Maserati Biturbo: la storia della sportiva dalle tante vite
La storia della Maserati Biturbo, proposta dal 1981 al 1996 in numerose configurazioni, sia a livello di carrozzeria che per le motorizzazioni
Altre novità per la Maserati Biturbo furono introdotte nel 1986, come il motore ad iniezione 2000 V6 da 188 CV di potenza, dotato di iniezione elettronica Weber e accensione elettronica Magneti Marelli, condiviso con il modello Biturbo 420i. Debuttò anche la Maserati 228i, con il propulsore ad iniezione 2.8 V6 da 247 CV di potenza. L’aggiornamento della gamma della Maserati Biturbo proseguì nel 1987, con la Biturbo Si da 223 CV di potenza e 230 km/h di velocità massima, dotata di spoiler posteriore e prodotta in soli 500 esemplari, nonché proposta anche nella speciale declinazione Black e affiancata dal modello Biturbo 420Si. Sempre nel 1987, anche la Biturbo Spyder adottò la motorizzazione ad iniezione. Nel mese di dicembre del 1987 fu svelata la Maserati 430, versione di punta della variante a quattro porte con l’unità 2.8 V6 da 247 CV di potenza, 240 km/h di velocità massima e 5,7 secondi nello spunto 0-100. Era riconoscibile per il frontale specifico, i cerchi in lega dedicati, i quattro terminali di scarico, gli specchietti retrovisori ridisegnati e i paraurti leggermente cromati. Dal punto di vista meccanico, aveva l’avantreno dedicato e il differenziale posteriore autobloccante Ranger. Nel 1988, dopo il debutto della Biturbo Spyder Si da 223 CV, la celebre vettura di Maserati fu sottoposta al restyling di metà carriera e scomparve ufficialmente la denominazione Biturbo. Infatti, la gamma comprendeva la coupé 222 e la berlina 422 con il motore 2.0i V6 biturbo da 223 CV, caratterizzate dal frontale ridisegnato ed entrambe dotate di spoiler posteriore, sospensioni a controllo elettronico e regolazione in altezza per il volante ed il sedile del conducente. La variante spider, equipaggiata anch’essa con il propulsore 2.0i V6 biturbo da 223 CV, fu commercializzata come Maserati Spyder e affiancata dalla variante coupé a due posti secchi denominata Karif. Quest’ultima, presentata al Salone di Ginevra del 1988, era mossa dall’unità 2.8i V6 biturbo da 285 CV di potenza. L’unica novità del 1989 fu la coupé Maserati 2.24v, con la motorizzazione 2.0i V6 biturbo a quattro valvole per cilindro, da 245 CV di potenza e 230 km/h di velocità massima. Tra le specifiche caratteristiche estetiche figuravano la calandra di colore nero opaco, lo spoiler anteriore avvolgente con fari fendinebbia integrati, le presa d’aria Naca sul cofano motore, le minigonne laterali e lo spoiler posteriore ridisegnato. L’anno seguente, le stesse caratteristiche furono proposte con la berlina 4.24v. Nel 1990, inoltre, fu allargata la gamma della Spyder al motore 2.8 V6 da 224 CV, parallelamente all’introduzione della versione catalizzata dei modelli 430, 228i e Karif.
Altro anno ricco di novità fu il 1991, con: il frontale aggiornato allo stile della supercar Shamal per i modelli 2.24v, 4.24v e 430, quest’ultima mossa dal propulsore 2.8i V6 a quattro valvole per cilindro da 279 CV di potenza; la gamma della Spyder ampliata all’unità 2.0i V6 24V; il modello 4.18v da 223 CV di potenza, tra l’altro dotato di ABS. Tuttavia, la principale novità del 1991 fu la Maserati Racing, speciale versione sportiva della coupé 2.24v, prodotta in soli 230 esemplari di colore nero o rosso, anche nella declinazione catalizzata per l’estero. Era equipaggiata con la motorizzazione 2.0i V6 biturbo da 283 CV di potenza che, in abbinamento al cambio meccanico Getrag a cinque marce, consentiva di raggiungere la velocità massima di 256 km/h e accelerare da 0 a 100 in 5,9 secondi. Il frontale prevedeva due coppie di fari circolari e rettangolari, più la calandra specifica. Inoltre, era riconoscibile per lo spoiler posteriore di grandi dimensioni, i cerchi in lega a sette razze, le minigonne laterali e gli specchietti retrovisori in tinta con la carrozzeria. Infine, la dotazione di serie della Maserati Racing comprendeva anche le sospensioni attive intelligenti Koni regolabili in quattro posizioni. Nel 1992 cominciò la parabola discendente della Maserati Biturbo, anche se fu introdotta la versione catalizzata dei modelli 2.24v e 4.24v, nonché per il motore 2.0i 24V della Spyder, assieme alla versione speciale della coupé 222 con il propulsore 2.0i V6 biturbo a quattro valvole per cilindro da 279 CV di potenza. Nel 1993, invece, debuttarono la versione catalizzata anche per il modello 4.18v e l’unità 2.0i V6 18V della Spyder. Tutte le declinazioni della Maserati Biturbo uscirono di produzione nel corso del 1994, ma la commercializzazione della Spyder proseguì fino al mese di gennaio del 1996. Inoltre, al progetto della Biturbo appartengono anche modelli a sé stante come Shamal e Ghibli. Complessivamente, la Maserati Biturbo è stata in prodotta in più di 37.000 esemplari, di cui 3.076 unità per la variante spider, circa 1.300 esemplari per la versione sportiva 430, 1.156 unità per la coupé 222, 978 esemplari per la berlina 422, 1.147 unità per la coupé 2.24v, 384 esemplari per la berlina 4.24v e solo 221 unità per il modello Karif.