Home Auto storiche Ferrari 348: 30 anni per l’auto storica a 8 cilindri di Maranello

Ferrari 348: 30 anni per l’auto storica a 8 cilindri di Maranello

Sono passati tre decenni dal suo debutto in società, ma la Ferrari 348 è ancora affascinante, con le sue linee molto piacevoli e le melodie preziose del suo motore.

La Ferrari 348 è stata presentata al Salone dell’Auto di Francoforte, nel mese di settembre del 1989. Oggi ha 30 anni, ma li porta molto bene. Erede della 328 GTB, questa vettura ha interpretato in modo diverso il tema della berlinetta con motore V8 disposto in posizione posteriore centrale. A differenza dell’antesignana, qui il cuore è longitudinale, con cambio trasversale a 5 velocità più retromarcia.

La sigla dei primi due modelli sbocciati, TB e TS, si riferisce proprio a questo elemento di caratterizzazione e illustra inoltre la natura di berlinetta o spider (con tettuccio rigido asportabile) delle versioni degli esordi, cui nel tempo si è aggiunta la spider con classica capote in tela. Poi è venuto il turno di altre varianti.

La Ferrari 348 sposa un approccio stilistico chiaramente ispirato a quello della Testarossa, di cui è una specie di interpretazione in scala. La parentela si nota, in modo particolare, sulle fiancate, con le vistose lamelle sulle prese d’aria, e sullo specchio di coda, con la griglia di copertura dei gruppi ottici posteriori. Il design, firmato Pininfarina, è dovuto all’estro creativo di Leonardo Fioravanti. A distanza di anni resta sempre molto bello e affascinante.

Il propulsore offriva inizialmente una potenza di 300 cavalli (295 in quella catalizzata): oggi può sembrare un valore relativamente basso, ma all’epoca era di riferimento nello specifico segmento di mercato. Dalla sua un sistema integrato di accensione/iniezione Bosch Motronic. Le performance era più che adeguate, con una velocità massima superiore ai 275 km/h. Il passaggio da 0 a 100 km/h veniva coperto in 5″6, mentre dopo circa 20″ i 200 km/h erano già un ricordo. Per percorrere 1000 metri con partenza da fermo bastavano 25″7.

Una delle caratteristiche innovative della Ferrari 348, la cui sigla numerica sta per 3.4 litri a 8 cilindri, era il telaio semi-monoscocca ad alta resistenza torsionale, in luogo della classico traliccio tubolare in acciaio. Fu questa la prima “rossa” prodotta in serie senza quella tipologia di chassis ed anche la prima opera completamente nuova di Maranello partorita dopo la scomparsa di Enzo Ferrari, avvenuta il 14 agosto 1988.

La 348 aveva un comportamento agile e reattivo, grazie anche all’adozione del carter secco, che ha permesso di collocare il motore più in basso 13 cm rispetto ai modelli precedenti. Gradevole l’allestimento dell’abitacolo, che si offriva con una bella presa visiva. Notevole, come sempre, l’uso di pellami pregiati.

Questa supercar fu commercializzata fino al 1995, prima di cedere il passo alla sua erede, la F355. Durante la permanenza in listino si è offerta in varie declinazioni. Nel 1993 giunse la versione Spider, con spoiler e minigonne in tinta con la carrozzeria e motore portato a 320 cavalli di potenza. Poi lo stesso cuore venne mutuato dalle altre varianti, che assunsero la sigla di 348 GTB e GTS.

Le performance ne trassero giovamento, con un miglior comportamento stradale, frutto di alcuni affinamenti, e con un quadro prestazionale più incisivo: il tempo per passare da 0 a 100 km/h si ridusse a 5″4, la velocità massima crebbe a 280 km/h. Ancora più rapida la 348 GT Competizione, serie limitata prodotta del 1994, con 330 cavalli di potenza. Qui l’allestimento è più racing, il peso più contenuto, il carattere più energico.

Da segnalare anche, nella famiglia 348, la Serie Speciale destinata agli USA, con alcune modifiche estetiche, la più importante delle quali l’assenza della griglia posteriore a copertura dei gruppi ottici. Particolari nello stile i 22 esemplari di 348 personalizzati da Zagato, con una fisionomia profondamente diversa rispetto al modello di partenza. Complessivamente la 348 fu prodotta in 8.708, con una netta prevalenza di TS.

Da citare l’impiego sportivo del modello, con la Challenge (strettamente imparentata con la vettura di serie), destinata all’omonimo monomarca del “cavallino rampante” (nato con lei). Più estrema la Ferrari 348 GTC Michelotto sviluppata in 11 pezzi dal celebre preparatore italiano per la 24 Ore di Le Mans, dove un esemplare nel 1994 giunse all’11º posto assoluto.

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