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Fiat 850: storico modello di transizione e grande successo

La Fiat 850 sostituì la storica 600, di cui rappresentava l’evoluzione sia in chiave meccanica che estetica, in attesa della erede 127


La Fiat 850 è stata introdotta sul mercato italiano nel mese di maggio del 1964 al prezzo base di 750.000 Lire, inizialmente come via di mezzo tra la 600D e la 1100D, poi come sostituta della 600. Progettata dall’ingegner Dante Giacosa, rappresentava l’evoluzione della stessa Fiat 600, di cui manteneva la carrozzeria autoportante a due porte e lo schema delle sospensioni a ruote indipendenti. Il fulcro meccanico di quest’auto era il motore 850 posteriore a quattro cilindri, raffreddato ad acqua ed abbinato al cambio a quattro marce sincronizzate, mentre l’impianto frenante era composto da quattro freni a tamburo. Inizialmente, la gamma della Fiat 850 era composta da due declinazioni: ‘Normale’, da 34 CV di potenza e 120 km/h di velocità massima; ‘Super’, da 37 CV di potenza e 125 km/h di velocità massima, grazie al differente carburatore e al diverso rapporto di compressione, nonché all’alimentazione con benzina super. Per quanto riguarda le dimensioni, la Fiat 850 era lunga 358 cm, larga 143 cm e alta 139 cm, mentre il passo misurava 203 cm. Esteticamente, era riconoscibile per il frontale piatto con i due grandi fari circolari e il paraurti dotato di rostri rivestiti in gomma. Anche la zona posteriore, inoltre, era caratterizzata dai due fari di forma circolare.

L’abitacolo, invece, prevedeva i finestrini anteriori con deflettore apribile, la plancia di colore nero antiriflesso con doppio vano portaoggetti, il cruscotto di forma trapezoidale di colore grigio e dotato di palpebra, il volante in bachelite a due razze di colore nero, tre posacenere e lo schienale del divanetto posteriore abbattibile. Il bagagliaio era posizionato davanti, dove alloggiavano anche la ruota di scorta e la batteria. La Fiat 850 era disponibile nelle colorazioni Beige Sabbia, Grigio Medio, Blu Medio, Blu Scuro, Celeste Acqua Marina, Bianco e Rosso. La dotazione di serie comprendeva l’impianto di ventilazione, il cruscotto imbottito e gli attacchi per le cinture di sicurezza sia anteriori che posteriori, mentre nella lista degli optional figuravano gli pneumatici con fascia bianca, l’autoradio e il bloccasterzo. Nel 1966, in occasione del Salone di Ginevra, la gamma della Fiat 850 fu allargata all’innovativa versione Idromatic sprovvista del pedale della frizione, quest’ultima azionata automaticamente dallo specifico dispositivo elettroidraulico, a sua volta azionato attraverso il cambio marcia. Rispetto alle declinazioni ‘Normale’ e ‘Super’, la versione Idromatic costava 75.000 Lire in più.

L’unica novità assoluta della Fiat 850 risale al mese di febbraio del 1968, quando debuttò la 850 Special, in sostituzione sia della 850 ‘Normale’ che della 850 ‘Super’, mentre la declinazione “semi-automatica” cambiò la denominazione in Idroconvert. Le innovazioni stilistiche della Fiat 850 Special erano la calandra più grande, le cromature della carrozzeria, i cerchi autoventilanti con pneumatici maggiorati da 13 pollici, l’apertura ‘a pulsante’ delle porte e il terminale di scarico cromato. Con l’avvento della Fiat 850 Special era stato rinnovato anche l’abitacolo, con il cruscotto di colore nero dotato di strumentazione dedicata, il volante sportivo con la corona in legno e le razze forate in metallo brunito, il vano portaoggetti nel tunnel centrale e lo specifico rivestimento. Tuttavia, l’aspetto principale della Fiat 850 Special era la meccanica, condivisa con i modelli 850 Coupé e 850 Spider, a partire dal propulsore 850 con carburatore a doppio corpo da 47 CV di potenza, 135 km/h di velocità massima e 14 km di percorrenza media con il consumo di un litro di benzina, senza dimenticare i freni a disco anteriori.

La Fiat 850 uscì di scena nel 1971, per far posto all’erede 127, dopo esser stata prodotta in oltre due milioni di esemplari. Ma la produzione proseguì in Spagna fino al 1974 come Seat 850, commercializzata anche nella insolita variante con la carrozzeria a quattro porte. Inoltre, la Fiat 850 è stata oggetto delle attenzioni di Abarth che, già nel 1964, propose varie declinazioni identificate dalla sigla OT, acronimo di Omologazione Turismo. Nel mese di luglio debuttò la OT 850/130 da 40 CV di potenza e 135 km/h di velocità massima, riconoscibile per la calandra specifica e i cerchi cromati autoventilanti. Nel mese di settembre fu introdotta la OT 1000 da 54 CV di potenza e 150 km/h di velocità massima, dotata di freni a disco anteriori. Al successivo Salone di Torino, nel mese di novembre, fu presentata la OT 850/150 da 53 CV di potenza e 150 km/h di velocità massima, caratterizzata dall’assetto ribassato di tre centimetri ed equipaggiata con gli pneumatici Pirelli Cinturato da 12 pollici. Sempre al Salone di Torino del ’64, Abarth espose anche la superlativa OT 1600 da 154 CV di potenza e 220 km/h di velocità massima, con il motore bialbero a doppia accensione della Simca 1600, tra l’altro dotato di carburatore a doppio corpo. Questa declinazione estrema della Fiat 850, prodotta solo in quattro esemplari su mille previsti, era riconoscibile per gli specifici frontale con la doppia calandra e posteriore con il doppio terminale di scarico, i tergicristalli collegati, i passaruota allargati e i cerchi in lega da 13 pollici di diametro con gli pneumatici maggiorati Dunlop Racing. Inoltre, aveva gli interni dedicati e quattro freni a disco. Infine, tra le ‘creazioni’ della Casa dello Scorpione sulla base della Fiat 850 figura anche l’incredibile OT 2000 “Mostro” del 1964, prodotta come esemplare unico.