Il Salone di Francoforte, la Fiat e Marchionne: tutto ciò che è successo questa estate
Al Salone di Francoforte si scaldano i motori, e si parte subito con un piccolo “giallo” legato alla conferenza stampa di Marchionne.
Salone di Francoforte 12-22 settembre 2013, edizione numero 65. E’ l’ultima tappa di un anno tormentato, il sesto dall’inizio della grande crisi dalla quale l’America sembra riemersa mentre l’Europa resta in prognosi riservata. L’agenda dei boss dell’auto mondiale è in overbooking da giorni: martedi 10 e mercoledi 11, la vigilia riservata alla stampa e alla comunicazione in senso lato a sostegno dell’immagine del settore e di ogni singola marca.
Saranno giorni di fuoco, e lo saranno ancor più per la squadra italiana e il suo manager Sergio Marchionne già al centro di un piccolo giallo prima ancora di cominciare. Il suo incontro con la stampa era inizialmente annunciato alle 11 di Martedì, poi anticipato di mezz’ora mentre dietro le quinte voci di solito attendibili parlano perfino di una possibile sospensione e di comunicazioni in altra sede. Magari è un falso allarme di relativa importanza ma è un segnale.
Di certo per il Fiat Group Automobiles, e per Marchionne in particolare, il Salone cade in momento inopportuno dopo un’estate convulsa trascorsa fra tribunali, minacce di abbandono, amichevoli incontri diplomatici con il presidente del consiglio. Senza contare la difficile contesa in America, affidata al giudice del Delaware, intorno al definitivo acquisto delle azioni Chrysler (41,5%) ancora in mano al fondo pensioni dei sindacati Chrysler (Veba). Poi, a sorpresa, Mercoledi scorso il classico colpo di scena: la conferma del promesso investimento di un miliardo di euro (circa) su Mirafiori per produrre un SUV firmato Maserati da lanciare a metà 2015 e una nuova Alfa Romeo con l’ambizioso obiettivo di produzione per 250.000 vetture di lusso. Il tutto condizionato come sempre alla “pace sindacale” ovvero alle regole di Marchionne stesso.
Come e perché l’abile ad di Fiat ha cambiato tanto repentinamente rotta e atteggiamento, rinunciando alla immediata chiarezza normativa chiesta più volte al governo e inviando per di più al personale di Mirafiori una lettera di appello alla fiducia? La risposta più banale porta alla cassa integrazione in corso e in scadenza a fine Settembre, non rinnovabile senza un nuovo programma concreto di sviluppo. Così, se non ci saranno nuove sorprese, la cassa integrazione proseguirà fino a metà del prossimo anno quando dovrebbe iniziare l’allestimento della nuova linea di montaggio.
Questo, in sintesi, lo scenario in cui si muove il gruppo italo-americano al via di Francoforte dove peraltro sugli stand figureranno abili aggiornamenti e serie speciali elaborate naturalmente sui modelli esistenti. E come nello stile di Autoblog, garantiremo ogni genere di aggiornamento in diretta dal salone. Ma se il lettore volesse farsi un’idea propria della sequenza dei tanti eventi che si sono verificati nel corso dell’intera estate, vi propongo qui di seguito un rapido e ordinato diario dei fatti.
17 luglio – L’Acea, associazione dei costruttori europei (di cui Marchione è attualmente presidente di turno fino a fine anno) pubblica i dati relativi alle immatricolazioni del semestre: il gruppo Fiat accusa una perdita di vendite del 13,6% nel mese di giugno e del 10,3 nei sei mesi a fronte del mercato complessivo che scende del 6,6%.
24 luglio – La Corte Costituzionale si pronuncia a favore della Fiom, privata in precedenza della sua rappresentatività per non aver firmato, come Cisl e Uil, gli accordi post referendum aziendali. La Corte, in sostanza, afferma che la soluzione adottata dalla Fiat dei “contratti separati” è anticostituzionale e limita la libertà dei sindacati. Insomma, ci vuole una nuova legge e la Fiat chiede che si faccia in fretta per poter riflettere sulle proprie strategie e la localizzazione dei relativi investimenti.
31 luglio – La Fiat incalza il governo e conferma la necessità di accelerare sui chiarimenti di legge parlando di “condizioni industriali impossibili” e di ingovernabilità. E aggiunge che l’azienda è in grado di produrre “ovunque”. Intanto si riducono anche le previsioni di vendite e di utili della Chrysler a 3,3 miliardi di dollari (da 3,8) e il titolo Fiat ne risente in borsa con un calo del 4,7%.
1 agosto – I giornali annunciano due notizie, un cattiva (per Marchionne) in Italia e una quasi buon in America. La Cassazione conclude la vecchia vicenda dei tre operai licenziati a Melfi nel 2010 con l’accusa di “sabotaggio” e impone la reintegrazione in fabbrica dei tre.
In America invece, il giudice del Delaware che dovrebbe dirimere il contrasto con la Veba circa il valore delle azioni che Fiat vuole acquistare, pari al 41,5% del capitale, sostiene che il valore effettivo è più vicino a quello indicato dall’acquirente, 1,8 miliardi di dollari che alla richiesta della Veba per 4,2 miliardi. Al tempo stesso, tuttavia, ricorda alle parti che se vogliono concludere in tempi ragionevoli devono accordarsi fra loro, altrimenti l’iter giudiziario si preannuncia molto lungo. Insomma, come scrive Repubblica, “il giudice decide di non decidere”. Per Marchionne, comunque, è un buon appoggio alla sua tesi e qui ballano 2 miliardi di dollari.
7 agosto – Mentre l’Italia ha ormai iniziato le vacanze John Elkann e Sergio Marchionne ricevono un piacevole invito dal presidente del consiglio Enrico Letta: una colazione informale per scambiarsi qualche buona idea in un clima disteso e riservato. E’ una mossa molto acuta quella di Letta, o almeno così viene interpretata dai giornali che l’indomani annunciano la promessa del presidente “in Italia si può fare industria” e un atteggiamento più morbido di Marchionne che conferma in generale le attività del gruppo in Italia.
2 settembre – Finalmente un po’ di vacanza per tutti, il mese finisce di sabato, e si riapre bottega lunedi 2 settembre. Ed ecco che subito si riaccende il tormentone Fiom e dintorni. Fiat non ha scampo ed è costretta a riconoscere, almeno ufficialmente, la Fiom. E ribatte una volta di più sulla nuova legge senza la quale resta il no agli investimenti. Nelle tesi esposte dal Lingotto non appare nulla di nuovo e niente fa presagire una svolta sostanziale a breve. Il mistero trasporti comunica (tristemente) un nuovo 6,5% di flessione delle vendite in agosto, nuovo record della crisi.
4 settembre – Sono passati solo due giorni e, di colpo, sembra che sull’aereo che lo porta a Torino Marchionne si sia svegliato di buon umore forse ricordando l’ottima colazione avuta con Enrico Letta tre settimane prima. E’ appena arrivato da Detroit ma non c’è tempo da perdere. Giusto quello per convocare i sindacati e dare il grande annuncio che nessuno aspetta: Mirafiori non morirà. C’è pronto un miliardino per rimettersi in gioco e fare non più povere utilitarie ma Maserati e Alfa di lusso. Intanto fino alla prossima estate avrete ancora la cassa integrazione poi…
E la legge senza la quale niente investimenti? “non possiamo più permetterci di aspettare” scrive Marchionne ai sindacati “vivere nell’incertezza non è piacevole”. E nel ricordare quanto coraggio ci sia voluto da parte della Fiat per decidere un simile sforzo invoca la coesione e il rispetto del contratto collettivo di lavoro a suo tempo sottoscritto “nonostante la mancanza di certezze normative creata dalla pronuncia della Consulta”. Inutile dire che all’incontro, malgrado tutto, la Fiom non era stata convocata.
5 settembre – E la Fiom? A Landini non resta che segnalare ciò che è sotto gli occhi di tutti: per ora almeno, Fiat non rispetta la sentenza della Consulta e neppure quella della Cassazione per Melfi. Non solo, ma ricorda anche che con il solo Suv Maserati c’è lavoro solo per la metà degli operai. Difficile dargli torto perché della nuova Alfa annunciata non sembrano esserci tracce consistenti e come tutti sanno le automobili non hanno una gestazione tanto rapida. Ma i primi a criticare Landini, come sempre, sono stati proprio i sindacati allineati Cisl e Uil. Come dire: nulla di fatto. E il seguito, da Francoforte.
UPDATE – 09/09/2013 ore 12.25: i nostri inviati al Salone di Francoforte ci hanno comunicato che la conferenza stampa di Sergio Marchionne è stata annullata. Presto vi forniremo maggiori dettagli in merito.