Mercedes #eTour: in giro per l’Italia con la Classe B Electric Drive
Un viaggio per mostrare al Belpaese le possibilità di una vettura elettrica
#eTour – Questione di prospettive. O visioni a dirla tutta. Perchè in una società che sembra ferma, statica, poggiata su taluni capisaldi vista da lontano, a voler osservare questo mondo da vicino, non si può fare a meno di notare, di vivere i forti cambiamenti liquidi per definirla in termini sociologici. Cambiano i valori, cambiano i consumi, ma sopratutto le necessità, non solo del singolo individuo, ma di un mondo che, ad oggi, necessita di una visione prospettica eco sostenibile. Un concetto valido in ogni aspetto sociale.
Così, il concetto di ibrido e oramai di elettrico sono entrati nel vocabolario comune delle quattro ruote. Un tempo acerbo certo, ma in continua crescita sia culturale che di volumi. Ecco, la sinergia tra due mondi concettualmente distanti è una degli spunti che ha coinvolto questo #eTour voluto e creato da Mercedes.
Convogliare il mondo dell’elettrico, ancora affine a spostamenti di piccola-media gittata, con un vero e proprio giro d’Italia. Il mondo dell’automobile prestazionale, con l’eleganza della classe B. I motori con l’arte di piazza della Signoria, con il Palazzo Vecchio.
Prima tappa dell’#eTour introdotta nella sala Cosimo I. “Nel 1886 Mercedes ha inventato l’automobile. Da allora il concetto di mobilità è cambiato. Si è esteso, si è arrivati anche all’auto a guida autonoma” ha esordito Vadim Odinzoff di Mercedes Italia “E’ un concetto, quello della sostenibilità, che va accompagnato con intelligenza, razionale. Per noi oggi l’auto intelligente raccoglie una serie di concetti. Il primo riguarda la sicurezza: sensori, dispositivi e telecamere che contemporaneamente monitorano ciò che abbiamo intorno sono una realtà definita. In secondo luogo la connettività tramite smartphone; nessuno vuole infatti perdere parte della propria vita relazionale in auto. E’ da questi concetti differenti tra di loro che si arriva alla scelta dell’auto, del finanziamento, di ogni concettualizzazione.
Cambiano gli scenari e cambia il modo di proporsi. Così, anche l’attenzione all’ambiente, da approcciarsi in maniera intelligente: lo sviluppo delle batterie è il nodo cruciale dell’auto elettrica, e la strategia è quella di avere una sinergia con chi le sviluppa anche per i cellulari. Mercedes sta investendo 5,6 miliardi di ricerca e sviluppo per l’elettrico“. “Ecco, bisogna creare una cultura dell’elettrico. Entro il 2020 il 10% delle auto saranno ibride ed elettriche, e questo tour di 14 tappe in italia, vuol dimostrare che l’elettrico è una realtà. Firenze è un esempio“.
Il punto nodale quindi è proprio la cultura. Lo sviluppo di un concetto profondo che possa essere assimilato in maniera congrua, esser reso familiare. Per far questo Mercedes ha puntato sulla Classe B Electric Drive. Caratteristiche di base? Fino a 230 km di autonomia, 180 cavalli, con prestazioni da 0 a 100 km/h in 7,9 secondi grazie alla batteria a ioni di litio.
La pioggia ci accompagna in questa tappa che ci porterà da Firenze fino a Bologna. Esteticamente non differisce dalla versione ‘termica’ se non per alcuni dettagli: la parte bassa dei paraurti ad esempio, come i listelli sottoporta, senza tralasciare le finiture come la barra nella mascherina di colore azzurro. La qualità costruttiva e la finitura di alto livello è riscontrabile una volta a bordo. Non è una novità ovviamente, quanto semmai le dinamiche ergonomiche dei comandi figlie della tecnologia elettrica. I paddle al volante quindi, non concorrono a cambiare – ovviamente – il rapporto, quanto l’invasività del sistema di rigenerazione dell’energia cinetica in fase di rilascio e frenata.
Quattro sono le modalità a disposizione: D+ consente un maggior veleggiamento e quindi un innesco di un’inerzia minore; D ovvero la modalità moderata di rigenerazione; D- con modalità elevata e D Auto che si relaziona in base alle condizioni del traffico. Come lavora quest’ultima modalità? Attraverso un sistema radar del Collision Prevention Assist Plus che monitora e regola conseguentemente la coppia di rigenerazione.
Un tasto posto in basso sulla consolle centrale regola invece i programmi di marcia a disposizione. E+ (economy Plus) che limita la potenza a 65 Kw e la velocità massima a 110 km/h in piano (ma con un kick-down si arriva alla piena potenza di 132 Kw); E (Economy) ovvero la filosofia di base di guida di questa elettrica con potenza limitata a 98 Kw (richiamabili i 132 Kw con il kick-down anche in questo caso) ed infine la S (Sport) in grado di offrire una potenza massima di 132 Kw per una guida più sportiva, a scapito – ovviamente – dei consumi.
Una volta spiegate tali funzioni, si parte alla volta di Bologna con un classico percorso esemplificativo urbano, extraurbano ed autostradale. Qui la dinamica della vettura non viene messa alla prova fino in fondo, ma non è questo lo scopo della giornata. Stupisce in positivo però l’erogazione della potenza: piena, immediata, perentoria, ma comunque gestibile e malleabile. Quello che più ci interessa però è ovviamente la rigenerazione, con un’inerzia decisamente marcata in D-: è notevole infatti la sensazione oltre che la percezione di rallentamento che questa Classe B offre.
Lo notiamo in autostrada quando, in un tratto in discesa, decidiamo di impostare in rilascio in D- per recuperare maggiormente un pò di energia. Ecco il fulcro, il punto nodale, quell’energia elettrica che viene accreditata di 230 chilometri. La Classe B è riuscita senza alcun problema a percorrere i 108 chilometri che distanziavano il nostro punto di partenza alla stazione di Bologna.
Niente patemi d’animo, nessun accorgimento troppo particolare. E’ indubbio come la dinamica di guida risulti esser differente. Deve esserlo, per forza di cose. Una vettura elettrica non vuol vivere di accelerazioni brusche o di frenate fin troppo decise, quanto semmai di scorrevolezza. La fase di ricarica deve essere il più lunga possibile e frenare troppo significa perdere e dissipare energia cinetica ‘potenzialmente’ (scusate il gioco di parole) a disposizione.
Non stupisce quindi che in situazioni di traffico, il consumo che abbiamo riscontrato era maggiore rispetto a quando ci siamo ritrovati in autostrada. Ecco quindi che tra le viette di Firenze abbiamo impostato la vettura in Economy Plus con un grande intervento rigenerativo, per poi però lasciar spazio anche al nostro animo più dinamico in autostrada, con un Dynamic come mappatura ed un intervento più equilibrato rigenerativo, anche perchè, in questa situazione, un D-, ma anche una mappa D risulta essere leggermente troppo invasiva date le velocità di percorrenza. Il rovescio della medaglia però lo si può anche volere, trovando tratti autostradali in discesa, dove ne abbiamo approfittato per aumentare il carico. In altre parole: una vettura intelligente deve avere anche una guida intelligente. Non sacrificata, ma cum salo granis, questo è indubbio.