Google Car: Mountain View cerca accordi con le case automobilistiche
Sono in corso contatti con General Motors, Ford, Toyota, gruppo Daimler e Volkswagen
Google Car – Prosegue il lavoro di Google per portare sul mercato la Google Car, l’auto a guida autonoma, entro il 2020. Dopo aver mostrato la prima immagine definitiva, negli ultimi giorni del 2014, ora il colosso di Mountain View sta cercando nuovi partner per portare avanti al meglio il progetto. E quale aiuto migliore può arrivare, se non da chi produce attualmente le automobili? Per questo, è in corso il dialogo con alcune case automobilistiche, con l’obiettivo di trovare un accordo sullo sviluppo dell’auto senza conducente.
Secondo quanto dichiarato da un manager di Big G, il dialogo è attualmente in corso con General Motors, Ford, Toyota, gruppo Daimler e Volkswagen, ma non viene escluso possano essere contattati anche altri costruttori. “Sarebbe arrogante, da parte nostra, pensare di poter fare meglio di loro”, le parole di Chris Urmson, il direttore del progetto Google Car. Nel frattempo, già altri accordi erano stati stretti nei mesi scorsi da Google con altre aziende, per produrre altri componenti, come gomme e microprocessori.
Aspettando di conoscere con quali partner automobilistici verrà sviluppata la Google Car, dovrebbero iniziare a breve i test su strada, nei primi mesi del 2015, di questo rivoluzionario modello. A bordo ci sarà anche un conducente, che non guiderà ovviamente il veicolo nel corso di queste prove, ma avrà la possibilità di intervenire nel caso si verifichi un imprevisto. Sarà un primo passo verso un cambiamento, probabilmente storico, per il mondo dei trasporti.
Google Car: la prima immagine definitiva
Google ha pubblicato una fotografia di quella che va considerata a tutti gli effetti la prima self-driving car funzionante. L’immagine è stata caricata sulla pagina Google+ dedicata al progetto e viene accompagnata da un breve testo, per mezzo del quale si spiega che i tecnici di Big G hanno lavorato negli ultimi mesi a prototipi di prototipi.
Ciascuno doveva risponde ad una precisa funzione: c’era l’esemplare grazie al quale testare lo sterzo, ce n’era un altro con cui mettere alla prova i freni, una terza vettura aiutava a valutare l’efficacia dei computer e del sistema di guida autonoma. La Google Car resta identica alla maquette esposta nello scorso maggio, ma adotta la componentistica definitiva e presenta alcune modifiche di natura estetica: possiamo notare ad esempio i nuovi gruppi ottici e l’arrivo delle frecce laterali, specchietti più generosi, cerchi in lega di disegno meno sportivo ed un rinnovato fascione anteriore.
Per questa vettura è stata scelta una vernice di colore bianco. L’auto è priva dell’ingombrante intelaiatura sul tetto, sostituita da una sorta di lampeggiante. I tecnici di Mountain View spenderanno le festività presso un circuito di prova, nel tentativo di configurare l’auto e mandarla su strada nella California settentrionale già da inizio 2015. I prototipi sono equipaggiati con controlli manuali, in ottemperanza alla legge: questa prevede che il conducente possa intervenire nel caso si verifichi un imprevisto. Google aveva spiegato in precedenza che
ci sono sensori che eliminano di fatti gli angoli ciechi, e l’automobile può vedere gli ostacoli a una distanza di circa 200 metri, fondamentale soprattutto su strade particolarmente trafficate, con molti incroci. Al momento abbiamo impostato la velocità massima di queste macchine a 40 km/h. Gli interni non sono volutamente lussuosi, ma adattabili a ogni esigenza, con due sedili, con cintura, uno spazio per le borse, il bottone di start and stop e uno schermo che mostra il percorso. Punto
Google Car: ora nasce il prototipo senza volante
Continua la corsa di Google verso la produzione di vetture a guida autonoma, cioè macchine in cui il guidatore è l’automobile stessa. Il colosso di Mountain View, però, guarda in tante direzioni e non si limita a sviluppare e migliorare il software che permette di muoversi senza l’intervento del guidatore, ma ora ha messo a punto una sua automobile.
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Il prototipo presentato da Google è una citycar dalle dimensioni veramente ridotte, dal design che riprende quello dei mouse usati al computer ed è la prima macchina pensata specificamente per la guida autonoma. La vettura è stata presentata ieri dal cofondatore di Google Sergey Brin e, dunque, per la prima volta l’autonomous vehicle non è una vettura di serie – di solito veniva usata la Toyota Prius -, ma un modello completamente ripensato per guidare da solo.
“Per oltre un secolo l’assunto da cui partiva il design delle automobili era quello che avessero un guidatore. Tutte le proporzioni, il posizionamento del motore, l’assetto e il design erano pensate per permettere al fattore umano di guidarla”.
Queste le parole di Larry Burns, consulente di Google ed ex responsabile ricerche di General Motors, illustrando il concetto rivoluzionario che sta dietro al prototipo progettato dal colosso di Mountain View. Una macchina che, dunque, non ha né un volante né pedali, con i sedili che possono venir posizionati – come nelle carrozze dei treni – l’uno di fronte all’altro e che, come si vede nel video qui sopra, offrono ampio spazio per le gambe nonostante le dimensioni ridotte della vettura. Non dovendola guidare, infatti, si è potuto rivedere il concetto stesso di spazio all’interno della macchina, privilegiando il comfort alla – ormai inutile – guida.
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Viaggiare con questa vettura è, secondo l’azienda americana, facilissimo. Si imposta la meta, si schiaccia un pulsante e, poi, ci si rilassa. “Ci sono sensori che eliminano di fatti gli angoli ciechi, e l’automobile può vedere gli ostacoli a una distanza di circa 200 metri, fondamentale soprattutto su strade particolarmente trafficate, con molti incroci. Al momento abbiamo impostato la velocità massima di queste macchine a 40 km/h. Gli interni non sono volutamente lussuosi, ma adattabili a ogni esigenza, con due sedili, con cintura, uno spazio per le borse, il bottone di start and stop e uno schermo che mostra il percorso. Punto” così è stata presentata la nuova vettura.
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Per garantire la massima sicurezza, inoltre, le vetture (Google pensa di produrne un centinaio nei prossimi mesi) hanno una struttura costituita da schiuma comprimibile e con il parabrezza flessibile, offrendo così la miglior risposta possibile in caso di impatto. Come detto, entro l’estate l’azienda californiana spera di avere un centinaio di modelli (alcuni comunque ancora con volante e pedaliera) per iniziare i test su strada, mentre entro due anni punta ad avviare un progetto pilota in California di guida su strada.