Zego: in Italia il car pooling condiviso
Si differenzia da Uber in quanto servizio di condivisione di un tragitto. Il servizio è attivo già a aTorino, Padova, Genova e Milano
La differenza sembra sottile, ma in realtà è sostanziale. Già perchè alla base vi è la natura stessa del servizio e, quindi, la sua sopravvivenza. Di cosa parliamo? Di Zego, nuovo sistema di Carpooling urbano istantaneo. Ad un primo sguardo verrebbe da pensare ad un sostituto di Uber, l’applicazione che, sopratutto in Italia, a seguito anche delle proteste dei taxisti, era sbarcato in quel di Torino, salvo poi esser bandito.
Se dal punto di vista formale Zego potrebbe assomigliare quindi all’applicazione californiana, ad un’esame più approfondito vale maggiormente la pena accostarlo ad un sistema in stile Bla Bla Car. Differenza non da poco anche dal punto di vista legislativo.
Già, perchè non più tardi di poche settimane fa, lo stesso commissario europeo per l’economia digitale e la società, Gunther Oettinger, aveva definito la differenza proprio tra Bla BLa Car e Uber, con la seconda definita come “un servizio commerciale nelle aree urbane e in concorso diretto con i taxi”, mentre la prima “non era responsabile di offrire servizi all’interno di un’area, creando una condivisione in maniera professionale ma senza fini commerciali”.
Ma come funziona ed entro quali limiti si muove Zego? Trattandosi di un’app va ovviamente scaricata e registrata con carta di credito o conto prepagato. Il punto nodale riguarda la segnalazione della propria posizione ed attendere il driver più vicino. Fin qui nulla di nuovo, se non fosse che con questa app va inserita la destinazione scelta e, cosa ancor più importante, al termine del servizio, vi è un rimborso, non un pagamento. Si tratta di sottigliezze, sfumature, che fanno però la differenza. Anche perchè esponendo la propria posizione di partenza e – sopratutto – di arrivo, si entra in quel mondo di ‘condivisione’ di un viaggio (come bla bla car appunto) più che di servizio alla Uber.
Che si cerchi di cavalcare questa legittima filosofia è sottolineato anche dall’utilizzo accurato dei termini con cui viene presentata l’applicazione, anche sul sito internet ufficiale. Si parla infatti di “sfruttamento dei posti liberi in auto” e di “condivisione delle spese del viaggio”. Eccolo il nodo gordiano, ecco la summa che porta quindi al rispetto della direttiva europea sul trasporto collettivo. Nessuna prestazione da pagare, ma un rimborso non vincolante.
Ad oggi, il servizio è attivo a Torino, Padova, Genova e Milano. Sono ventimila gli utenti che stanno usufruendo di questo servizio, con circa 2000 driver. Di questi cinquemila si trovano sul capoluogo piemontese. Ovviamente, al termine della ‘corsa condivisa’ si può dare una valutazione finale , sia per chi è alla guida, sia per i passeggeri. Insomma, Zego non è un servizio di car sharing, quanto un sistema mediatico per sfruttare un passaggio in auto.