Press Eco Race: autoblog vince la gara
Renault Zoe e l’Autodromo di Modena, insieme per la prima Press Eco Race, gara con le Zoe elettriche. C’eravamo anche noi e abbiamo stracciato la concorrenza guadagnando la coppa e il gradino più alto del podio.
Lunedì 3 giugno passerà alla storia, non solo per la mitica vittoria di autoblog in una gara con la Renault Zoe, ma proprio perché questa Press Eco Race di Modena segna l’inizio di una nuova era. Un segnale forte per sdoganare le auto elettriche dal concetto di vetture lente e noiose, come anche quella che lega i circuiti al chiasso e allo smog. Da oggi questi due preconcetti appartengono al passato! Ma caliamoci nel contesto di Modena zero emission friendly e vediamo come va la Zoe in pista e come siamo riusciti a vincere la gara.
Modena terra di elettrico
Modena – Terra di motori, sede della Motor Valley e da sempre punto nevralgico del motorismo italiano, luogo di culto per chi vive di passione rossa a due e quattroruote e “ama i Cavalli quanto i Tori“. E’ qui che batte forte il cuore pulsante del motorismo italiano, lo stesso luogo che ha dato i natali a fior di piloti, tecnici, meccanici e ingegneri che tutto il mondo ci invidia. Sembra strano, ma se c’è un posto in Italia che crede nell’elettrico, beh questa è proprio l’Emilia e in particolar modo il contesto tra Imola e Modena.
A spingere in questa direzione c’è anche la presa di coscienza, e le iniziative che l’Autodromo di Modena sta sviluppando in seguito all’impegno preso con il ministero dell’Ambiente. Dal novembre 2012 l’Autodromo di Modena ha, infatti, firmato un accordo volontario con il Ministero dell’Ambiente per la promozione di progetti comuni finalizzati all’analisi, riduzione e neutralizzazione dell’impatto sull’ambiente, e sul clima riducendo al massimo la produzione dei gas serra.
Non a caso se guardate bene sul logo dell’impianto vedrete che è spuntato un piedone, un’impronta verde supportata da una strana scritta per un autodromo “The green circuit“. E ascoltando le parole di Livio Grassi, socio fondatore di Vintage spa, la società che gestisce l’autodromo di Modena abbiamo anche capito il perché di questa scelta. E’ stato lui stesso a dirci “bisogna crederci“ e continuando ci ha confessato che “la spinta non è così male, l’elettrico può rappresentare il futuro per le sue performance sportive“.
Scherzi a parte a Modena ci credono seriamente, e non solo in autodromo, ma anche le aziende, la regione e le province. Lo conferma Cristian Fabbri, amministratore delegato di Hera, la multiutility leader nei servizi ambientali, idrici ed energetici con sede a Bologna, che ha portato fisicamente l’elettrico in circuito con due colonnine di ricarica, ed ha un piano di sviluppo che prevede nel breve periodo una capillare coperture della zona per permettere a chi sceglie di guidare elettrico di non pensare all’autonomia, unico vero limite delle zev.
Infrastrutturare l’elettrico, è l’unico vero volano per questo nuovo concetto di mobilità. Grazie a Hera, quindi, girare in pista e su strada con l’elettrico a Imola, come a Modena non è un problema, ne di ricarica viste le colonnine, ne tanto meno di soldi, grazie al progetto “Io guido elettrico“ che promette una tessera da 25 Euro mensili con ricarica illimitata. Ma questa non è l’unica azienda che si da da fare per l’elettrico, anche gli istituti tecnici, le università e gli studenti che a differenza nostra non hanno nessun preconcetto ”contro“ l’elettrico.
Alessandro Scorcioni ingegnere di Voltaide di Modena, continua a parlarci dell’elettrico e dei benefici che potrebbe portare, illustrandoci come si potrebbe sfruttare l’auto elettrica in qualità di accumulatore di corrente e ritorna al concetto di volano per la rete, per risolvere problemi di copertura in momenti di grandi richiesta riducendo conseguentemente anche il costo dell’energia stessa.
Insomma, se le sette sorelle si mettono un po’ da parte, l’elettrico c’è! C’è anche molto da fare, ma in Emilia sembra che siano un bel passo avanti. E per fortuna c’è anche chi come Renault e l’autodromo di Modena pensano anche ad un lato green, ma cool per far conoscere ed apprezzare le altre qualità dell’elettrico. Vediamo allora in breve le caratteristiche della protagonista: la Zoe.
Renault Zoe: 100% elettrica
Zoe è la punta di diamante del nuovo corso, completamente elettrico di Renault. E’ la quarta, insieme a Twizy, Fluence, e Kangoo, ed è quella che completa la gamma. E’ una scattante berlina di 4,08 metri con motore elettrico da 88 CV e ben 220 nm di coppia; la velocità massima è autolimitata a 135 km/h. Ma non è solo una questione di potenza, Zoe infatti è capace di una autonomia dichiarata di 210 km. Un livello di autonomia conseguito, grazie anche al sistema Range OptimiZEr per l’ottimizzazione dei consumi energetici, che raggruppa tre innovazioni fondamentali – frenata recuperativa di nuova generazione, pompa di calore e pneumatici MICHELIN EnergyTM E-V, un sistema con il quale ZOE guadagna fino al 25% di autonomia. Il vero punto forte di Zoe, però è il Chamaleon, un connettore a bordo che le permette di ricaricarsi con qualunque livello di potenza, da 3 kW in 9 ore a 22 kW in un’ora, e persino a 43 kW in soli 30 minuti. Sarà in concessionaria pronta per essere provata fino all’8 giugno ed è in vendita a partire da 21.650 € (prezzo Italia IVA inclusa; noleggio della batteria da 79 €/mese, IVA inclusa, per 12.500 km annui su 3 anni).
1° Press eco Race: la gara
Prendete un autodromo come quello di Modena, attento all’ambiente, precursore del nuovo corso etc etc etc ma pur sempre un autodromo; poi prendete una casa come Renault, che ad oggi è l’unica a disporre di una gamma completa di veicoli elettrici, mescolate per bene e cosa avrete? La 1à Press Eco Race! Un’iniziativa divertente per mettere in luce gli altri aspetti dell’elettrico; le prestazioni. I motori elettrici hanno una spinta che i termici si sognano la notte, una coppia e un’accelerazione straordinaria perché disponibile subito, da 0 giri/min, o come la Zoe leggermente ritardata per ridurre i pattinamenti da fermo. Ed ecco allora il lato ludico. Una gara in circuito tra 16 giornalisti di varie testate, con vecchi volponi della carta stampata e nuove leve del web, su 10 giri in 17 minuti di tempo massimo. Non è una gara sprint di velocità pura, ma di consumi. Cioè vince chi riesce a consumare meno e andare più forte, rimanendo nel tempo limite imposto. Detta così sembra una sciocchezza, eppure basta mettere il casco in testa, attivare il trasponder per il rilevamenti di tempi e velocità che un semplice evento media si trasforma in una gara senza esclusione di colpi. A dettar legge l’R-link di Zoe che in una delle sue tante schermate fornisce anche il consumo istantaneo, quello medio, e il totale compreso dell’energia “recuperata in frenata” queste informazioni unite al tempo di utilizzo, e la velocità media sono stati i nostri riferimenti durante la gara.
Una vittoria ragionata
10 giri in 17 minuti significano un tempo medio di circa 1’40” sul giro. Il mio primo obiettivo perciò è stato quello di girare costantemente sotto a questi riferimenti. Tutto il resto è frutto di alcuni calcoli pregara e un po’ di mestiere in pista accumulato in gare di velocità, ma anche e soprattutto competizioni ecorace. L’imperativo in questi casi è mantenere una velocità di percorrenza in curva alta. Il tracciato di Modena è abbastanza tortuoso, e in alcuni tratti tenere la Zoe sopra i 60 km/h è stato impegnativo, ma divertente. L’assetto è abbastanza cedevole, da citycar, ma la tenuta è buona. La distribuzione dei pesi nelle auto elettriche non è perfetta, ma è sopperita dal baricentro basso delle batterie e del motore. Lo sterzo è preciso e mi ha permesso di pennellare al meglio le traiettorie, lasciando scorrere il più possibile la vettura in curva, allargando le linee quando I 205/55 R17 Michelin a bassa resistenza di rotolamento stridevano, e stringendo quando si poteva forzare ancora per percorrere meno metri possibili. Non conoscendo la Zoe, mi sono fidato dell’istinto. Il dubbio più grande era quello legato al recupero dell’energia in frenata. Conviene appoggiare il piede sul freno per far ricaricare o sfruttare l’inerzia solamente togliendo il gas e ricaricando meno? Tra le due ho preferito una via di mezzo! Breve frenata in ingresso, chiusura gas fino a centro curva e poi di nuovo con il piede leggero per mantenere la corretta velocità di percorrenza. In uscita, ci vuole molta pazienza. Assolutamente vietato dare gas in maniera repentina e profonda. La Zoe risponde prontamente al pedale, perciò bisogna evitare di cedere alla tentazione e quando si è in circuito non è mai facile. Superati in apnea i 10 giri ( si gira in modalità Eco, a vetri chiusi, fari spenti e senza clima!) l’unica certezza è che ho tenuta una buona media sul giro, costante e veloce e che ho rispettato il tempo imposto. Ma mai avrei pensato di vincere la gara. E invece quando meno te l’aspetti… Valerio Boni di Panoramauto terzo classificato, ad Andrea Fiorello di autoappassionati il secondo gradino del podio e…. Claudio Galiena per autoblog.it primo assoluto! Che soddisfazione! Non ci possiamo lamentare, quindi, speriamo solo che questi eventi siano sempre più frequenti. Le premesse ci sono tutte, bell’evento, bella pista e bella Zoe, ma quando la rifacciamo? Appuntamento all’anno prossimo, ancora più combattivi e decisi.