Multe: cartelli provvisori, quando fare ricorso
I divieti di sosta temporanei causano molte multe e rimozioni forzate. Ma non sempre sono legittimi.
E’ un rischio che corre chi usa raramente l’automobile, che la lascia per molti giorni parcheggiata in strada. Si posteggia dove non c’è divieto di sosta, poi, dopo qualche giorno, ci si ritrova una multa o, peggio, l’auto rimossa. Per divieto di sosta. Quelli temporanei, spesso motivati da traslochi, lavori in corso, manifestazioni o altri eventi che impongono il divieto di parcheggiare in una determinata strada. E segnalati con cartelli provvisori. E si paga. Ma non sempre le multe sono legittime.
In primo luogo, va ricordato che serve un preavviso di almeno 48 ore, con la segnalazione che anticipa di due giorni il divieto di sosta. Se si riceve una multa, dunque, e se il cartello provvisorio è ancora presente, va controllata la data di apposizione, che è presente sullo stesso cartello.
Essendo un divieto temporaneo, sul cartello dev’essere segnalato chiaramente sia la data sia l’orario d’inizio del divieto di sosta, così come l’esatto spazio della strada coinvolto dal divieto. I cartelli devono essere ben visibili, posizionati all’inizio della strada (cioè dove di norma si trovano i cartelli permanenti di divieto di sosta) e ben fissati.
Cartelli posizionati in maniera non congrua, infatti, rischiano di venir spostati o rovinati dal maltempo o da balordi, rendendo impossibile per l’automobilista vedere il divieto. Il foglio con i dati sul divieto dev’essere ben fissato al cartello, altrimenti è possibile vedersi annullata la multa.
Ma ancor più importante, e che pochi automobilisti sanno, è che la Polizia Municipale ha l’obbligo di cercare i proprietari delle vetture già posteggiate prima dell’affissione dei cartelli temporanei, invitandoli a spostare la vettura. Non solo, ma i divieti temporanei possono essere emanati solo dai dirigenti comunali competenti, mentre se l’ordinanza sul cartello fosse sindacale, allora sarebbe illegittima.