Toyota Prius: vent’anni di sfide, contro tutti
L’ibrida Toyota: una sfida lunga vent’anni.
Vedo, dopo la pubblicazione del report sul primo test drive della Prius che trovate nelle pagine successive, che lo scetticismo corre sulla Rete. Tutto previsto, naturalmente, tanto che ne avevo già fatto cenno nel primo post.
La conferma è arrivata rapidamente da alcuni commenti dei lettori. Non è mio compito difendere i costruttori o le soluzioni tecniche scelte, il consumatore è “sovrano” e libero di giudicare secondo le proprie conoscenze e possibilità e naturalmente di fare le proprie scelte. A me e a noi tutti di Autoblog, il compito di esporre quanto ci risulta esaminando le auto, provandole e dialogando con i dirigenti e i tecnici delle Case oltre a inquadrare i nuovi fenomeni e le evoluzioni tecnologiche nel contesto storico e attuale.
Detto questo, forse non sono stato chiaro nel raccontare la prima esperienza a bordo della nuova Prius e le sue prospettive di ulteriore evoluzione dopo i primi vent’anni di lavoro, ricerche e sviluppo di Toyota.
Uno per tutti, Erodoto scrive (è il primo commento che potete leggere per intero a fine post):
“Sarà ma continuo a dubitare” L’ibrido sarà certamente il futuro, ma tutte le vetture ibride attuali sono pesanti e con poca autonomia elettrica. Il problema quindi sono le batterie, poco efficienti o troppo costose e non sarà certamente incrementando la produzione che ridurrà il prezzo, anzi.
Diciamo che i dati forniti in relazione ai consumi e alle relative emissioni sono indiscutibilmente un ulteriore passo avanti seppur non definitivo, com’è stato fino ad oggi per ognuna delle quattro edizioni fin qui proposte. E’ vero che il motore 1.8 non è (ancora) cambiato anche se ora nella combinazione con l’elettrico offre meno cavalli di potenza, da 136 a 122, ma migliori prestazioni. Ed è anche vero che la batteria agli ioni di litio non sarà ancora immediatamente disponibile in Europa ma solo negli Stati Uniti.
Tempo al tempo, arriverà, ma vanno considerate le condizioni dei mercati in relazione alla diffusione e ai costi sopportabili in ognuno di essi. Negli Usa la diffusione della Prius per ora è molto più ampia che da noi… Non vado oltre, ma vorrei ricordare una volta di più che la formula ibrida rimane al momento il miglior “compromesso” come ho già scritto.
Si è trattato di una innovazione preziosa che continuerà a migliorare pur avendo raggiunto già oggi un livello più che positivo riuscendo a convincere, seppure in tempi lunghi, tutti i costruttori mondiali, primi scettici storici. Il capitolo estetico, cioè il design certamente discutibile, viene obiettivamente in seconda linea per quanto importante, ma tra involucro e contenuto tecnologico credo che il secondo conti molto di più in casi come questo di trasformazioni “epocali”.
Correva l’anno 1997
Dunque, Toyota Prius vent’anni dopo, o quasi. Per l’esattezza sono passati 18 anni da quando nel 1997 fu presentata in Giappone la prima edizione di quell’auto “strana” in tutto, dall’estetica tutt’altro che attraente con due motori che la spingevano, uno tradizionale a benzina e uno elettrico.
Unica nel suo genere, la prima auto ibrida messa in produzione con obiettivi ambiziosi era una risposta concreta al dibattito mondiale che infuriava già da tempo intorno all’allarme ambientale. In più la necessità, fra le altre, di ridurre le emissioni nocive mentre il primo Protocollo di Tokyo era stato firmato nel 1988 pur con posizioni ambigue da parte di molti Paesi. Alla Casa Bianca c’era Bill Clinton meno convinto del suo vice Al Gore che diventerà invece un vero alfiere dell’ambientalismo destinato a crescere fino a diventare quasi una religione soprattutto in Stati come la California. Il mondo dell’auto intanto fingeva di lavorare sull’auto elettrica (spesso con i soldi pubblici) annunciando tuttavia tempi di sviluppo molto lunghi.
Un’intuizione storica. E vincente
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In mezzo a tanta colpevole “distrazione” le cui conseguenze sono oggi sotto i nostri occhi, i giapponesi di Toyota puntarono denaro ed energie sull’ibrido, inteso allora come un compromesso-ponte fra motori termici e avveniristici propulsori elettrici. Rimasero isolati e spesso derisi dai “colleghi” costruttori, avviando con convinzione la lunga e solitaria marcia senza interrompere mai lo sviluppo e l’affinamento di quella inedita formula difficile spesso, nella sua unicità, anche da trasmettere al pubblico inevitabilmente impreparato per un verso e influenzato dalle pesanti campagne conservatrici di tutti i concorrenti.
Oggi Toyota è leader indiscussa con i suoi otto milioni e mezzo di auto ibride vendute in 90 Paesi mentre via, via salvo rare eccezioni tutti i competitors hanno dovuto riconoscere la validità della proposta giapponese e seguirla a ritmo serrato. Della sola Prius aggiornata e divenuta “più automobile” con la seconda generazione nel 2004 e poi con la terza del 2009, il mercato internazionale ne ha assorbite tre milioni e mezzo. La vettura è oggi leader a suo volta fra 31 modelli Toyota e Lexus, 14 dei quali distribuiti in Europa. Le statistiche dicono anche che il 60% di tutte le ibride prodotte oggi anche dagli altri brand che ne annunciano con enfasi le caratteristiche, sono comunque Toyota. Al punto che il maggior costruttore mondiale, non più in discussione dopo l’incidente di percorso dell’antagonista tedesco, ha finito con il compromettere in buona misura le vendite dei modelli “normali”.
2004/2005: due volte Car of the Year
Ripensando a quegli anni e agli scetticismi di allora, mi torna in mente la fine del 2005 quando la giuria europea del “Car of the Year” di cui facevo parte, assegnò una vittoria schiacciante proprio alla Prius di seconda generazione: 406 voti contro i 267 della seconda classificata, la Citroen C4, e i 228 della Ford Focus, mentre le altre 4 aspiranti, Opel Astra, Renault Modus, Peugeot 407 e Bmw serie 1 nell’ordine, furono letteralmente polverizzate. Fummo sommersi dalle critiche per non dire di peggio in tutta Europa, ma la storia a volte fa giustizia. Senza dire che all’inizio dello stesso anno il risultato era stato identico anche nel caso del North America Car of the year…
Per questo, trovarsi oggi al volante dell’ultima Prius, quarta generazione e inizio di un’era tecnologica del tutto nuova anche per la stessa Toyota, non può che suggerire riflessioni importanti che vanno oltre il nuovo modello, all’indomani del peggior evento che il mondo dell’auto abbia vissuto dalla sua nascita lottando con la riduzione delle emissioni.
Se ve lo siete perso, nelle prossime pagine le impressioni di guida, listino prezzi e scheda tecnica.
Nuova Toyota Prius – Primo contatto su strada
Dopo il debutto al Salone di Francoforte nel Settembre scorso e ai successivi Motor Show di Tokyo e Detroit la nuova Toyota Prius, quarta edizione dell’ambasciatrice indiscussa dell’auto ibrida nel mondo, ha concluso il suo battesimo stradale con la stampa internazionale a Valencia.
La bella e famosa città spagnola è diventata da tempo meta frequente per i “test drive” dei nuovi modelli non solo per l’eleganza e le mille attrattive della città che coniuga brillantemente valori storici e sofisticata modernità, ma anche per la eccellente qualità della sue strade cittadine ed extraurbane. Un fattore questo più che influente per apprezzare il meglio e scovare eventuali peccati di nascita di una nuova auto fin qui mai guidata. A maggior ragione apprezzabile nel caso di questa particolarissima inedita della Toyota dalla storia unica per le sue caratteristiche tecnologiche, ispirate al piacere di viaggiare in automobile senza sentirsi colpevoli di danni all’ambiente.
La quarta edizione e il nuovo corso di Toyota
Come sempre, anzi più del solito, il tempo disponibile per il classico primo contatto non è mai sufficiente e lo è ancor meno i casi come questo. La profonda evoluzione e trasformazione di questa ultima Prius meriterà più di un approfondimento: essa segna il confine fra la maturità di una formula da sempre molto speciale e l’inizio di una seconda vita per l’intero marchio.
In poche parole, è tutto nuovo e particolarmente mirato: dal design che di certo farà discutere per la sua inedita quanto provocatoria personalità, lontana dai gusti medi del pubblico, alle dimensioni di 4,54 metri di lunghezza, a tutto ciò che c’è sotto come il pianale definito “GA-C”.
E’ il primo esempio della nuova architettura di progettazione e produzione “TNGA” (Toyota New Global Architecture) su cui verranno realizzati tutti i futuri modelli. Prius 2016 diventa così due volte capofila e sperimentatrice per il grande marchio giapponese cui, piaccia o no, resterà il merito di essere stato a lungo l’unico a dedicarsi davvero a un tema di grande rilevanza sociale e portarlo a dimensione mondiale.
L’ultimo record: 70 g/km di Co2
Tutto nuovo, dicevo, a cominciare dal ruolo della propulsione elettrica cresciuto di netto tanto da consentire accelerazioni molto più pronte e al tempo stesso, con la giusta pratica di guida, di raggiungere i 110 orari a zero consumi ed emissioni.
A proposito di queste ultime il nuovo record è sceso fino ai 70 g/km e i consumi di omologazione indicano i 3 lt/100 km nella media teorica, poco distante tuttavia dai 4 litri o poco più verificati alla buona sul percorso di prova. Quella delle prestazioni offerte dal 1,8 (ciclo Atkinson) che può raggiungere i 180 orari è la prima delle molte novità chiave di questa Prius del tutto inedita anche sotto il profilo dell’abitabilità e del confort di marcia. Il baricentro, ad esempio, è sceso di 2,5 cm mentre la scocca è ora più rigida del 60% (come dire tutta un’altra storia) ed è sostenuta da nuove sospensioni posteriori a doppio braccio oscillante collaudate a lungo su percorsi accidentati.
Prestazioni inaspettate e piacevolezza di guida
Per farla breve ne salta fuori una guida decisamente “soft” e rilassante tanto che la rombosità del motore in accelerazione pur ridotta si fa un po’ sentire nel clima ovattato dell’abitacolo. Che a sua volta offre visibilità anteriore, spazio e comodità sorprendenti, pensando alle vecchie Prius, e uno spazio altrettanto rilevante (457-502 lt) per i bagagli.
Come per il design si può discutere invece di alcuni particolari di allestimento come la plastica bianca utilizzata sul tunnel centrale e alla base del volante che grida vendetta mentre la versione con rivestimento chiaro della plancia diventa addirittura abbagliante. Peccati di gioventù, comunque meno irritante di un navigatore dal software improbabile di certo facile da aggiornare. Non lo dico per fare “sconti” ma solo perché le cose che contano sulla Prius sono quelle appena indicate.
Forse non piacerà poi, ai patiti del super enterteinment, ma per una volta ho apprezzato la minima enfasi su questo fronte compensato invece dalla completa distribuzione di tutto ciò che riguarda la sicurezza e la prevenzione ad ogni tipo di rischio. Perfino il parcheggio autonomo è possibile sia di lato sia lineare.
Con questo nuovo corso, in sostanza, Toyota offre oggi un modello di classe medio alta fortemente competitiva sul piano tecnologico come su quella della migliore funzionalità: se un giorno a Toyota City decidessero di rivedere la filosofia di design potrebbero davvero cancellare definitivamente molte esitazioni dei clienti meno ecologici.
Provare per credere
E’ un pregio, proprio quest’ultimo offerto dalla formula ibrida perfezionata al livello attuale e in continua evoluzione, che malgrado tutto ancora oggi suscita opinioni di incerto scetticismo se non di indifferenza. In sostanza, più che in altri casi il contatto e l’esperienza diretta valgono più di tante letture e descrizioni tecniche per apprezzarne quanto meno i valori pratici e gli evidenti vantaggi economici in fatto di costi di esercizio e manutenzione.
Più volte ho sentito in giro affermazioni del tipo “Sarà ma non ci credo. Mi devono convincere che questo ibrido funziona davvero, già la parola è tutto un programma, sono 10, 15 anni che esiste ma non mi pare che abbia convinto tanti altri più di me…”. Come dire critica preventiva e definitiva senza appello suggerita per anni dal “partito conservatore” dei costruttori che non amano spendere finché non ci sono obbligati.
Una prova fresca di stampa? Il nuovo capo del gruppo Volkswagen Matthias Muller, quello che sta cercando di riabilitare la grande rivale di Toyota (fino a ieri) ha annunciato 20 modelli ibridi di tutte le taglie entro il 2020 e perfino Marchionne che detesta tutto quello che Fiat-FCA non sa o non vuole fare, prevede l’ibrido perfino sulla Jeep.
Insomma, se si vuole almeno seguire i fatti basta un recente titolo di un importante quotidiano che ricorda ”L’inarrestabile corsa all’ibrido” con decine di modelli in arrivo. Con un paio di decenni di ritardo, però.
Il programma di lancio e i prezzi
Mancano pochi giorni ormai ai primi di Marzo quando arriverà definitivamente nelle concessionarie italiane. Speciale “open week end” il 19 e 20 Marzo insieme all’intera famiglia delle ibride di casa Toyota proprio mentre è sempre più attuale il complesso dibattito sulle migliori soluzioni allo spinoso problema dell’inquinamento da gas di scarico. Con due allestimenti, Active e Style, i prezzi saranno rispettivamente di 29.250 e 30.950 che in fase di lancio scenderanno di 1.500 euro a 27.750 e 29.450 euro. Potete comunque trovare tutti i dettagli sul Listino Prezzi Toyota Prius 2016 e sulla Scheda Tecnica nelle prossime pagine.