3 Maserati da sogno da collezionare
Maserati ha prodotto molte auto speciali nel corso della sua storia, iniziata più di un secolo fa, scopriamone alcune.
Oggi abbiamo selezionato per voi 3 Maserati di pregio, che non possono mancare in una collezione al top. Non sono le migliori in assoluto, ma rappresentano tre declinazioni diverse dell’arte creativa della casa modenese, interpretata in modo sublime.
La loro presenza arricchisce al meglio ogni raccolta di auto sportive, da gara e d’epoca, nel segno della casa del tridente, fondata a Bologna il 1° dicembre 1914 da Alfieri, Ettore ed Ernesto Maserati.
Maserati A6G/54 Zagato
Nasce nel 1954 come erede della A6G, ma trae giovamento dall’adozione di soluzioni tecniche ispirate alla barchetta da corsa A6GCS. La vettura viene offerta ai piloti privati con ottime credenziali per affrontare al meglio la sfida della classe 2 litri. Spinta da un 6 cilindri in linea da 150 cavalli, supera i 210 km/h, con una buona stabilità alle andature più elevate.
Questo, però, non basta a farla emergere alle Mille Miglia: il traguardo di Brescia resterà infatti una chimera per la splendida creatura firmata Maserati. Di lei resta la bellezza delle forme, che le regala un fascino senza tempo. Prodotta fino al 1957 in 60 esemplari, la A6G/54 Zagato viene plasmata da Frua, Alemanno e Zagato.
Gli esemplari di quest’ultimo, ampiamente personalizzabili secondo i gusti dei clienti, raggiungono un ottimo compromesso fra sportività ed eleganza. Oggi un modello firmato dal maestro carrozziere italiano vale davvero tanto. Ma non è facile trovare qualcuno che voglia privarsi delle emozioni offerte dalla 2+2 del Tridente.
Maserati A6GCS
L’A6GCS è come un prezioso scrigno, che custodisce emozioni sconosciute alle produzioni moderne, imbrigliate da un’elettronica spesso invadente. Nata nel 1953, è una bella barchetta, scaturita dalla fantasia di Fantuzzi, con l’apporto tecnico di un progettista che non ha bisogno di presentazioni: il grande Gioacchino Colombo. Questa scultura, prodotta in 52 esemplari, ha nell’affidabilità uno dei suoi punti di forza. Agevoli anche gli interventi meccanici, grazie alla costruzione semplice e curata.
Le prestazioni sono molto elevate, in virtù dei 740 kg di peso, che rendono poco gravoso il compito dei 170 cavalli spremuti dal piccolo due litri. A fare il resto ci pensa la splendida maneggevolezza, che migliora la dinamica di guida. Ecco dove sta il segreto della biposto modenese, che vinse subito la sua classe alla Mille Miglia del 1953, gara di esordio del modello.
La A6GCS (acronimo di 6 cilindri, Ghisa del monoblocco, Corse Sport) vanta un superbo telaio tubolare con longheroni e traverse, sul quale è ospitata la leggera carrozzeria in allumino. La quotazione attuale di un simile gioiello dipende dal palmares agonistico dei singoli esemplari. Difficile comunque pensare che qualche proprietario possa separarsene per meno di un milione di euro.
Maserati MC12
Bassa e filante, con evidenti appendici aerodinamiche, ha una linea simile a quella di un prototipo uscito dall’autodromo di Sebring, ma può essere utilizzata anche nel tragitto casa-ufficio. È un gioiello in tiratura limitata che fa risplendere il marchio Maserati nell’Olimpo automobilistico, in un segmento di mercato riservato alle opere d’arte più esclusive. Per arrivare a tanto, non nasconde la sua nobile parentela con la Enzo, meravigliosa creatura tecnologica prodotta in casa Ferrari.
La carrozzeria a due posti secchi è di tipo Roadster, con tettuccio rigido asportabile e trazione posteriore. Considerevoli le dimensioni esterne, con una lunghezza di 5143 mm e una larghezza di 2096 mm. Il tutto per un peso a secco di 1335 kg, distribuito per il 59% al retrotreno e per il 41% all’avantreno. L’architettura del robusto telaio è a scocca portante in carbonio e honeycomb di nomex, con strutture anteriori e posteriori in alluminio.
Spinta da un 12 cilindri a V di 65° di 5998 cmc, che eroga 630 cavalli a 7500 giri al minuto, la MC12 vanta una coppia massima di 652 Nm a 5500 giri. Particolarmente ampio il campo di utilizzazione, che le consente vigorose riprese da qualsiasi regime.
Il controllo di trazione ASR Bosch rende più agevole la gestione dell’enorme forza motrice che si scarica sulle ruote. L’impianto frenante (fornito dalla bergamasca Brembo) è dotato di quattro dischi autoventilanti e forati, anteriori da 380 x 34 mm, posteriori da 335 x 32 mm, con pinze in lega leggera rispettivamente a sei e a quattro pistoni, dal diametro differenziato.
La velocità di punta è di oltre 330 Km/h, mentre il passaggio da 0 a 100 Km/h viene coperto in appena 3″8. L’eccellente handling, degno di un bolide da corsa, eleva la MC12 al rango di icona più estrema della produzione sportiva della prestigiosa casa italiana, che l’ha commercializzata a partire dal 2004.