Elezioni tedesche: l’onorevole Bruederle usa la Fiat Punto per attaccare un avversario
Tanta superficialità, una buona dose di ignoranza (automobilistica), ed un pizzico di altezzosità: sono gli ingredienti dell’intervento del deputato Bruederle, capolista della Fdp: per attaccare un suo avversario lo ha paragonato ad una Fiat Punto…
Bundestag, Parlamento tedesco: il capogruppo liberale Rainer Bruederle, capolista della Fdp alle legislative tedesche del 22 settembre, ha sentito la necessità di chiamare in causa anche la Fiat Punto per mettere alle strette il suo avversario di Spd, Peer Steinbrueck, al quale, dopo averlo definito “liberal leninista”, ha tuonato:
“Signor Steinbrueck lei crede di sapere sempre tutto e nasconde i suoi errori: ma ha una statistica di intoppi paragonabile a quella di una Fiat Punto ma si comporta come se fosse una BMW top di gamma”.
Una battuta decisamente fuori luogo e fin troppo banale, che qualifica egregiamente il personaggio che l’ha formulata: Bruederle, 63 anni, ex ministro dell’economia, è infatti noto per questo genere di interventi, che spesso gli sono costati brutti scivoloni mediatici.
Detto questo, il fatto invita a meditare su quelle che possono essere opinioni comuni, giuste o sbagliate che siano. Nella fattispecie, l’accusa alla Punto è corretta? Ho deciso di consultare i rapporti DEKRA proprio sulla Fiat Punto per scoprire che… il parlamentare tedesco ha dannatamente ragione: l’utilitaria italiana è agli ultimi posti del suo segmento in quanto ad affidabilità: “Tutte le motorizzazioni delle Punto prodotte fino al 2007 presentano seri problemi di perdite d’olio e di mancanza di tenuta dell’impianto di scarico. Inoltre si sono riscontrati, con una certa frequenza superiore alla media, un’efficienza inaccettabile dell’impianto frenante, oltre a difetti dei giunti degli assali e dello sterzo, rotture delle molle e ammortizzatori non a tenuta. Difettosità tipiche: efficienza freno di stazionamento insufficiente o squilibrata; motore/cambio sporco d’olio”.
Tuttavia confrontare un’utilitaria venduta fino a maggio del 2011, con i prodotti al top della gamma BMW, vetture che costano fino a 15/20 volte quello che era il prezzo dell’italiana, sembra francamente ridicolo. Ben più sensato è invece fare un confronto con un prodotto del medesimo segmento della Punto prodotto da BMW Group, come ad esempio una Mini. Abbiamo scelto questo marchio esclusivamente per rimanere il più possibili fedeli alle parole di Bruederle, prendendo in esame la prima versione della nuova generazione, la “R50”. Un prodotto arrivato sul mercato nel 2001, due anni dopo l’introduzione della Punto di seconda generazione.
Ecco il giudizio dei tecnici DEKRA riguardo alla Mini Cooper R50: “L’elevata usura al gruppo di trasmissione è conseguenza dell’assetto rigido e dello stile di guida sportivo. Dal controllo DEKRA si evince che, soprattutto sui modelli Cooper, l’impianto frenante viene molto sollecitato, il che comporta una quota di difettosità superiore alla media. Un punto debole della Mini è rappresentato anche dalla regolazione dell’angolo di illuminazione. Difettosità tipiche: regolazione del fascio luminoso difettoso; usura all’impianto frenante; giunto della barra di accoppiamento usurato”. Un’analisi che, a livello di giudizio puro, rende la Mini appena più affidabile della Punto e comunque sotto i valori medi. Questo senza considerare che, anche in questo caso, il differenziale di prezzo fra i due prodotti era, e rimane tutt’ora sulle nuove versioni di entrambi i modelli, decisamente elevato. Della serie “non è tutto oro quel che luccica”.
Allarghiamo allora il ventaglio andando ad indagare cosa dice il rapporto DEKRA sulla Opel Corsa, generazione C, diretta rivale della Punto di quegli anni. Ebbene, le cose andavano ancora peggio: “La Corsa C, anche nelle vetture con meno di 50.000 km, deve fare i conti con valori di difettosità superiori alla media, soprattutto per quanto riguarda la corrosione dell’impianto di scarico. Inoltre le sospensioni si rompono molto spesso, i giunti della barra di accoppiamento si indeboliscono con il tempo, mentre le perdite d’olio sono all’ordine del giorno. I periti DEKRA assegnano buoni voti alla carrozzeria; anche l’impianto frenante risulta migliore della media ai chilometraggi più elevati. Difettosità tipiche: rottura della molla sospensione; regolazione del fascio luminoso difettoso; copripolvere usurati”.
Niente miracoli nemmeno per la Volkswagen Polo 9N, anch’essa mediamente più costosa della Punto: “La generazione precedente della Polo (Tipo 9N) è inferiore alla media per quanto riguarda il gruppo strutturale telaio/sterzo, l’impianto frenante e quello elettrico. Se si è interessati all’acquisto di una Polo 9N, si dovrebbe concentrare l’attenzione sul funzionamento della regolazione della profondità dei fari, sui problemi ai cuscinetti dei bracci trasversali e sull’usura dei dischi dei freni. Difettosità tipiche: regolazione dell’angolo di illuminazione non funzionante; alloggiamento della barra trasversale usurato; usura all’impianto frenante”. Giudizio non tenero, con una valutazione secca assai simile a quella della bistrattata Punto.
Se potessi incontrare l’Onorevole Bruederle mi piacerebbe potergli dire che, talvolta, bisognerebbe avere la capacità di “fare i conti nelle proprie tasche” prima di farne in quelle altrui. Mettere in piedi confronti e ragionamenti che siano saldamente ancorati alla realtà, quella dei fatti o perlomeno quella dei numeri, che fortunatamente rimangono uguali per italiani e tedeschi. Se Bruederle avesse usato in maniera più costruttiva la medesima inventiva che ha adoperato per attaccare impropriamente il suo avversario politico, probabilmente avrebbe potuto aiutare il Governo Tedesco ad evitare la figuraccia fatta un mese fa, quando la Merkel ha glissato sulla questione dell’abbattimento delle emissioni medie entro il 2020, vanificando i cinque anni di lavoro spesi per raggiungere un accordo fra i 27 Paesi UE. E perchè no, ci piacerebbe anche che qualche europarlamentare italiano ogni tanto rinfacciasse la cosa ai colleghi tedeschi.
Per la cronaca, l’affidabilità media delle successive generazioni di tutte le auto sopra elencate è sensibilmente cresciuta; incredibile ma vero, anche quella della Grande Punto, poi tornata alla denominazione di origine.