De Tomaso verso la chiusura definitiva?
La famiglia Rossignolo chiede il Concordato Preventivo come ultima mossa per risanare i conti
“Ma una cosa è certa: noi non molliamo“: queste le parole di Gianluca Rossignolo parlando dei problemi della De Tomaso quasi un anno fa. Con il tempo però la situazione all’interno del marchio italiano si è pian piano aggravata arrivando agli attuali 25 milioni di euro di debiti che la famiglia Rossignolo sta tentando di risanare tramite la procedura di concordato preventivo. Anche l’ipotesi dell’inserimento di produzione BMW all’interno dello stabilimento di Grugliasco pare quindi totalmente sfumata vista sia la ridotta capacità produttiva della fabbrica, sia la spietata concorrenza europea.
Il concordato preventivo è il finale e disperato tentativo di evitare la chiusura da parte di Gian Mario Rossignolo, che ha lasciato le sorti della De Tomaso nelle mani del Tribunale di Torino. La strada si preannuncia in salita vista la grande quantità di debiti accumulati ma secondo la famiglia Rossignolo questa era l’unica soluzione possibile. Solo pochi mesi fa il gruppo Hotyork di Hong Kong aveva aperto uno spiraglio di luce, proponendosi per finanziare l’impresa, senza però poi concretizzare la proposta. Durante la vicenda sarebbero addirittura stati utilizzati alcuni documenti di rendicontazione falsi che avrebbero dovuto attestare un versamento di 500 milioni di euro a favore della società italiana ma che in realtà non sono mai esistiti.
Nel frattempo, per gli oltre 1.000 dipendenti delle due fabbriche di Grugliasco e Livorno, il Ministero dello Sviluppo Economico ha aperto la cassa integrazione per un anno, continuando la trattativa con i sindacati che vorrebbero trovare un modo per mantenere aperte le fabbriche. La De Tomaso si apprestava a lanciare la crossover SLC, poi rinominata Deauville, che ancora prima del lancio aveva ottenuto ben 1.450 ordini, secondo quanto detto durante la conferenza stampa di presentazione a Palazzo Chigi da Gian Mario Rossignolo. In cantiere anche la nuova De Tomaso Pantera, sportiva a motore centrale che avrebbe dovuto debuttare esattamente 40 anni dopo il lancio della prima versione della vettura.