Lista delle 5 più strane auto che hanno partecipato al Dakar rally
Il Dakar rally non è una gara come tutte le altre. Servono automobili robuste, affidabili e specialistiche, come ad esempio le Citroen ZX, Fiat Panda e Peugeot 205… In questa lista vi proponiamo i 5 modelli più particolari.
Il ritorno di Peugeot al Dakar rally ci ha fornito l’ispirazione per ricordare alcune vetture che hanno partecipato ad fra le gare più difficili, pericolose ed impronosticabili dell’attuale panorama automobilistico. D’ogni modo sarebbe stato troppo facile mettere in fila i fuoristrada o le vetture ad assetto rialzato, così come i vari prototipi d’aspetto quasi fantascientifico. Noi ci siamo invece concentrati sui modelli d’impronta meno convenzionale, dalle stimmate stradali, che i tecnici delle case automobilistiche hanno poi convertito in bolidi con cui attraversare il deserto.
Renault 20
La berlina della Losanga partecipò all’edizione del 1982. La vinse anche, guidata dall’equipaggio composto dai fratelli Marreau. Utilizzava un motore turbo ed ovviamente la trazione integrale, mentre le dimensioni restavano pressoché identiche al modello di serie: la Renault 20 misurava 4.50 metri in lunghezza, 1.73 metri in larghezza ed 1.50 metri in larghezza. La velocità massima non oltrepassava i 200 km/h. Claude e Bernard Marreau giunsero secondi già nella gara del 1981, questa volta a bordo di una modestissima Renault 4!
Porsche 953
René Metge e Dominique Lemoyne la portarono in gara nell’edizione del 1984. L’auto venne poi sostituita già dall’anno seguente, quando al suo posto venne introdotta la più performante e specialistica 959. La Porsche 953 adotta il classico motore sei cilindri boxer (300 CV), un sistema di trazione integrale a controllo manuale e sospensioni rialzate, che conferiscono all’auto una marcata impronta off-road. Pesa 1.250 chili. Trascorrono appena due anni e Porsche torna alla vittoria con la 959, guidata ancora dall’equipaggio francese.
Peugeot 205 T16
Nel 1987 Peugeot dà inizio alla propria dinastia: il Leone si aggiudica quattro edizioni consecutive, dal 1987 al 1990. I successi vengono equamente divisi fra le 205 T16 e 405 T16. La prima fu inizialmente omologata quale Gruppo B – ne vennero per tal motivo realizzati 200 esemplari stradali – ed assunse poi la configurazione Grand Raid, ragion per cui il motore quattro cilindri da 1.9 litri venne depotenziato a 380 CV (erano 560 sulla più potente versione da rally). La Peugeot 205 T16 poggiava poi su un telaio allungato di 33 centimetri, soluzione necessaria per ospitare serbatoi da 400 litri.
Citroen ZX
L’egemonia del Leone venne interrotta da Citroen, che partecipò all’edizione del 1991 con una ZX modificata di tutto punto. Venne portata al successo da Ari Vatanen e Bruno Berglund. La berlina utilizzava un motore quattro cilindri turbo da 2.5 litri, capace di allungare fino a 7.300 giri/minuto e di restituire una potenza massima variabile fra 300 e 330 CV. Il cambio è manuale a 7 rapporti, la trazione integrale e la velocità massima limitata a 205 km/h. Le sospensioni sono indipendenti, l’impianto frenante adotta dischi ampi 355 mm e 315 mm ed i cerchi in lega misurano 18 pollici. Pesa 1.450 chili ed è lunga 4.69 metri.
Fiat Panda
L’utilitaria torinese è stata nel 2014 la vettura più compatta a partecipare al rally. Antonio Cabini e Giulio Verzeletti sono comunque riusciti a portarla fino all’11° tappa, quando purtroppo la rottura di un mozzo li ha mandati ko. La Fiat Panda è stata ovviamente sottoposta ad un incisivo restyling. I tecnici le hanno regalato il motore 1.9 MultiJet, sistemato 40 mm più in alto ed abbinato ad una frizione rinforzata. Inedite anche le sospensioni anteriori, mentre il radiatore dell’acqua è maggiorato e l’impianto elettrico di tipo racing. I semiassi sono realizzati su misura, la sospensione posteriore viene irrobustita e la carrozzeria replicata in vetroresina.