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AMG prende le distanze da Ducati ed Audi pensa al futuro: il commento di Autoblog

Un commento sulla vicenda Audi e Ducati, senza dimenticare gli ex amici AMG


Dopo aver raccontato nei giorni scorsi l’acquisizione di Ducati da parte di Audi, vediamo insieme come si è evoluta la vicenda, premettendo che in questo post parleremo molto di motociclismo. Facciamo allora un passo indietro. Era l’inizio di Aprile, quando Joachim Schmidt, Responsabile Vendite e Marketing, in occasione del Salone di New York aveva dichiarato personalmente “Siamo molto soddisfatti della partnership con Ducati, e ci farebbe piacere continuare tale rapporto, ma noi ci dobbiamo focalizzare su automobili, truck, autobus e veicoli commerciali che rappresentano il nostro principale interesse ed il nostro obiettivo“. Come a buttare benzina sul fuoco sul sempre più intenso vociferare intorno alla proposta di acquisto da parte di Audi verso Ducati, azienda con la quale Mercedes aveva una forte partnership attraverso il marchio AMG.

Poche settimane dopo, l’acquisto di Ducati da parte di Audi è già cosa fatta: l’azienda di Ingolstadt acquista quella bolognese per 860 milioni di Euro. Un pò meno rispetto al miliardo di euro chiesto due mesi fa da Investindustrial e dalla famiglia Bonomi, ma comunque una cifra superiore a quanto davano come valutazione di mercato alcune società di rating.

Non si fa attendere la risposta Mercedes, arrivata ieri: in una nota l’azienda prende ovviamente le distanze del brand AMG nei confronti di Ducati, che è ora in “mani nemiche”. Stoccarda fa così sapere, questo il succo della dichiarazione, che l’acquisto della Casa motociclistica emiliana da parte di un competitor pone fine immediata ad ogni ulteriore collaborazione tra le parti. Un rapporto che dalla fine del 2010 ha portato ad entrambi grandi risultati nell’ambito della comunicazione, dei prodotti e dello sport. L’obiettivo di AMG non è mai stata l’acquisizione di Ducati, dice quindi Mercedes: la nostra azienda deve concentrarsi nella realizzazione di prodotti premium nel settore delle auto ad alte prestazioni.

Questo il testo originale in inglese: “Since the end of 2010 a successful marketing cooperation has existed between AMG and Ducati. The company takeover by a rival car manufacturer has understandably resulted in the end of any further collaboration. The takeover of Ducati was never our aim – our focus lies clearly in developing and producing premium performance cars and we will be concentrating all our energy on this”.

Management Ducati confermato, De Meo non si sposta

Presentazione Ducati 1199 Panigale

Ieri mattina si è tenuta in Germania una conferenza, nella quale i vertici del gruppo tedesco hanno espresso il loro apprezzamento per il marchio Ducati e la loro voglia di investire e far crescere questo brand tutto italiano senza volerne stravolgere il DNA, fortemente radicato in Italia, e l’assetto aziendale.

Spazzate via così tutte le voci che vedevano un rapido avvicendamento al vertice dell’azienda, con la possibilità di sostituire Gabriele Del Torchio con Luca De Meo (attuale Marketing Director del gruppo Volkswagen). Ipotesi per certi versi affascinante ma come si dice in questi casi “priva di fondamento”: Del Torchio resterà al suo posto così come i vertici dell’azienda che hanno ben operato negli ultimi anni.

Dal primo incontro ufficiale tra i due brand è uscita anche la voglia imminente di effettuare un incontro tra gli ingegneri del reparto ricerca e sviluppo VW con quelli del Reparto Corse Ducati. Un sodalizio che sembra fiorire sotto i migliori auspici quindi e che speriamo porti nuovi frutti oltre ad un miglioramento globale del prodotto Ducati. I sistemi di produzione e gli avanzati sistemi in tema di processi industriali, utilizzati da Audi e VW infatti, non potranno che giovare alla qualità e al funzionamento delle linee di montaggio bolognesi.

Investindustrial: una vendita che genera plus valore

investindustrial

Il fondo di investimento italiano sembra aver ben traghettato l’azienda bolognese verso un risanamento e una felice fuoriscita, vendendo l’azienda nel momento giusto e soprattutto all’acquirente giusto. Nel 2011 Ducati ha venduto 42.200 moto, raggiungendo una quota di mercato globale dell’11% e ha registrato un fatturato pari a € 480 milioni realizzando la più alta profittabilità della sua storia. Il momento giusto per vendere da parte di Bonomi, che realizza così un ottimo plus valore a fronte degli ottimi risultati ottenuti dal 2006 (data di acquisto di Ducati) a ad oggi. La crescita delle vendite e l’arrivo dei nuovi modelli per Ducati si è tradotta infatti in una forte crescita di tutto il Gruppo: sotto la guida di Investindustrial i ricavi di Ducati sono cresciuti dai € 305 milioni del 2006 ai € 480 milioni del 2011, l’EBITDA è passato dai € 27 milioni del 2006 ai € 94 milioni del 2011 e l’Ebit si è portato a € 51 milioni dai € 5 dell’anno dell’acquisizione. Il numero dei dipendenti, infine, è aumentato da 1.043 del 2006 ai 1.135 del 2011.

Andrea Bonomi, Presidente di Investindustrial ha commentato:

“Ducati è cresciuta molto sotto la nostra guida, grazie ad un intenso turnaround industriale e a una spinta commerciale su nuovi mercati in rapida crescita. Siamo convinti che la società, nelle mani capaci di Audi, continuerà ad avere un futuro estremamente positivo e ricco di soddisfazioni per i clienti e per i lavoratori dell’azienda. Reputiamo che Audi sia il partner migliore per continuare il processo di globalizzazione che è già stato avviato con successo. Il management team, guidato da Gabriele Del Torchio, e tutto il personale qualificato e appassionato di Ducati hanno svolto un ruolo fondamentale nel trasformare l’azienda in un marchio globale, sviluppando alcuni dei modelli di moto più interessanti attualmente sul mercato. Sono convinto che Audi si dimostrerà una nuova proprietà responsabile e capace, in grado di preservare le competenze tecnologiche dei dipendenti italiani dell’azienda per realizzare un ulteriore processo di crescita di Ducati. Il Gruppo ha una clientela fedele e in crescita, che sarà ben tutelata, grazie alla presenza globale e all’eccellenza tecnica di Audi e del gruppo Volkswagen. L’operazione rappresenta la seconda acquisizione in soli pochi mesi di una società di Investindustrial da parte di un acquirente industriale internazionale dopo la recente vendita di Permasteelisa al giapponese JS Group. La decisione di Audi di acquistare Ducati conferma la bontà della strategia di Investindustrial di investire in Italia, patria di molte aziende di valore che, se opportunamente guidate e sostenute, possono diventare brand globali di altissima qualità.”

Del resto Investindustrial ha fatto il suo lavoro, come fondo di investimento ha comprato “bene” nel 2006 dal precedente fondo TPG Advisor una Ducati in in evidente difficoltà e venduto meglio al colosso tedesco una Ducati più “in forma”. Dal canto loro l’ultima mossa strategica del gruppo Bonomi è stata quella di tentare di vendere solo l’80% di Ducati mantenendo così una quota del 20% di proprietà del fondo. A questo si rifà anche l’idea di cercare un “partner importante” espressa in febbraio, soluzione senza dubbio vincente, perchè dopo l’ingresso di Audi le azioni di Ducati e il suo valore sul mercato è destinato facilmente a crescere in breve tempo. Peccato che la stesa cosa l’hanno ipotizzata anche i vertici VW imponendo così Investindustrial un vendita completa del pacchetto Ducati.

L’Italia perde la proprietà di Ducati, ma mira alla crescita


La Ducati non è più di proprietà italiana, ma c’è da sottolineare che non lo è stata neanche nel decennio ’98-2008. Entrata in forte crisi, nel 1996 venne ceduta dai fratelli Castiglioni al fondo di private equity texano TPG (Texas Pacific Group). Il fondo ha così mantenuto in vita il marchio Bolognese con alterne vicende commerciali in un mercato che ha fatto fatica ad interpretare al meglio (soprattutto con la prima Multistrada e la sportiva 999). Ma TPG ha svolto il ruolo di banca d’affari e dopo qualche anno ha dovuto vendere e passare ad altri il business. Così è stato, traghettando comunque la fabbrica e mantenendola viva in un periodo che si annunciava estremamente difficile.

Ora di passa dalla famiglia Bonomi ai tedeschi di Audi, ma senza paure e remore sul futuro dell’azienda, saranno probabilmente i dipendenti della fabbrica i primi a rallegrarsi del nuovo assetto societario, grazie alla solidità economica e alle possibilità di investimento che Audi può garantire.

Del resto anche Corrado Capelli, Presidente di Confindustria ANCMA (Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori) appare della stessa idea:

“Esprimiamo la nostra soddisfazione nel vedere riconosciuto il valore di un marchio italiano tra i più prestigiosi, che potrà avvalersi del supporto di uno dei più grandi gruppi automobilistici, con riflessi positivi anche in termini di sinergie tecnologiche oltre che di opportunità commerciali. Ducati rappresenta già oggi un marchio che compete sul mercato globale, tanto è vero che quasi l’80% della produzione viene esportata in decine di Paesi, a cominciare dagli Stati Uniti che costituiscono il mercato principale. Ci aspettiamo quindi un forte impulso allo sviluppo dell’azienda che non potrà prescindere dalla sua italianità. Il marchio DUCATI è legato indissolubilmente a Borgo Panigale e siamo sicuri che AUDI saprà valorizzare la centralità del territorio e le grandi risorse sia umane che professionali, che negli anni hanno contribuito al successo di DUCATI nel mondo. Auspichiamo anche che oltre a rafforzare il marchio ci sia uno stimolo al rilancio dell’intero settore che attraversa un periodo di difficoltà legate alla crisi economica. La scelta strategica di un grande gruppo testimonia la volontà di considerare il ruolo delle moto e, ingenerale di tutte le 2 ruote, come essenziali nel panorama della mobilità, oltre che un formidabile detonatore della passione, non solo in Italia.”

Il commento di Autoblog

Ducati 1199 Panigale 2012 in pista

Tutto è iniziato il 13 febbraio 2012, quando con un pessimo tempismo, la famiglia Bonomi dichiarò pubblicamente che il marchio Ducati di proprietà di Investindustrial era ufficialmente in vendita per un costo stimato di circa 1 miliardo di euro. Pessimo tempismo perchè la notizia coprì in parte il test internazionale che proprio lo stesso giorno era in programmazione sul circuito di Abu Dhabi, dove la stampa di tutto il mondo prendeva per la prima contatto con l’ultima nata di Casa Ducati.

Visti i tempi e la rapidità con cui si è chiusa la trattativa diventa lecito pensare che molti dettagli della vendita fossero già stati precedentemente discussi con l’acquirente Audi e che la partnership con AMG da li a breve sarebbe stato solo un ricordo. Proprio AMG ha subito in modo quasi inerme lo svolgimento dei fatti; c’è da riconoscere che il marchio Mercedes non ha mai dichiarato un reale interesse per l’acquisto di Ducati ma che ha fornito buona visibilità e un proficuo scambio di immagine negli ultimi due anni.

Ma il quadro era forse chiaro già in febbraio, non a caso le dichiarazioni di Bonomi in quella occasione parlavano della ricerca in un partner forte, infatti la sua intervista rilasciata al Nwe York Times così recitava “Ducati è una società perfetta ma per crescere ha bisogno del sostegno di un partner industriale di peso mondiale. Quest’anno lavoreremo a questa ricerca”. Poco importa che di li a poco sarebbe iniziato il Campionato Moto Gp dove Valentino Rossi e la sua moto sfoggiavano una evidente scritta AMG sul cupolino della moto e sulla tuta del pilota.

Con l’arrivo della ufficialità della vendita notiamo che molti aspetti relativi alla comunicazione sono stati gestiti con meno attenzione del solito. La Ducati pare aver giocato un ruolo di secondo piano nella trattativa, svolta tutta tra la famiglia Bonomi ed Audi. Molti in Ducati infatti sembrano prendere coscienza del nuovo proprietario direttamente dalla stampa senza alcuna preparazione o informazione in merito. Se di mancanza di stile si può parlare quindi questo è da riferire in gran parte a Investindustrial, quello che trapela infatti è quasi una voglia di vendere rapidamente Ducati ad un compratore che non si trova poi tanto facilmente.

Del resto il fondo fa il suo lavoro, compra e rivende, cercando di trarne vantaggio, ma la Ducati è una azienda fatta di persone, e ancor prima una Marchio ricco di storia che fonda la sua forza sulla storia, sulla passione e sulla capacità di trasmettere emozioni, per questo forse qualche attenzione in più dal punto di vista formale sarebbe stata gradita.

Da parte Audi ciò che sembra chiaro è che tutto sia partito direttamente dal grande capo del gruppo Volkswagen Ferdinand Karl Piëch, da sempre un grande appassionato del Marchio e della storia Ducati, l’intera operazione è nata in gran parte da una sua scelta e volontà specifica. Sempre a Piëch si può far risalire anche la decisione di effettuare l’operazione con il Brand Audi. Del resto il colosso tedesco, che produce utili come nessun’altro in questo periodo di crisi, non ha certo problemi di liquidità, senza contare che “l’operazione Ducati” rappresenta una percentuale decisamente bassa rispetto al fatturato aziendale.

Non scordiamo infine che la mobilità del futuro passerà sempre di più attraverso le due ruote, un marchio come Ducati quindi può risultare strategico per l’ingresso del gruppo VW nel mercato motociclistico. Del resto il concorrente BMW insegna come gli scooter diventino rapidamente la naturale soluzione per la mobilità urbana ed uno scooter Ducati venduto dal gruppo VW avrebbe prospettive di vendita enormi.

Basti pensare che ogni concessionario Audi o VW nel mondo venda un solo scooter Ducati per far triplicare istantaneamente il numero di due ruote prodotte oggi a Borgo Panigale. Ci sembra di poter dire che possono dormire sonni tranquilli quanti temono che l’accordo con Audi sposti il quartier generale Ducati fuori dai confini nazionali. Nel prossimo periodo l’accoppiata tra le Rosse a due ruote e le tagliatelle bolognesi sembra al sicuro, dal momento che Audi sembra ben intenzionata a mantenere ben salde in Italia le radici di Ducati.

Del resto abbiamo sotto gli occhi il già ottimo esempio di Lamborghini, azienda che dopo l’acquisto da parte di Volkswagen ha mostrato un grande rafforzamento il suo marchio. Le sue auto sono diventate ancora più belle e tecnologicamente avanzate, con un risanamento degli stabilimenti e delle linee produttive italiane e con l’assunzione di nuove maestranze. Non resta che augurare a Ducati quindi, un futuro simile a quella conterranea Lamborghini, nulla esclude infatti, una potenziale sinergia proprio tra questi due marchi, associati anche dalla grande vicinanza tra Borgo Panigale e Sant’Agata Bolognese.