Opel: la storia delle sue grandi ammiraglie
Ripercorriamo la storie delle grandi ammiraglie di Opel, che da sempre sono il simbolo della produzione del Marchio tedesco. Dalle tre grandi denominate K.A.D. degli anni ’60, fino all’odierna Insignia
Nella sua lunga storia, Opel ha dimostrato di possedere un forte legame con le ammiraglie, le auto simbolo della produzione di Rüsselsheim. L’anno della svolta fu il 1960, quando la Casa tedesca lanciò il progetto delle “tre grandi”, Kapitan, Admiral e Diplomat, che dovevano rappresentare a tutti e nel mondo, la grande crescita della Germania, dopo il difficile e tormentato secondo dopoguerra. Ognuna aveva delle peculiarità tutte sue, che presto andremo ad analizzare. Sessant’anni dopo, Opel ha nel suo listino una nuova grande ammiraglia, la Insignia, erede di questa bellissima tradizione.
Le ammiraglie K.A.D.
Le tre grandi videro la luce nel 1964, il progetto si era finalmente concretizzato. Il mondo poteva vedere con i propri occhi le K.A.D. che corrispondevano alla Kapitan-A, equipaggiata con un 6 cilindri di 2.600 cc da 100 CV, alla lussuosa Admiral e alla possente nonché maestosa Diplomat, che sotto al cofano nascondeva un magnifico 8 cilindri a V di 4.700 cc da 190 CV. La stampa dell’epoca le descriveva così: “Opel Kapitan e Admiral sono due nuove vetture di classe superiore. Entrambe rappresentano un nuovo design automobilistico, ma ciascuna di esse risponde in modo diverso ai desideri di comfort degli automobilisti più esigenti. I frontali sportivi, i fari prismatici e la forma filante della coda sono l’espressione di un’eleganza cosmopolita”.
La Diplomat, invece, era il massimo del desiderabile sul mercato, e aveva un costo superiore alle sue “sorelle”, tanto che ci volevano ben 17.500 Marchi tedeschi per averla, rispetto ai 10.990 della Kapitan e ai 12.200 della Admiral. La carta stampata ne parlò in questo modo: “Consenso e rispetto sono assicurati. Il tempo vi appartiene se siederete nella vostra Opel Diplomat V8, senza essere disturbati dal traffico caotico grazie alle perfette prestazioni dei suoi elementi. Il potente motore V8 vi libererà in pochi secondi dalle code ai semafori e dai guidatori più lenti. Anche in autostrada, dove la vostra superiorità sarà subito evidente a tutti e anche a voi, il cambio automatico, il servosterzo e il servofreno limiteranno la vostra attività a pochi gesti indispensabili. Inoltre godrete della sensazione di essere padroni di tutte le corsie. L’auto adatta a guidatori di alto livello”.
Il consenso del pubblico fu enorme, la domanda era altissima, tanto che la capacità produttiva della fabbrica di Rüsselsheim arrivò in breve al suo massimo, data anche l’enorme richiesta di Rekord-A. Nonostante le difficoltà, i risultati furono da subito notevoli, infatti entro il settembre del 1965 si vendettero 15.030 Opel Kapitan e 31.318 Opel Admiral. Da lì a poco ci furono delle modifiche al motore a 6 cilindri, il quale era ritenuto troppo poco performante, così si passò dai 100 CV ai 125 CV per quanto riguardava l’unità che andava ad equipaggiare le Opel Kapitan e le Admiral. Le due berline raggiungevano stavolta i 170 km/h in modo semplice. La Diplomat, invece, col suo possente V8 superava i 200 km/h.
Un periodo florido
Gli anni ’60 furono determinanti per Opel, che in breve tempo aprì un nuovo stabilimento a Bochum, e pensò di puntare in modo consistente sulla sportività e sulle competizioni. Si resero conto che stava nascendo una clientela per la quale, pur restando importanti aspetti come l’affidabilità, guardava con crescente interesse alle prestazioni. A partire dal 1963 la Opel presentò vetture dotate di motori più potenti di quelli che ci si sarebbe aspettati dalla tradizione di Rüsselsheim, per segnare un nuovo importante capitolo della sua storia.