Ponte sullo Stretto di Messina: per Pietro Ciucci, ad Anas, “è un’opera necessaria”.
Si torna a parlare del ponte sullo Stretto di Messina, fra i temi caldi del dibattito politico italiano negli ultimi 15 anni. A “ravvivare il fuoco” delle polemiche sono state le dichiarazioni dell’ amministratore delegato dell’ANAS, Pietro Ciucci, che ha definito questa infrastruttura una “necessità”
Stanno destando innumerevoli reazioni dal mondo della rete e da quello politico le dichiarazioni di Pietro Ciucci, ad ANAS: nel suo intervento sulle reti europee (Ten) organizzato al decimo congresso della Fit-Cisl, Ciucci ha ribadito la “necessità” di realizzare il ponte sullo Stretto di Messina; un’ infrastruttura indispensabile per dare vita al corridoio europeo Helsinki-Valletta, uno dei quattro Core Network Corridors. Ciucci è anche l’ex amministratore della società Ponte sullo Stretto, attualmente in liquidazione per opera dall’ex ministro dell’Economia del Governo Monti, Vittorio Grilli, che nei giorni scorsi ha dato il via libera al decreto per lo scioglimento della società. Secondo quanto dice Ciucci…
“Appare poco plausibile il corridoio Helsinki-Valletta senza un collegamento stradale da Napoli in poi; infatti la proposta della Commissione Europea individua quali sezioni predefinite del corridoio la ferrovia Napoli-Reggio Calabria e Messina-Palermo e, via mare, Palermo-Valletta. Non viene specificato come collegare la Calabria alla Sicilia e rimane quindi la necessità di un ponte sullo Stretto: ferroviario ma anche stradale. Il progetto consiste di un ponte misto e lungo su una distanza di 3,33 chilometri tra i due piloni principali sullo stretto di Messina che collegherà l’isola più popolata del Mediterraneo (cinque milioni di abitanti) al resto dell’Europa. Questo collegamento rappresenterà un caposaldo infrastrutturale per l’Europa le cui dimensioni sono paragonabili a quelle del ponte Oresund. In merito è opportuno precisare che, poiché il Piano Economico e Finanziario dell’Opera non ha mai previsto, in via prudenziale, alcun contributo europeo a fondo perduto, l’eventuale approvazione della nuova proposta di sviluppo della Ten-T (si tratta delle reti di trasporto trans-europee, in acronimo TEN-T, dall’inglese Trans-European Networks – Transport),non implicherebbe una riduzione di risorse per il Ponte. Il nuovo status di opera non prioritaria potrebbe, tuttavia, rendere più difficile l’accesso agli strumenti finanziari che la Bei (Banca europea per gli investimenti) mette a disposizione nonché, in generale, ai mercati finanziari, tenuto conto dell’attuale situazione di tensione e volatilità degli stessi. Peraltro, va evidenziato che nella medesima proposta della Commissione Ue il Fehmarn Belt, un progetto assimilabile per certi aspetti al Ponte sullo Stretto di Messina, è stato confermato quale progetto prioritario nell’ambito del suddetto nuovo Corridoio multimodale 5 Helsinki-La Valletta. Tale infrastruttura, che dovrebbe collegare la Danimarca alla Germania, è attualmente in fase di progettazione preliminare e nell’esercizio 2011 ha beneficiato di contributi europei a fondo perduto per un ammontare pari al 42% dei costi sostenuti nel medesimo anno”.
Idee che trovano evidentemente in accordo il Presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti:
“Nel ventunesimo secolo in Italia ancora non si riesce a comprendere l’importanza strategica delle infrastrutture, utili per lo sviluppo economico di tutto il paese e non solo di una determinata zona. Così mentre il resto del mondo ci sorpassa costruendo in poco tempo e in aree altamente sismiche ponti ben più lunghi di quello sullo Stretto da noi dopo trent’anni ancora si discute se realizzarlo o meno ed intanto abbiamo perso sia in competitività sul mercato del lavoro che nella partita a chi riesce ad attirare più investitori stranieri sul proprio territorio. Fa bene Ciucci a ricordare che senza l’opera viene meno il corridoio Helsinky – La Valletta, a questa riflessione io sottolineo con forza l’importanza dell’infrastruttura anche per realizzare l’alta velocità in un tracciato completo che va da Nord a Sud dell’Italia. Se vogliamo rilanciare davvero il nostro paese e il Mezzogiorno dopo questa violenta crisi economica che ha investito il mondo, dobbiamo mettere da parte ogni tipo di pregiudizio verso le grandi opere e pensare allo sviluppo per il bene della società”.
Tuttavia non mancano le reazioni negative alla proposta da parte di Nichi Vendola, di Sinistra Ecologia e Libertà:
“Pensavamo davvero che la storia incredibile del Ponte sullo Stretto fosse ormai un capitolo chiuso. Oggi, vediamo che forse non è cosi. Pensavamo che fosse chiaro a tutti che il progetto era insostenibile e irrealizzabile. Pensavamo e pensiamo che il Ponte sullo Stretto sia un’opera strategica, per le mafie: più che ad unire due coste, serve ad unire due cosche. Aspettiamo di sapere cosa ne pensa, allora, il Presidente del Consiglio Letta”.
Scetticismo anche da parte del Presidente della Commissione Trasporti della Camera, Michele Meta, che ha dichiarato:
“Il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina è stato superato nei fatti dalla mancanza di risorse e dalla necessità di concentrare gli sforzi per garantire la continuità territoriale del Mezzogiorno con il resto del Paese, migliorando soprattutto i collegamenti ferroviari e riprendendo il progetto delle autostrade del mare verso il quale si è nutrita troppa diffidenza in questi anni. Prima di pensare ad opere faraoniche, e difficili da realizzare in questo momento storico – aggiunge – bisognerebbe sforzarsi di riequilibrare i trasporti, in particolare delle merci, in favore del ferro liberando la rete autostradale e contribuendo in questo modo a diminuire le emissioni inquinanti”.
E voi cosa pensate di questa complicata questione? Rispondeteci attraverso il sondaggio e nei commenti!