F1 2015 – Marchionne: “Monza? Bisogna evitare di perdere la tappa”
Ivan Capelli e Andrea Dell’Orto: “Siamo molto fiduciosi di riuscire a trovare un accordo finale. E’ necessario però anche il sostegno del Governo centrale o di altre fonti
Un tempo l’attesa era per Luca Cordero di Montezemolo. L’allora presidente era solito effettuare il suo consueto arrivo in quel di Monza, con il suo saluto alla tribuna, a quella che viene chiamata “la Marea Rossa”. Oggi c’è Sergio Marchionne a capo del Cavallino, con il suo pragmatismo e la sua dose di realismo. Sono marchi di fabbrica quelli del manager di Chieti. Diversi, tanto, ma accomunati da un concetto.
Quando parlano entrambi sono chiari, senza dare troppe illusioni. Anzi, nella formula uno dei discorsi preconfezionati, sono tra i pochi a dire le cose come stanno. Il suo approdo sul circuito brianzolo è stato seguito da dichiarazioni sul futuro del Gran Premio d’Italia: “Bernie sa l’importanza della gara. Bisogna evitare di perdere la tappa. Come Ferrari possiamo fare del nostro meglio per salvaguardare il circuito, ma non possiamo entrare nella trattativa“.
Come a dire, la Ferrari ci mette la faccia ma non può metterci i soldi. Toni pacati, chiari, non solo nei confronti di Mister E. ma anche nei confronti di chi aveva auspicato l’intervento di Maranello, Roberto Maroni. Nel tourbillon delle dichiarazioni, chi fattivamente sta lavorando per rinnovare il contratto continua a mantenere la calma ed a tenere un basso profilo.
Trattansi di Ivan Capelli – presidente dell’Automoble Club Milano – e di Andrea Dell’Orto, presidente SIAS. “Non c’è alcuna situazione di panico o fretta” ha chiosato l’ex pilota di Formula Uno “Monza è una tappa fondamentale per il circus iridato, come è sempre stato manifestato dai principali opinion leader, team principal e piloti“.
Capelli ha poi proseguito “Noi stiamo andando avanti perchè una trattativa prevede una serie di incontri, alcuni dei quali si svolgeranno tra oggi e domani. Siamo molto fiduciosi di riuscire a trovare un accordo finale“. A sostegno delle parole del primo, ecco Dell’Orto: “L’incontro del venerdi è stato positivo, cordiale. Siamo partiti da una situazione complicata, facendo sforzi importanti, e ci troviamo ad un punto cruciale per poter concretizzare una proposta credibile. Bernie Ecclestone sta apprezzando i nostri sforzi“.
A margine di ogni dichiarazione ottimistica, il quadro rappresentato parla di un aiuto necessario delle istituzioni: “Ecclestone sa bene che per coprire il gap esistente abbiamo necessità di un supporto esterno. Il mio discorso è riferito alla Regione Lombardia, che sta già facendo la sua parte da tempo. Probabilmente però non sarà sufficiente. E’ necessario anche il sostegno del Governo centrale o di altre fonti“.
Ecclestone: “Monza non vuol pagare. Il rinnovo? Difficile”
Tanto tuonò che poi piovve. La risposta di Bernie Ecclestone riguardo al rinnovo del contratto che lega Monza al gran premio di Formula Uno è arrivata, ed è di quelle che lasciano poche speranze. Ipse Dixit, nonostante gli appelli – più o meno fruttuosi – di Renzi e Maroni, nonostante l’opera di mediazione e di progettazione portata avanti da Ivan Capelli e Carlo Dell’Orto, senza dimenticare il decreto Salva-Monza; il Gran Premio d’Italia nel 2016 rimane un’utopia:
“E’ improbabile il rinnovo del GP di Monza perché non vogliono pagare. Noi abbiamo qualcosa da vendere, devono decidere se sono interessati a comprarlo”. Le parole sono chiare, senza veli e patine di romanticismo dettati dalla storia del tempio della velocità. Bernie è cosi d’altro canto, nel bene e nel male.
Questo nonostante il forte sconto perpetuato per il “gettone di presenza” che il boss della FOM ha presentato ai vertici dell’Autodromo. Secondo quanto riportato in un’intervista ad Autosport infatti, al tavolo delle trattative la differenza tra domanda e offerta è ancora troppo elevata.
“La trattativa va ormai avanti da due anni e non siamo ancora riusciti a trovare un punto d’incontro. Il discorso è abbastanza semplice: noi abbiamo un prodotto da vendere e loro devono decidere se comprarlo. Stop. Non stiamo facendo nessun trattamento particolare e la somma di denaro che chiediamo è la stessa che pagano altri circuiti europei. Il rinnovo dipende soltanto da loro. Hanno sempre ricevuto un trattamento “particolare” e nonostante questo, non sono riusciti a far funzionare al meglio il Gran Premio”.
Ecclestone insomma mostra le carte, sparigliando parole, chiacchiere, disquisizioni e giochi al ribasso. Nessuna partita a Poker, nessuna volontà di trattare: Il mercato del Mondiale di Formula Uno è questo, nel bene o nel male. La somma richiesta è di 25 milioni, a fronte di una offerta di 10.
Una cifra che, oltretutto, non è nemmeno tra le più alte richieste, visto che i mercati emergenti pagano anche di più. Ecco perchè, a queste condizioni, non vi è margine di negoziazione. Mister E. non è stupido, sa bene che la perdita di Monza sarebbe grave in termini di prestigio ed immagine per il circus iridato.
Ciò nonostante il suo ragionamento è cristallino, limpido, spiazzante. Già, perchè quando Bernie parla non lo fa mai a vanvera, rivelando sempre le cose con chiarezza, nude e crude, in maniera quasi brutale: “Non vogliono pagare. Non vedo quindi perchè Monza dovrebbe ricevere un tattamento particolare rispetto ad altri circuiti. Nel precedente accordo hanno ottenuto uno sconto molto forte che vorrebbero confermare.
Monza sarebbe una perdita grave, ma le condizioni sono cambiate rispetto a tre anni fa. Hanno goduto di qualcosa che non si potrà replicare in futuro. Possibilità di rinnovo? Sono pessimista e penso che al momento sia un’opzione abbastanza improbabile”. Dopo i roboanti comunicati della politica, la risposta è arrivata. E non poteva esser più chiara di cosi.
F1 2015 – Monza: Maroni provoca, Ecclestone risponde…a modo suo
E’ una vigilia turbolenta quella del gran premio di Monza. Non tanto per quanto potrebbe accadere sullo storico tracciato brianzolo, quanto per le vicende riguardanti il rinnovo del contratto per disputare il campionato di Formula Uno. La vicenda è nota. Da anni Monza soffre la congiuntura economica italiana, vivendo un periodo di crisi. In ballo proprio il rinnovo con patron Bernie Ecclestone che, come da prassi, chiede il gettone (e che gettone) per poter essere inserita a calendario. Dietro, è evidente, premono i paesi emergenti, i cosidetti nuovi mercati, che puntano ad uno slot.
Storia narra che molti paesi hanno perso il proprio posto: Via la Francia oramai da anni, via la Germania, ecco il ritorno dell’Austria con (nomen omen) il Red Bull Ring dopo tanti anni. Perfino Spa-Francorchamps è dovuta sottostare alla legge di Bernie: pagare moneta vedere cammello. Amanti corteggiate, volute e rigettate come la Turchia, che non son riuscite a sottostare alle richieste volute a fronte di incassi effettivamente scarni. Poi cè Monza. Che, sia chiaro, è la storia più pura del motorsport europeo e mondiale, un circuito nato nel 1922.
Insomma, dici Monza e pensi alla velocità. Un simbolo unico. Solo che patron Ecclestone del romanticismo se ne fa poco, anzi, se ne frega altamente. Bernie è uno che vuole e deve far girare l’enorme circus della Formula 1 divenuto un pachiderma stanco che esige sempre più soldi, ma che ha sempre meno fascino. Bernie è uno che corteggia Baku, che fa quasi la riverenza di fronte a Putin, uno che nega davanti ai microfoni la guerra civile in Bahrain alla vigilia del Gran premio.
E questo il Parlamento italiano lo sa: per venire incontro alle esigenze dell’autodromo ha approvato un emendamento, il “Salva Monza” con un contributo – tra i 70 ed i 90 milioni – per poter rimodernare l’autodromo ma non solo: dovrà essere ri-valorizzato tutto il parco e la Villa. Sia chiaro: c’è comunque da convincere Ecclestone. Così, se da un lato Ivan Capelli e Carlo Dell’Orto stanno offrendo opera di mediazione e progetti concreti, dall’altro ci sono le roboanti dichiarazioni di carattere politico. Perchè sì, in effetti, la nostra classe politica è avezza agli slogan, le frasi ad effetto, le battute.
Come quella del premier Renzi: “Lo diremo ad Ecclestone. La Formula Uno vive anche per i simboli, non solo per i soldi”. Giusto, giustissimo. Ricordate quanto abbiamo detto sopra sul connubio Bernie-Romanticismo? Più roboante il commento di Roberto Maroni, presidente della Regione Lombardia “Visto che l’Inghilterra chiede la sospensione del trattato di Schengen, diciamo che l’inglese Bernie Ecclestone può venire a Monza se firma il contratto. In caso contrario non lo faremo entrare. Domenica si corre l’edizione numero 86: vogliamo arrivare a cento, questo è l’obiettivo minimo” con al seguito una bella risata.
Solo che, dopo aver ascoltato tali parole, evidentemente, la risata se l’è fatta Mister E. che avrebbe tolto il pass di Maroni , salvo poi riconsegnarlo dopo ore ed ore di mediazione, ma con – secondo quanto riportato dai colleghi di Automoto – una richiesta di scuse. Discussioni e invettive che non fanno bene al rinnovo del circuito brianzolo, ancora in bilico, nonostante la cifra su cui ci si deve accordare – circa 25 milioni, come il Red Bull Ring – sia ben inferiore a quanto richiesto da Patron Ecclestone per molti circuiti ‘esotici’.
Insomma, non sapessimo di cosa stiamo parlando, sembrerebbe di assistere ad una ‘guerra’ tra bambini. Andreste mai a rompere le scatole ad un bullo che potrebbe togliervi il giocattolo? Ecco… Qui in ballo però non c’è un giocattolo, ma il tempio della velocità, in grado di regalare corse e duelli meravigliosi, tragedie e gioie. Il ritorno di Lauda, la fine di Peterson, la vittoria sfiorata da Alesi, quelle conquistate di Schumacher, tanto per citare qualche aneddoto. Monza non è solo un circuito. E’ un vero e proprio pezzo di storia della Formula Uno e come tale deve essere trattato. Da tutti gli attori di questa vicenda.