Ferdinand Piëch: scompare il vecchio capo della Volkswagen
Il nipote di Ferdinand Porsche è morto improvvisamente il 25 agosto all’età di 82 anni. Sotto la sua direzione nacquero la Porsche 917 e l’Audi quattro. Risanò il Gruppo Volkswagen negli anni ’90.
Se ne va un altro dei grandi manager dell’industria automobilistica. Ferdinand Piëch, ex presidente e amministratore delegato del Gruppo Volkswagen e nipote di Ferdinand Porsche, è morto il 25 agosto 2019 all’età di 82 anni. Secondo la notizia diffusa dal giornale tedesco Bild, poi ripresa dal resto della stampa internazionale, Piëch si è sentito male mentre si trovava con la moglie in un ristorante nella cittadina bavarese di Rosenheim. Trasportato in ospedale, è deceduto in serata.
Ferdinand Piëch: la Porsche 917
Ferdinand Piëch nacque a Vienna il 17 aprile 1937. Era figlio di Louise Porsche, figlia di Ferdinand. Il padre, Anton, era un avvocato. Dopo aver compiuto gli studi in ingegneria in Svizzera, Piech cominciò a lavorare al servizio dello zio Ferry alla Porsche. Nel 1968, in qualità di capo dello sviluppo, investì una parte considerevole del budget annuale che l’azienda destinava alle competizioni per costruire un lotto di vetture da corsa con un inedito motore a 12 cilindri raffreddato ad aria che erogava ben 600 cavalli. Venne duramente criticato dalla famiglia per aver speso tutto quel denaro. Ma era nata la Porsche 917 che dominò le principali competizioni endurance negli anni a venire.
La creazione dell’Audi quattro
Nel 1972 venne dirottato all’Audi, quando Ferry e Louise decisero che i tutti membri della famiglia dovessero ritirarsi dalle cariche dirigenziali della Porsche. Sempre responsabile dello sviluppo tecnico, avviò le sperimentazioni aerodinamiche sui modelli di serie in galleria del vento, cominciando dall’Audi 100. Progressivamente Piëch salì gli scalini della scala gerarchica della casa di Ingolstadt. Deciso a collocare l’immagine della marca ad un livello superiore, promosse lo sviluppo e portò alla realizzazione della celebre trazione integrale quattro, trampolino di lancio per i successi mondiali nel rally nei primi anni ’80, da cui la casa degli anelli ottenne quell’immagine sportiva di alto livello che ne ha fatto le fortune. Nel 1983 Piëch diventò amministratore delegato dell’Audi.
Al vertice della Volkswagen
Nel 1993 salì al vertice dell’intero Gruppo Volkswagen, diventandone presidente del consiglio di amministrazione. L’azienda in quel periodo soffriva di gravissimi problemi finanziari. Piëch riuscì a risanarla, non senza ricorrenti e duri scontri con gli altri manager e il resto della famiglia Porsche. Sistemati i bilanci, egli avviò la campagna di espansione attraverso le acquisizioni di marchi che hanno formato una vera e propria galassia. Nel 2002 Piëch passò a dirigere il consiglio di sorveglianza del gruppo. E’ in questo periodo che si consuma il duello azionario interno alla famiglia: il cugino Wolfgang Porsche e il CEO dell’azienda di Zuffenhausen Wendelin Wiedeking tentarono di scalare la Volkswagen; Piëch parò la manovra ottenendo il risultato opposto, quindi alla fine la VW acquisì la Porsche.
Ferdinand Piëch si scontrò spesso con Martin Winterkorn nel periodo in cui quest’ultimo guidò il Gruppo VW, al punto che nell’aprile 2015, quando il consiglio di amministrazione rinnovò il mandato di Winterkorn, egli si dimise dal consiglio di sorveglianza. Pochi mesi dopo scoppiò lo scandalo dieselgate. Nel 2017 Piëch ha ceduto tutte le proprie azioni al resto della famiglia, ritirandosi da ogni attività.