Porsche Sport Driving School: il corso Ice fra le nevi di Livigno
Abbiamo avuto l’opportunità di partecipare a questo esaltante evento, organizzato fra le candide nevi di Livigno sulle nuove 911 991
Una splendida location “artica”, temperature fra i -15° ed i -30° e bellissime auto dai 250 ai 400 CV sono gli ingredienti principali del corso di guida “Ice” organizzato da Porsche Sport Driving School: per il secondo anno consecutivo, abbiamo avuto l’opportunità di partecipare a questo esaltante evento, svoltosi fra le candide nevi di Livigno. Un’occasione speciale anche per conoscere da vicino la nuova 911, ultima interpretazione del classico di Zuffenhausen, e testarla in un ambiente che, apparentemente, non sembrerebbe esserle congeniale.
Sul ghiacciodromo a nostra disposizione c’era una squadra affiatata di istruttori di altissimo livello, tutti provenienti dal Motorsport con la “m” maiuscola e pronti a prodigarsi con un solo fine: creare quegli “automatismi fisiologici” di sterzo e pedali che salvano la vita e la macchina in condizioni estreme. Parliamo della capacità dei vari istruttori di generare un rapporto più intimo fra il guidatore e la sua vettura. Una relazione più profonda che passa attraverso l’esplorazione dei limite del driver stesso e di quelli della sua auto.
Il valore di un corso di guida come questo si palesa attività dopo attività, giro dopo giro: il metro della sua efficacia complessiva è dato dal costante aumento della fiducia che si ripone nel mezzo e nelle proprie capacità. E se sulle prime, testacoda, effetti pendolo, frenate, sottosterzate e sovrasterzate violente sembrano apparentemente incontrollabili , specie con le potenze e le condizioni ambientali in gioco, alla fine delle “lezioni” non solo ci si impara a convivere senza paura, ma si apprende soprattutto come gestirli in proprio favore. Ciò genera sicurezza, precisione, efficienza di guida e “valanghe” di divertimento.
Il corso Ice: teoria e pratica alla ricerca della sensibilità
Quella su neve e ghiaccio è una guida impegnativa, che richiede saldi concetti di base e tanta pratica: in questo senso il “corpo docente” è davvero prodigioso. Ogni attività viene descritta in un brief iniziale a carattere generale da Luca Riccitelli, pilota professionista e capo istruttore ufficiale dei corsi di guida Porsche Sport Driving School: si impara a comprendere le caratteristiche meccaniche dei vari modelli Porsche ed a sfruttarne quelli che apparentemente sembrano limiti progettuali. Nella pratica, ogni “studente” è seguito da un’insegnante che lo assiste e lo consiglia in ogni curva, ogni rettilineo, costantemente. Una mole di informazioni che pian piano, giro dopo giro, vengono percepite, comprese ed impresse nella mente.
Queste condizioni polari da critiche si tramutano in requisiti ideali per una guida appagante anche a bassa velocità. Senza contare il piacere viscerale di condurre una Porsche a trazione posteriore dove non si sarebbe mai immaginato di poterla guidare. Lo Slalom è certamente la più classica fra le attività di un qualsiasi corso di guida. Già, ma provate a svolgerla dove l’aderenza, oltre ad essere critica, muta a distanza di minuti. L’esercizio in questione viene completato a bordo di Cayman S Black Edition e Cayenne Diesel.
Due auto estremamente diverse anche nel tipo di reazioni di cui si rendono protagoniste: la Cayenne conta sulla sue intelligente trazione integrale, capace di generare sempre un’ottima aderenza. Tuttavia, esagerando col gas nel tentativo di provocare “sbandate sterzanti,” non è difficile trovarsi con tutta l’auto intraversata: la massa è elevata e se provocata non perdona. Ancora più divertente la Cayman, che si affida alle sole ruote posteriori per generare motricità. Il “Caimano” rimane ampiamente direzionabile e preciso, ed il gas diventa un’estensione dello sterzo. In questo senso il “colpetto di gas” prima dell’inserimento diventa determinante per impostare bene una curva. Ma se si esagera, nemmeno un pronto controsterzo può evitare il testacoda. Il segreto, così come per il resto delle attività, è tutto nella sensibilità di guida e nel suo progressivo affinamento. Poi ci sono i circuiti di handling, da affrontare sulla nuova Porsche 911…
Nuova Porsche 911: straordinaria anche sul ghiaccio
Sui due circuiti realizzati fra i ghiacci dalla scuola Porsche, l’arma definitiva è invece la nuova 911, dotata dell’efficiente trasmissione a doppia frizione PDK. Su carta i pneumatici larghissimi, l’altissima potenza di 400 Cv, la trazione posteriore e la posizione del motore, che al minimo errore sembra poter trascinare la coda davanti al muso dell’auto, non trasmettono tranquillità. Ma quando si accende il boxer sei cilindri 3.8 ad iniezione diretta e si parte fra le nevi, ci si accorge che la 911 riesce a risultare straordinaria anche in queste condizioni estreme.
Telegrafando con gas e sterzo la Carrera S, dotata di differenziale autobloccante, riesce a percorrere curve a medio ed ampio raggio in sovrasterzo di potenza. Un equilibrio fra la lussuria del guidatore, che progressivamente impara a controllare l’auto e le spettacolari sbandate a suo piacimento, e l’incredibile efficacia della “Noveundici” nello scaricare a terra tutta la sua poderosa cavalleria. Il segreto della sua straordinaria dinamica di guida è tutto in quel motore posizionato “nel posto sbagliato”. E’ grazie al suo peso che le ruote posteriori riescono a trovare sempre il grip necessario ad attaccare il suolo, pur viscido che sia. Sempre grazie al posizionamento del motore, si generano quelle inerzie e quei trasferimenti di carico che rendono possibili divertenti quanto controllabili pendoli, utilissimi nelle fasi di inserimento ed ampiamenti controllabili.
Il ghiaccio aiuta ad assaporare anche a bassa andatura tutta quella gamma dinamica di reazioni che la 911 è in grado di dispensare al limite. Senza troppi patemi d’animo si riesce quindi a calibrare sterzo, telaio, freni ed acceleratore in funzione della propria volontà di essere veloci ed efficaci, o spettacolari ed impegnati nel puro controllo del mezzo. E’ come portare la magia della 911 alla portata di tutti i comuni mortali. Pur non potendole dare un giudizio definitivo, questo primo assaggio della nuova 911 è stato decisamente entusiasmante: i punti forti dell’auto rimangono l’handling, la fruibilità ed i consumi. Il primo è assicurato da uno sterzo niente meno che eccezionale, un poderoso motore ricco di coppia ad ogni regime, ed un telaio estremamente preciso e malleabile ai desideri del guidatore.
Per di più nel passaggio dalla serie 997 alla 991 l’auto ha incrementato la sua rigidità torsionale ed i suoi equipaggiamenti di sicurezza, perdendo al contempo 45 kg. Parlavamo di fruibilità: quante sono le auto capaci di andare benissimo in strada, divinamente in pista, essere entusiasmanti su ghiaccio, rimanendo usabili tutti i giorni, eleganti nelle occasioni speciali conservando comunque una forte identità sportiva? Una poliedricità davvero incredibile. Consumi: nonostante i pestoni sul gas tirati dai vari partecipanti al corso, dobbiamo riconoscere che il consumo della 911 ci ha veramente impressionato in positivo: 400 Cv certamente poco assettati anche grazie alla straordinaria efficienza della trasmissione PDK, capace di tirare fuori il meglio dal nuovo 3.8 boxer, ora più parsimonioso e pulito del 14%.