggio successivo fu quello di trasformarsi in costruttore, anche grazie alla collaborazione con la Mercedes che gli fornì i motori, e che oggi costruisce i propulsori a Marchio Pagani con specifiche fornite dall’azienda di San Cesario sul Panaro. Così, nel 1999, al Salone di Ginevra, fu presentata la Zonda, la prima opera di Horacio, che stupì pubblico ed addetti ai lavori per via delle sue caratteristiche e di una linea unica ispirata alle vetture di Gruppo C che correvano nelle corse di durata, come la Mercedes C11 condotta da Michael Schumacher.
I particolari realizzati dal pieno, il cambio manuale, l’utilizzo profuso della fibra di carbonio, i quattro scarichi riuniti, ed il V12 da 6 litri ne decretarono il successo. Nel tempo, ne furono realizzate diverse varianti, sempre in piccoli numeri, tra cui la F, in onore di Fangio. La potenza è cresciuta in proporzione alla cilindrata, passando gradualmente da 400 CV ad 800 CV. Nel 2011 la Zonda lasciò il testimone alla Huayra, che adottò la doppia sovralimentazione da subito, partendo da 730 CV, fino superare gli 800 CV delle ultime versioni. Ma la particolarità dell’auto nata dopo la Zonda fu il debutto dell’aerodinamica attiva.
Con il tempo la Huayra è stata affinata a livello aerodinamico fino a raggiungere il massimo del suo sviluppo con la variante coda lunga da 840 CV con cofano allungato di 360 mm. Adesso, la produzione dell’atelier di San Cesario sul Panaro è rivolta all’ultima creazione di Pagani, la Utopia. Una supercar con telaio in carpo-titanio, rollbar integrato a scomparsa, e con pannelli della carrozzeria ridotti al minimo. Il motore è un V12 6.0 biturbo da 864 CV, mentre il cambio, per la prima volta nella storia del Brand, può essere anche automatico, a discrezione del cliente.