Lista delle 5 migliori automobili disegnate da Bertone
Bertone ha segnato in maniera più che nitida il settore automobilistico italiano. Ne ripercorriamo la storia in 5 automobili, quelle che secondo noi vanno considerate pietre miliari e che hanno fornito il maggior lascito.
Si sono rincorse negli scorsi giorni alcune voci sulla possibile chiusura di Bertone. Tale eventualità sembra al momento scongiurata, nonostante una difficile situazione debitoria e commesse difficili da catturare. L’azienda di Grugliasco ha stabilito uno stretto rapporto di collaborazione con aziende cinesi, ma questa pur significativa apertura non rappresenta la panacea di un male gravissimo.
A nostro avviso la chiusura dell’azienda torinese sarebbe un vero e proprio dramma per l’automobilismo mondiale. Bertone ha infatti disegnato fra le più belle vetture che la nostra memoria di appassionati ricordi, gioielli sempiterni, automobili entrate nell’immaginario anche di chi appassionato non è. Con questa lista ne vogliamo ricordare cinque. Non è nostra intenzione stilare una classifica, ma solo ricordare e ricordarci il contributo fornito da Bertone all’automobilismo mondiale.
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Alfa Romeo Giulietta Sprint
Nel 1953 Rudolf Hruska – responsabile del progetto Giulietta – si trovò a chiedere l’aiuto delle carrozzerie Ghia e Bertone per realizzare la variante due porte dell’Alfa Romeo Giulietta. La proposta avanzata dalla Carrozzeria Boneschi non lo soddisfò, e Touring e Zagato non parteciparono alle ‘consultazioni’. Ebbe comunque origine una vettura sportiva ma elegantissima, che il pubblico apprezzò fin dall’esordio: si racconta infatti che gli ordini raccolti nel primo giorno di esposizione superarono l’intera stima annuale! Ghia si ritirò dopo qualche settimana dal progetto. Fu Bertone a prendere in consegna l’intera produzione, appoggiandosi inevitabilmente anche ad artigiani e battilastra.
Fiat X1/9
E’ una fra le automobili a marchio Fiat più iconiche e riconoscibili. Venne lanciata nel 1972 e giunse anche oltreoceano, dove ottenne un buon riscontro di pubblico e vendite. La Fiat X1/9 fu ispirata dal prototipo Runabout. Bertone ne propose un’evoluzione ai vertici del Lingotto, i quali però rifiutarono e non si dimostrarono particolarmente colpiti. Tutto cambiò quando Gianni Agnelli si recò in visita presso gli stabilimenti Grugliasco. Vide l’esemplare di preserie e ne rimase affascinato, ordinandone l’immediata produzione in serie.
Lamborghini Miura
Abbiamo riflettuto a lungo se includere la Miura o la Countach. Abbiamo scelto la prima semplicemente perché esprime l’essenza della supercar, dell’eccesso, della velocità e della ricerca tecnica. Verso la metà degli anni ’60 Bertone ricevette l’incarico di allestire la carrozzeria per un’automobile dalle prestazioni elevatissime, il cui telaio venne esposto poco tempo prima al salone di Torino. La carrozzeria affidò l’incarico a Marcello Gandini. Il geniale designer realizzò una supercar dalle proporzioni mai viste prima, bassa e larghissima, aggressiva ed elegante, che avrebbe introdotto una nuova accezione al termine supercar.
Lancia Stratos
Nel 1970 Bertone immaginò una coupé futuristica, dalla forma a cuneo, spigolosa ed affilata. Era la Stratos Zero, vettura disegnata da Marcello Gandini – padre anche delle X1/9 e Countach – e che avrebbe poi ispirato la Stratos definitiva. Una pressante opera di convincimento venne messa in atto da Cesare Fiorio e dalla Squadra Corse, trovatasi nell’esigenza di sostituire la Fulvia. Nacque in tal modo la Stratos HF, prima automobile di serie ad essere sviluppata per i rally. La Stratos arrivò in commercio nel 1973.
Maserati Khasmin
Non è forse la Maserati più riuscita o quella a cui tutti pensano. D’ogni modo la Khamsin è un modello fondamentale e giunto in un momento storico decisamente significativo, quando cioè Citroen – allora proprietaria del Tridente – diede il via libera ad una sportiva che rispecchiasse la natura del marchio. Fu inoltre l’ultima Maserati a ricevere la supervisione di Giulio Alfieri, già impegnato nei progetti Birdcage e 3500 GT. La Khamsin venne disegnata da Marcello Gandini e fu inizialmente esposta sotto forma di prototipo (1972), ma in nemmeno dodici mesi venne poi tradotta in serie.