Le Ferrari disegnate da Antonio Piovano
Antonio Piovano ci racconta come nascono i suoi quadri, con immortalate le Ferrari più belle di sempre…
Una volta che ti entra nel sangue, e arriva al tuo cuore, la passione per il mondo delle auto ti accompagnerà per tutta la vita. Una dipendenza (in senso positivo, ovviamente) che ha contagiato, e contagerà, innumerevoli persone. Una di queste è il nostro lettore Antonio Piovano, designer di grande esperienza nonché testimone dell’evoluzione del design Fiat e Lancia degli ultimi decenni. Qualche tempo fa avevamo realizzato una particolare intervista ad Antonio (che ritrovate qui sotto) nella quale, oltre a raccontarci alcune interessanti esperienze lavorative, traspariva chiaramente un profondo amore per il settore.
Nell’articolo odierno l’attenzione si focalizza su una serie dei suoi quadri, realizzati nel corso degli anni per diletto, dedicati ad alcune delle Ferrari più belle di sempre…
Senza tanti giri di parole lasciamo subito spazio ad Antonio, che ci spiega da dove nascono e come realizza questi stupendi disegni:
“Un po’ per passione, un po’ per deformazione professionale, 25 anni fa ho cominciato a dipingere Ferrari per il Red Passion Owners Club di Torino con tecniche miste (gessetto-ecoline-acquerello). Successivamente sono passato al tempera su cartoncino nero ruvido, dopo aver visto i primi figurini originali di Giugiaro ai primordi della sua lunga e intramontabile carriera di designer.
Fu allora che decisi di dipingere le più belle Ferrari della storia utilizzando rigorosamente immagini derivate da riviste, brochure ufficiali (distribuite in occasione dei Saloni internazionali dedicati al mondo dell’Automotive) e immagini scaricate da internet.
Le foto stampate vengono ingrandite fino a circa 60 cm di lunghezza (le dimensioni dei quadri sono infatti 50 per 70) poi sporcate sul retro con gessetto, facendolo aderire bene alla carta con un batuffolo di cotone. A questo punto si ricalca meticolosamente la foto su cartoncino con una matita dura servendosi di curvilinei ed ellissi. Si stendono poi i colori a tempera curando le luci e le ombre. Dulcis in fundo, si danno i cosiddetti colpi di luce per far brillare i cerchi e la carrozzeria.”
Il discorso si chiude, meritatamente, con una punta d’orgoglio:
“Nell’anno del centenario della nascita di Enzo Ferrari sono stato chiamato da Sergio Cassano (primo fondatore del club Ferrari) a partecipare alla mostra ”L’arte e il mito” figurando tra i 92 pittori (famosi e non) di tutto il mondo scelti per esporre le loro opere.”
Speciale Amarcord: i fratelli Piovano
Durante il classico appuntamento del lunedì con la Rubrica Amarcord qualche settimana fa abbiamo raccontato il processo evolutivo dell’Autobianchi Y10. Nei giorni successivi alla pubblicazione il Sig. Antonio Piovano ci ha inviato alcuni disegni della vettura italiana realizzati da suo fratello Adriano. Non si tratta di opere qualunque, come gli appassionati più esperti avranno già intuito, in quanto il Sig. Adriano in quel periodo lavorava presso il Centro Stile Fiat e dai suoi disegni sono nate le linee che hanno caratterizzato la Y10.
“Oltre ad inviarvi alcuni disegni originali che ho fatto per la vettura (all’epoca ero designer in Fiat) volevo precisare che anche il modello in scala (unico modellino in scala realizzato) 1 a 5 è stato modellato da me. Il direttore del Centro Stile Fiat di quell’epoca, il cavalier Gian Paolo Boano, ha incaricato per lo sviluppo del progetto il sottoscritto e mio fratello, dando precise indicazioni sulla forma della vettura il cui portellone nero doveva ricordare gli schermi televisivi scuri. La linea a cuneo doveva essere molto marcata ma semplice. Io e mio fratello abbiamo seguito anche lo sviluppo degli esterni e mio fratello ha poi realizzato il restylig pesante del posteriore e anteriore. Ora, dopo aver lavorato per 40 anni al Centro Stile ed essere stati testimoni dell’ evoluzione del design Fiat e Lancia di tutti quegli anni siamo da qualche mese in pensione.”
Nel corso degli anni i fratelli Piovano hanno lavorato su numerosi progetti automobilistici di rilievo e conosciuto tantissime personalità che hanno scritto, e scrivono tuttora, importanti pagine della storia dell’automobilismo. Nelle prossime righe vi proporremo una doppia storia-intervista ad Adriano e Antonio, che ringraziamo per la gentilezza e la disponibilità dimostrata, nella quale ci descriveranno i loro inizi, la cosa che hanno amato e odiato di più del loro lavoro, i personaggi a cui sono legati di più, alcuni simpatici aneddoti e tanto altro ancora…
E ora, la parola ad Adriano Piovano:
Mi sono avvicinato a questo mondo per passione, quando avevo 13 anni. Le auto mi erano sempre piaciute e ho pensato, visto che mi piaceva molto tutto ciò che era disegno e arte figurativa, di provare a disegnarle. All’inizio le copiavo ma poi ho deciso di fare di ogni modello la mia versione e interpretazione. La cosa più bella di questo lavoro è quella di poter vedere tradurre un’ idea, un disegno, in una vettura che poi viaggerà sulla strada. A tutto ciò bisogna poi aggiungere il piacere di conoscere personaggi straordinari, che nel prosieguo della loro carriera diventeranno vere e proprie “star” di questo affascinante mondo. Lavorare a progetti importanti con il proprio gemello, ti permette di avere sempre un’intesa perfetta. Devo però precisare che dal 1991 sono stato assegnato al nuovo Centro Stile Lancia fondato in quella data, e così le nostre strade si sono separate sino al 2001, anno del mio rientro al Centro Stile Fiat.
Ricordo volentieri tutti i personaggi dell’Automotive che ho conosciuto, specialmente quelli con cui ho lavorato magari prima come collega e che poi sono diventati miei responsabili. Ho lavorato in Centro Stile Fiat con Walter De Silva, Chris Bangle, Andreas Zappatinas, con l’ing. Leonardo Fioravanti e Lorenzo Ramaciotti, con il dr. Roberto Giolito e Andreas Wuppinger. In Lancia, invece, con l’ing. Enrico Fumia, l’architetto Flavio Manzoni, Marco Tencone, Mike Robinson, Rossella Guasco e Alberto Dilillo. Con alcuni di loro sono tuttora molto legato tanto da sentirli periodicamente, come Roberto Giolito e Flavio Manzoni. Fra i vari aneddoti che ricordo con piacere vi posso raccontare di quando l’ing. Fioravanti, prima di mandarmi a seguire l’Ulisse in PSA a Parigi, mi chiese se conoscessi il francese. Io risposi: solo a livello scolastico! Lui mi disse di non preoccuparmi perché conoscevo la lingua più internazionale del mondo, il Design!
La vettura che recentemente mi ha emozionato di più è senza ombra di dubbio LaFerrari. Questo perché nel maggio del 2010 ho avuto il privilegio di essere chiamato da Flavio Manzoni a modellare e dare forma alle primissime idee di questa straordinaria auto per due mesi, come modelli 1:4. E’ stato il coronamento di una vita da designer (40 anni) e sarò eternamente grato al mio amico Flavio per avermi offerto questa opportunità e al mio amico Roberto Giolito (mio responsabile all’ epoca) per avermela concessa! Dulcis in fundo, il consiglio che mi sento di dare a coloro che vogliono fare il mestiere di designer è quello di scegliere questo stupendo lavoro non per denaro ma solo per passione! Questa è la risposta che ho dato ai miei allievi dello IED di Torino, dove insegno modelling , che mi chiedevano se questo mestiere rendesse ricchi e famosi.
Dopo l’interessante storia di Adriano ecco la versione di Antonio Piovano:
Il design ci ha permesso di esprimere al meglio le nostre idee pur rimanendo nelle richieste a volte molto restrittive del breafing di prodotto da cui ogni stilista parte per avviare la sua ricerca di stile tramite bozzetti, prospettive a colori e disegni a quattro viste (il cosiddetto piano di forma, ora completamente abbandonato nell’era del computer e sviluppato con le matematiche di stile di classe”C’). La soddisfazione più bella era quando il tuo responsabile sceglieva fra i bozzetti di tutti i designer il tuo da sviluppare e trasformare in modellino 1:4 e poi in modello reale 1:1. La cosa meno bella di questo mestiere e che non sempre (anzi quasi mai) il tuo progetto mantiene nello sviluppo le caratteristiche del bozzetto iniziale, per motivi tecnici–funzionali. Questa è la più grossa spina nel fianco per i designer alle prime armi. Con mio fratello ci siamo sempre confrontati lealmente nel corso degli anni e durante lo sviluppo dei progetti a noi assegnati.
Nel corso degli anni mio fratello è stato poi assegnato al Centro Stile Lancia, dove ha sviluppato alcuni progetti importanti come la nuova Y e la Thesis. Io, invece, ho continuato a disegnare per Fiat: per il Brasile ho seguito tutte le Palio (nelle sue varianti 2V-3v-SW-PICK-UP) e lo sviluppo (con i Turchi) del primo Doblò con Giugiaro, il suo restyling e l’ultimo Doblò attualmente in produzione. Grazie a questo lavoro ho conosciuto Walter De Silva (nostro coetaneo) con cui abbiamo imparato dal signor Mottino (responsabile della modellazione) a fare i modelli 1:4. Al Centro Stile si sono succeduti come responsabili del Design (e come nostri capi) i più celebri stilisti del mondo delle quattro ruote come Chris Bangle, Leonardo Fioravanti, Frank Stephenson, Flavio Manzoni, Lorenzo Ramaciotti e Roberto Giolito.
Fra tutti i personaggi che ho conosciuto devo dire di essere molto legato a Giugiaro, con cui ho collaborato per vari anni seguendo la Palio e il Doblò. Una volta mi ricordo che parlando della sua storia nel campo del design mi disse: sa signor Piovano io dovrei assumerla perché in fatto di cultura dell’automobile è la mia memoria storica e mi ricorda il mio passato. Riguardo i progetti stilistici sicuramente quelli di una volta erano più liberi di quelli attuali, così costretti a seguire le tendenze del mercato e le esigenze della crisi globale dell’auto. Fra le vetture attuali quella che più mi affascina, e non solo perché è una Ferrari, è la F12 Berlinetta: un concentrato di equilibrio di linee e contro linee che esprime sportività in tutti i suoi particolari anche più nascosti.
Nel campo delle vetture di ampia produzione, invece, continua a piacermi la Fiat 500 del mio amico Giolito che secondo me resterà nel tempo la migliore reinterpretazione di una vettura di grande successo dei tempi passati. Ai giovani designer che vogliono intraprendere questo mestiere voglio dare due consigli. Il primo e che devono coltivare la memoria storica dell’automobile perché e da lì che si parte per fare dello Stile Nuovo (cosa che tanti giovani designer non conoscendo reinventano stilemi già visti nel tempo). Come seconda cosa voglio mettere in evidenza che questo mestiere non rende ricchi, non fa fare carriera a tutti ma di sicuro da grandissime soddisfazioni e permette di conoscere un mondo sempre più affascinante e complesso, aperto al futuro che verrà.
[Il Sig. Antonio attualmente continua a disegnare per passione. I disegni Ferrari che potete ammirare nella gallery sono stati fatti per un Club del Cavallino Rampante assieme all’originale dei piatti annuali limonge.]
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Per chi si fosse perso le scorse puntate, abbiamo parlato di:
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