Il 30 settembre 1913 la (misteriosa) scomparsa di Rudolf Diesel
L’episodio relativo alla morte di Rudolf Diesel è quanto mai misterioso. Si verificò un secolo esatto fa, ma la reale dinamica è ancor’oggi sconosciuta.
Era il 30 settembre di cent’anni fa quando Rudolf Diesel passò a miglior vita. Le cause della scomparsa risultano ancor’oggi misteriose, perché l’ingegnere tedesco cadde in acqua nel Canale della Manica e non riuscì più a mettersi in salvo. Il suo corpo fu avvistato solo il 10 ottobre, ma i componenti della barca Coertsen rispettarono le consuetudini vigenti e si appropriamo unicamente degli effetti personali; il corpo fu così restituito al mare. Gli oggetti vennero invece riconosciuti qualche tempo dopo dal figlio minore Eugen.
La dinamica dell’episodio non è mai stata chiarita. Fu automatico pensare al suicidio, in quanto sul diario di bordo era presenta una croce in data 29 settembre: gli investigatori ritennero quindi che il gesto potesse configurarsi quale premeditato. Nell’agosto del 1913 Diesel era infatti andato in bancarotta, e la sua eredità si compose di una valigia lasciata alla moglie. Al suo interno era presente un’esigua somma di denaro ed un’ampia documentazione in merito al suo dissesto finanziario. Negli anni successivi emerse poi l’immancabile teoria cospirazionista, secondo la quale Diesel si oppose alla decisione assunta dalla marina tedesca di utilizzare i suoi motori.
L’ingegnere sarebbe quindi stato affondato nel suo viaggio dalla Francia verso Harwich, proprio mentre si stava recando in Inghilterra per cercare di raggiungere un accordo con la Royal Navy. La celebrità di Rudolf deriva da un brevetto depositato il 23 febbraio 1892, che regolamentava la nascita di un motore per cui l’accensione del carburante fosse determinata dall’elevata temperatura nella camera di scoppio. La prima applicazione del motore risale al 1894, anche se l’unità fu esposta nella sua versione definitiva all’Esposizione Universale di Parigi del 1900.