Le 5 auto più belle della collezione di Ralph Lauren
Ralph Lauren ha un incredibile garage, con auto spettacolari. Questo è il frutto della sua passione per la Ferrari e, più in generale, per tutti i gioielli dell’arte motoristica.
Ralph Lauren ama le auto da sogno e ne custodisce tante nel suo garage. Lo stilista statunitense, del resto, ha un patrimonio stimato di 7.2 miliardi di dollari. Con una simile ricchezza comprare le migliori fuoriserie non è un problema.
Tutti nella galassia della moda conoscono la sua passione per i capolavori a quattro ruote ed anche fuori dall’universo fashion l’imprenditore e creativo d’oltreoceano è noto per i gioielli custoditi a casa. Bastano due nomi per dare un’idea sulla sua raccolta: Ferrari 250 GTO e Bugatti Atlanti 57 SC. Basterebbe anche una di queste vetture per rendere stellare ogni collezione, ma Ralph Lauren si è spinto oltre, molto oltre.
Decine le sue macchine preziose, firmate anche Mercedes, Jaguar, Porsche, Alfa Romeo, Bentley e McLaren. La parte del leone, però, la fanno le Ferrari. Numerose, esclusive e fantastiche le “rosse” a lui intestate. Difficile scegliere le 5 auto più belle della raccolta del maestro statunitense, noi ci abbiamo provato, evitando di riempire la lista con le sole opere del “cavallino rampante” (la tentazione era forte). Ovviamente non abbiamo la pretesa di aver scritto la Bibbia, quindi comprendiamo eventuali punti di vista diversi: de gustibus non est disputandum!
Passare in rassegna tali bellezze è come immergersi in un mondo parallelo, fatto di magia a quattro ruote. Questa tela da sogno si avvicina alla perfezione. Gli esemplari scelti per il nostro post sono di una bellezza sublime e rappresentano il sogno di ogni appassionato. Seguiteci nel nostro viaggio alla loro scoperta. Non ve ne pentirete.
Ferrari 250 GTO
Quando si parla di eccellenza motoristica citare la Ferrari 250 GTO è un atto dovuto, perché in essa si condensa la storia del “cavallino rampante”. Superfluo dire che si tratta di un capolavoro assoluto: lo sanno tutti! Questa creatura miscela passione, bellezza e successi nelle corse.
Se l’estetica è quella di una scultura, non meno prezioso è il resto. A dominare la scena ci pensa un motore a 12 cilindri di 3 litri, disposto anteriormente in posizione longitudinale, derivato dal propulsore della Testa Rossa. Grazie alla potenza vicina ai 300 cavalli, la 250 GTO sfiora i 290 km/h di velocità di punta.
L’alimentazione è affidata a una batteria di 6 carburatori doppio corpo, posti al centro della V che separa le due bancate. Il cambio a 5 rapporti sincronizzati si trova dentro l’abitacolo, per una più efficace distribuzione dei pesi. La posizione arretrata del motore migliora l’handling. I freni sono a disco, per contrastare la sua foga.
Lo sviluppo dell’auto, progettata da Carlo Chiti e Giotto Bizzarrini, venne affidato al giovane Mauro Forghieri, che si dimostrò all’altezza della situazione. Nel palmares della Ferrari 250 GTO ci sono tre allori iridati raccolti tra il 1962 e il 1964. Incredibile la lista dei suoi successi.
Questa vettura è la sintesi del mito di Maranello. Nessun altro modello è riuscito ad entrare nel cuore degli appassionati come lei. I successi a ripetizione, l’armonia dei volumi, la potenza del motore, la resistenza alla fatica e le musicalità meccaniche espresse ad ogni azione sul pedale gas hanno lasciato un segno indelebile nella storia. Impossibile resistere al richiamo delle sue seduzioni.
Ferrari 250 Testa Rossa
Bellissima e vincente: due aggettivi che descrivono bene la Ferrari 250 Testa Rossa, nel cui palmares ci sono tre mondiali marche: quelli del 1958, 1960 e 1961. Credo che basti per avere un’idea del suo profilo prestazionale, sul quale nessuno nutriva dubbi.
Gli 800 kg di peso sono lanciati alle velocità più elevate da un robusto 12 cilindri di origine Colombo, affinato da Carlo Chiti. Alimentato da 6 carburatori Weber, sviluppa una potenza di 300 Cv a 7200 giri al minuto. Il suono che emana produce immense scariche di adrenalina, come da tradizione.
La 250 Testa Rossa ha brillato in gara, dove era un vero rullo compressore. Ha raccolto successi ovunque e si è ritagliata un posto di primo piano nella storia del “cavallino rampante”. Nel 1959 si arricchì dei freni a disco e di altre significative modifiche, che ridussero il peso, fermando l’ago della bilancia su un valore inferiore di 50 Kg. La carrozzeria, realizzata da Fantuzzi, venne affinata dal maestro Pinin Farina, che la rese più fluida.
Sparirono le profonde feritoie di raffreddamento dei tamburi e il muso assunse una diversa caratterizzazione. Divenne monolitico e a corpo unico, senza la scalfiture che tanta personalità davano alla versione precedente. In alcuni esemplari spuntò un cupolino trasparente in plexiglas nel cofano motore, che lasciava ben in vista i tromboncini di aspirazione. Una soluzione, quella di far vedere gli organi meccanici, ripresa da altri modelli di produzione successiva. Ma l’eredità più grande lasciata dalla 250 TR è la testimonianza storica.
Bugatti Atlantic 57SC
Non bisogna essere degli addetti ai lavori per capire che si tratta di una delle auto storiche più preziose al mondo. Questa vettura è per Bugatti ciò che la 250 GTO è per Ferrari. Stiamo parlando di un autentico capolavoro, le cui forme esprimono una sublime bellezza. A renderla ancora più speciale concorre il fatto che esistono solo tre esemplari al mondo: del quarto costruito non si hanno notizie dalla seconda guerra mondiale.
Elegante, sportiva, lussuosa e rara, la Atlantic è una delle opere di Molsheim più esclusive e preziose di sempre. Una vera leggenda, che si è fissata in modo indelebile nella storia dell’auto e dell’automobilismo. Facile subire il trasporto delle sue linee flessuose e intriganti, che lasciano il segno.
Prodotta tra il 1936 e il 1938, la Bugatti Type 57 SC Atlantic è un’icona in termini di classe, qualità e prestazioni. Unica al suo tempo, continua ad esserlo ancora oggi. Fra i segni distintivi dello stile c’è la cucitura rialzata che corre verticalmente dalla cerniera del cofano motore alla coda. Come una pinna affilata, divide il corpo nel mezzo.
Questa coupé, ideata da Jean Bugatti, figlio di Ettore Bugatti, era plasmata in alluminio. Il suo posto guida era a ridosso del retrotreno. Spesso definita la prima supercar della storia, la Atlantic era spinta da un cuore a 8 cilindri, da 3.3 litri di cilindrata, con 200 cavalli di potenza all’attivo. Un serbatoio energetico sufficiente per fare più di 200 km/h di velocità massima.
Ferrari 250 GT SWB
La Ferrari 250 GT Berlinetta passo corto, nota come SWB (Short Wheel Base), è un’auto da sogno, che ogni collezionista vorrebbe nel suo garage. Superfluo dire che stiamo parlando di un capolavoro assoluto, entrato a pieno titolo nella storia delle opere a quattro ruote, dove occupa un ruolo di primissimo piano.
La carrozzeria in alluminio poggia su una rigida struttura in tubi di acciaio, con passo ridotto (di 20 cm) rispetto alle realizzazioni precedenti. Il contenimento dell’interasse nacque dal desiderio di rendere la nuova granturismo più maneggevole ed efficace della Tour de France, di cui prese il posto. La migliore distribuzione dei pesi concorse a determinare un comportamento stradale ancora più incisivo.
Negli anni Sessanta vinse una quantità incredibile di gare, in mano a portacolori ufficiali e gentleman drivers. La sua incantevole linea raggiunge l’apice della bellezza nel volume posteriore, muscoloso ed armonico, che ben si sposa col frontale aggressivo e carico di rabbia corsaiola. Un muso cattivo e prestante, non privo di quella sublime grazia che si coglie in tutta l’irresistibile carrozzeria dello splendido gioiello, firmato ancora una volta Pininfarina.
È senza ombra di dubbio uno dei più grandi capolavori di tutti i tempi. Circa 200 gli esemplari prodotti, compresa la serie stradale. Alle 120 versioni da competizione, con 280 cavalli all’attivo, prodotti da un magnifico 12 cilindri a due bancate di tre litri, si sono affiancate infatti alcune berlinette in allestimento Lusso, con motore da 240 cavalli.
Mercedes-Benz 300 SL
La Mercedes 300 SL è una delle opere più apprezzate dell’universo automobilistico. Presentata nel febbraio del 1954 all’International Motor Sports Show di New York, questa vettura sfoggia una linea e delle credenziali costruttive che l’hanno elevata al rango di vera icona del settore.
L’appeal della 300 SL deriva soprattutto dalla fluidità delle forme, che esprimono eleganza e forza dinamica, in un insieme proporzionato e seducente. Fra i suoi elementi più fascinosi, spiccano le porte ad “ali di gabbiano“, la cui originalità ha segnato il destino del modello, conosciuto nel mondo con tale nome di battesimo.
La storia di questa creatura della stella, nata in 1400 esemplari, si lega a quella dell’importatore americano Maximilian E. Hoffman, che convinse la casa madre a progettare un’auto derivata dal modello da corsa W 194. Il risultato è ancora oggi sbalorditivo. La produzione in serie venne avviata nell’agosto del 1954, al prezzo stratosferico di 29 mila marchi. Un vero tesoro, se si considerano i parametri di riferimento dell’epoca.
Il telaio a traliccio tubolare, leggero e resistente, ospita una carrozzeria in lamiera di acciaio, con cofano motore, coperchio del portabagagli e rivestimenti esterni delle porte in alluminio. Il tutto per un peso in ordine di marcia di 1295 chilogrammi. Quanto basta per consentire alla vettura, spinta da un propulsore da 215 cavalli, di raggiungere i 260 km/h. Oggi per accaparrarsi uno di questi gioielli occorre spendere cifre davvero importanti. Uno sforzo che ogni buon collezionista deve affrontare.