Citroën: i 40 anni della 2CV Charleston
La Citroën 2CV compie quarant’anni, un traguardo straordinario per una vettura che doveva essere una serie speciale ma che ha avuto un successo inaspettato e glorioso
Probabilmente la più iconica tra le tantissime serie prodotte da uno dei grandi simboli dell’automobile francese, la Citroën 2CV Charleston. Era il 1980, sono passati già quarant’anni da quando si affacciava sul mercato questa vettura, tanto simpatica quanto semplice, tanto amata quanto cool, come si direbbe oggi. Doveva essere una serie speciale da produrre in 8.000 esemplari e da vendere in Francia al prezzo di 24.800 franchi. La cartella stampa dell’epoca recitava in questo modo: “per soddisfare i ‘puristi’ della 2 CV, i fari sono rotondi con calotta rossa”, ecco questa segnava un ritorno alle origini. Basata sull’allestimento Club, la 2 CV 6 Charleston si distingueva per gli interni specifici e per i fari rotondi, come quelli della 2 CV Special.
Un successo clamoroso
Il successo fu talmente clamoroso, che a partire dall’anno successivo, dal luglio del 1981, la tiratura limitata divenne illimitata. Fu così che la 2CV Charleston veniva prodotta in serie nello stabilimento di Levallois, entrando a pieno diritto nel catalogo della gamma Citroën. La versione prodotta in serie si differenziava dall’edizione limitata per l’adozione di fari cromati e rivestimenti interni trapuntati a losanghe. Proposta per la prima volta con una carrozzeria bicolore Rouge Delage e Nero, veniva poi affiancata da una variante Giallo Hélios e Nero nel luglio 1982 e in seguito sostituita nel luglio 1983 da una versione con due tonalità di grigio, Grigio Nocturne e Grigio Cormoran. La produzione è andata avanti nel 1988 nello stabilimento di Mangualde in Portogallo. I modelli prodotti in questo stabilimento sono identificabili per la presenza sui vetri del nome del vetraio spagnolo “Covina”. Il 27 luglio 1990 alle ore 16.30, l’ultima 2 CV usciva dalle catene di montaggio di Mangualde, una 2 CV 6 Charleston Grigio Nocturne e Grigio Cormoran. Si trattava della vettura numero 5.114.969, ultimo esemplare della “Deuche”. Ultimo capitolo di una storia mitica e leggendaria, che ha attraversato imperitura quasi tutto il ‘900, arrivando ai giorni nostri come un vero oggetto di culto da parte di una schiera infinita di appassionati.