Ferrari 512 S: 50 anni per la Sport di Maranello

La Ferrari 512 S del 1970 è una splendida opera da corsa del "cavallino rampante", che incanta sin dal primo sguardo. Scopri la sua avvincente storia.

Di Rosario Scelsi
Pubblicato il 30 gen 2020
Ferrari 512 S: 50 anni per la Sport di Maranello

Prodotta in versione berlinetta e spider, questa “belva” da corsa è spinta da un propulsore in lega leggera, con 12 cilindri a V di 5 litri, che sprigiona 550 cavalli a 8500 giri al minuto. Raggiunge i 340 Km/h e per le piste più veloci viene allestita in versione a coda lunga.

Dall’abitacolo il pilota è chiamato a contrastare l’esuberante grinta della “rossa”, presentata il 20 gennaio del 1970 a Maranello. Qui i Commissari della Federazione Internazionale trovano orgogliosamente allineate (a spina di pesce) le 25 Sport richieste per l’omologazione. L’esordio della Ferrari 512 S a Daytona è promettente: prima in qualifica e terza in gara, con Andretti alla guida.

Sembra il preludio di una fase felice, ma la stagione non volge al meglio e la vettura conquisterà il successo alla sola 12 Ore di Sebring, con Andretti, Giunti e Vaccarella. Incredibile l’impresa di quest’ultimo nella gara di casa, la mitica Targa Florio. Sullo stretto e ostile catino madonita, più adatto a bolidi agili e piccoli, il “Preside volante” riesce infatti a guadagnare la terza posizione. Analogo il risultato conseguito alla maratona del Nurburgring, in coppia con Surtees. Con questa vettura il pilota palermitano, coadiuvato da Giunti, spicca alla 1000 km di Monza, dove arriva secondo, e alla 1000 km di Spa, dove arriva quarto.

La Ferrari 512 S è bella ed affascina il pubblico, che la sostiene anche quando non consegue i risultati sperati, costretta a misurarsi con mezzi di alto profilo tecnologico. La Porsche 917, sua rivale di Stoccarda, è un osso duro da battere (e domina la serie). Per sfruttare i vantaggi delle più permissive norme del 1971, a Maranello decidono di affinare l’insieme.

La potenza del motore cresce a 580 CV e la sua sete di carburante viene ridimensionata. Un contributo alla parsimonia arriva dall’abbassamento del peso, ottenuto snellendo soprattutto il telaio. Forte di un rapporto con la potenza molto favorevole, la vettura, che debutta negli ultimi scorci del 1970, consegue il successo nella prova conclusiva di Kyalami, con Ickx e Giunti davanti alla 917 di Siffert e Arhens. Nasce così la 512 M, in cui M sta per Modificata. Dalla meccanica della 512 S, il geniale Pininfarina estrapolerà il prototipo Modulo. Anche questa è arte Ferrari.

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