Velo-City 2019 a Dublino: Italia praticamente assente
La Conferenza mondiale per temi come la mobilità sostenibile e la ciclabilità si è tenuta a Dublino dal 25 al 28 giugno. Desta scalpore la quasi totale assenza di rappresentanti italiani.
Dal 25 al 28 giugno si è tenuta a Dublino Velo-City 2019, una Conferenza mondiale dedicata a temi come la mobilità sostenibile e la ciclabilità, ma anche della congestione di traffico nelle città. Quella di quest’anno è stata l’edizione numero 39 per una rassegna promossa dalla Europea Cyclist Federetion, che raccoglie le maggiori organizzazioni per la mobilità urbana in bicicletta. Ne hanno preso parte oltre 1.300 tra delegati, accademici, scienziati, tecnici, amministratori, imprenditori, che hanno esposto le loro opionini, le loro prospettive alla Convention Dublin Center di Dublino. Fa scalpore la quasi totale assenza di delegati italiani, proprio perché l’Italia è uno dei maggiori Paesi in Europa per tasso di motorizzazione e per esportazioni di biciclette.
Tra gli italiani presenti il project manager di Roma Servizi per la Mobilità Francesco Iacorossi, che ha presentato il progetto europeo per lo sviluppo della mobilita urbana Handsake, e il Mobility manager della Puglia Lello Sforza. Solo la Sitael di Mola di Bari ha rappresentato le imprese italiane a Dublino, un’azienda che ha progettato un sistema che trasforma la ebike in un veicolo connesso integralmente su piattaforma cloud, che consente di avere a disposizione un antifurto, l’assistenza in caso di malfunzionamento e la segnalazione automatica in caso di incidente. Presenti anche italiani, ma residenti all’estero come Enrico Durbano direttore dell’azienda francese Eco Counter che realizza sistemi per quantificare il passaggio di biciclette e pedoni.
L’assenza quasi totale di italiani ha destato un certo scalpore e fa notizia, tanto che il vicepresidente della European Cyclist Federation e presidente di Fiab Alessandro Tursi, ha provato a spiegare quali possano essere le motivazioni di tale carenza di rappresentanti: “La carenza di italiani è una nota molto dolente, speriamo di colmare questa grave lacuna il prossimo anno visto che Velo-City 2020 si terrà a Lubiana a meno di cento chilometri dal confine italiano. Sarà fondamentale portare amministratori italiani e con Lubiana non avranno scuse. È un investimento minimo rispetto a quello che una conferenza del genere può dare visto che è presente tutto il mondo che si occupa di ciclabilità: l’industria delle bici, dei servizi, del bike sharing, del turismo; gli amministratori pubblici, gli attivisti, le ong e i massimi studiosi di pianificazione urbana. Tutti nello stesso luogo per quattro giorni. Un’occasione per creare sinergie, per avviare progetti europei da cofinziare, per trarre ispirazione, per condividere soluzioni che contribuiscano a migliorare la qualità di vita nelle nostre città e renderle più sostenibili e a misura di persona”.