Nuova Stratos all’asta a Parigi con Bonhams a febbraio
Il modello non ha, ovviamente, il simbolo Lancia, ma si giova di un motore Ferrari, come l’auto cui si ispira. Qui, però, la spinta è di un 8 cilindri.
L’esemplare numero 1 della serie speciale in 25 unità della Nuova Stratos sarà messo all’asta da Bonhams al Grand Palais di Parigi il prossimo 6 febbraio. Si tratta dell’auto con telaio ZFFKZ64B000166472, immatricolata in Germania. Sul fronte delle quotazioni si balla in un range fra 700 mila e 900 mila euro.
L’idea di questa vettura cominciò a prendere forma a metà degli anni ’90, quando un giovane entusiasta di nome Chris Hrabalek acquistò i diritti sul nome Stratos, che Lancia aveva lasciato cadere. Circa dieci anni dopo, facendo tesoro degli studi progettuali compiuti, rese pubblica la sua visione su una possibile reinterpretazione del modello. Alcuni ricchi sostenitori si fecero avanti.
Fra i supporter anche il miliardario tedesco Michael Stoschek, che accettò di finanziare il progetto, coinvolgendo Pininfarina come partner tecnico per dare forma al suo esemplare unico in omaggio alla passione per la gloriosa creatura Lancia alla quale si ispira. Poi venne l’appetito produttivo e la voglia di far crescere i numeri di questo remake non ufficiale, avvalendosi della Manifattura Automobili Torino, col compito di gestirne il ciclo costruttivo.
La Nuova Stratos ha la carrozzeria in fibra di carbonio, che si abbina a un interno molto spartano, in linea con la logica originale delle auto da competizione. Alla spinta provvede il motore V8 di 4.3 litri della Ferrari 430 Scuderia, dotato di un sistema di scarico rivisto e di modifiche all’elettronica, che ne hanno elevato la potenza massima a 540 cavalli, circa 30 in più della “rossa”. Il quadro delle performance si giova anche del peso ridotto di 50 chilogrammi rispetto all’opera di Maranello.
Le linee acuminate e aggressive si rifanno chiaramente a quelle dell’auto cui rende omaggio. Diverse elementi sono stati modificati per cercare di riproporne il comportamento dinamico. Vederla nella livrea Alitalia porta la mente ai vecchi ricordi, che si legano alla Lancia Stratos originale dei tempi romantici: un’opera d’arte, dalla linea avveniristica, spinta dal 6 cilindri della Dino 246, che suonava in gara come un violino.
Il liutaio non era Stradivari ma Ferrari, capace di regalare straordinarie musicalità meccaniche con le sue sculture motoristiche. Anche la trasmissione giungeva da Maranello. Il telaio monoscocca centrale in lega leggera, opportunamente rinforzato, garantiva una robustezza esemplare.
Sul comportamento dinamico non c’è nulla da aggiungere, vista la forza espressiva dei risultati: nel 1974 e nei due anni successivi la Stratos vinse il titolo costruttori del Campionato del Mondo Rally. In più, nel 1977, Sandro Munari si aggiudicò con lo stesso modello il titolo piloti.
Foto | Bonhams