Poliziotti italiani sconfinano in Svizzera per un inseguimento: gli fanno il test del palloncino.
I due stavano inseguendo un ubriaco al volante. Sono arrivati fino in Svizzera, dove il trattamento riservatogli non è stato proprio amichevole.
Sta sorgendo una questione diplomatica fra Italia e Svizzera. Motivo del contendere è il trattamento riservato dalle autorità svizzere a due poliziotti, impegnati a braccare un automobilista ubriaco e sfuggito ad un controllo. I due sono stati disarmati, sottoposti all’alcoltest e poi interrogati per ore, prima di essere riaccompagnati al confine.
I fatti risalgono alla notte del 26 gennaio, ma l’eco si è diffuso non appena il Ministero degli Esteri ha deciso di chiarire la dinamica. Tutto inizia quando l’automobilista oltrepassa il posto di blocco. I due poliziotti lo inseguono fino in Svizzera, dopo aver informato il Centro di Cooperazione interforze di Chiasso.
Il Questore di Como, Michelangelo Barbato, ha dichiarato al Corriere che
Gli agenti della volante hanno chiesto l’autorizzazione prima di sconfinare, hanno atteso qualche minuto, il tempo di avere una risposta positiva e poi hanno proseguito l’intervento in Svizzera. Una volta fermato l’automobilista, i nostri poliziotti hanno poi collaborato con i colleghi elvetici. Quello che ha dato fastidio e che assolutamente non ci aspettavamo è stato soprattutto l’alcoltest. Gli svizzeri sono andati oltre e credo che su questo punto dobbiamo avere le necessarie spiegazioni.
E’ proprio l’alcool test che ha suscitato la reazione italiana. Come a dire, i controlli ci stanno, ma farci passare per ubriaconi no.
Felice Romano, segretario generale del SIULP, rincara la dose:
È una situazione imbarazzante e inaccettabile che richiede un intervento immediato del Ministro Alfano, non solo perché la questione non si può considerare chiusa come un semplice incidente di percorso, così come vogliono far credere le autorità elvetiche, ma anche perché a nostro giudizio viola e mina i valori fondanti posti a base del patto di collaborazione che ha dato vita al C.C.P.D. di Chiasso oltre che offendere la dignità e il prestigio del nostro Paese.
Effettivamente il portavoce della Polizia Ticinese Renato Pizzolli ha dichiarato alla RSI che “per parte Svizzera il caso è chiuso. Si era proceduto ai controlli, previsti dalle procedure, per verificare la regolarità dello sconfinamento“.
Sarà interessante sapere se l’alcool test fa parte di queste procedure.
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