Nuovi dazi cinesi sulle automobili premium europee?
L’Unione Europea tassa i pannelli solari provenienti dalla Cina e provoca l’ira del Dragone. Le sue reazioni? Un’inchiesta sui produttori europei di vino e la volontà di applicare dazi alle automobili europee di fascia elevata. Le minacce si trasformeranno in azioni?
Le tensioni commerciali fra la Cina e l’Unione Europea coinvolgono anche il settore automobilistico. I funzionari del Dragone starebbero infatti valutando l’applicazione di dazi doganali sulle auto europee di segmento più elevato, in risposta ad un provvedimento avverso: negli scorsi giorni l’UE ha infatti imposto dazi sui pannelli solari di produzione cinese, scatenando l’ira di Pechino. Le autorità cinesi hanno dapprima aperto un’inchiesta per valutare eventuali scorrettezze (dumping) commesse dai produttori di vini europei, per poi concentrarsi sulle vetture premium.
La notizia è riportata dai nostri colleghi di polisblog ed ha il quotidiano francese Les Echos come sua fonte primaria; i redattori di Les Echos citano fonti europee rimaste anonime, mentre i funzionari cinesi non hanno finora replicato. I contorni della vicenda sono resi più nitidi da Reuters. L’agenzia precisa che le sanzioni verrebbero applicate a vetture di cilindrata superiore a 2 litri. Una categoria pressoché sconfinata, molto arbitraria, che non andrebbe a colpire solo i produttori di supercar. Reuters ha tuttavia citato il parere di una personalità cinese coinvolta nelle trattative, secondo cui il governo sta attualmente gonfiando il petto per ottenere una rivisitazione delle sanzioni imposte ai produttori di pannelli solari.
“Abbiamo due mesi per raggiungere una soluzione amichevole – il suo parere –. Se l’accordo non verrà trovato entro questa data? Non so…”. I toni dei colloqui potrebbero tuttavia essere esacerbati dall’ACEA, ovvero l’associazione europei dei produttori di automobili. “Alcune case automobilistiche tedesche stanno considerando l’evoluzione della vicenda con estrema serietà – ha precisato un suo portavoce –. E’ una minaccia realistica”. L’ACEA non vuole infatti dar vita al classico gioco delle parti, in quanto scottata da una precedente esperienza.
Era il 2011 quando il governo di Pechino introdusse dazi anti-dumping su alcune automobili di produzione statunitense, di cilindrata superiore a 2.5 litri e nella misura compresa fra il 2 e il 12.9%. Queste misure si aggiunsero alle precedenti imposte, variabili fino al 25% su vetture importate. L’edizione italiana di Reuter è comunque sicura che “entrambe le parti sperano di risolvere tutte le questioni con il dialogo”.