Rally: Ogier conquista il settimo mondiale WRC a Monza
Nell’ACI Rally Monza Italia Sébastien Ogier conquista il suo settimo titolo mondiale WRC tornando sulla vetta del mondo
A Monza è tornato a fare quello che sa fare meglio, vincere! Sébastien Ogier nel corso dell’ACI Rally Monza Italia ha guidato in maniera impeccabile dimostrando di essere ancora lui il migliore, ed ha portato a casa il settimo titolo mondiale WRC, quello che gli era sfumato nel 2019 e che gli apparteneva dal 2013.
Una storia che dimostra un carattere solido e vincente
E pensare che la Citroen, lasciando il WRC aveva reso incerto il futuro di questo campione assoluto, che già in passato ha dovuto subire nel team francese le bizze di un Loeb preoccupato dal suo talento. Ma partiamo da qui, da quando dava fastidio al cannibale, che adesso vede tremare il suo record di 9 mondiali rally, quando si presentò alla porta di Ogier l’opportunità Volkswagen. Un treno che passa una volta sola, e che il campione francese ha preso al volo per guidare la Polo R WRC che poi diventò l’auto da battere nelle corse su strada. Dopo uno sviluppo feroce, furono 4 anni di successi (dal 2013 al 2016), di vittorie schiaccianti, e di dominio da parte di un pilota maturato, diventato il più grande facendo tesoro del suo talento e affinandolo con l’esperienza.
Poi la partentesi in Ford, altri 2 mondiali nel 2017-18 con il team M-Sport al volante della Fiest WRC, ed il passaggio in Citroen, dove però le cose non andarono al meglio nonostante il talento e le prestazioni di Ogier. Un detto recita che nessuno è profeta in patria, per cui il francese si è rimesso in gioco sposando il progetto Toyota, proprio mentre meditava di prendersi una pausa, di tornare in famiglia, di staccare da questo ambiente competitivo. Ma un campione non poteva lasciare in questo modo, per cui salendo sulla Yaris ha riscoperto il gusto della sfida, della gara, anche se non è stato semplice capire la belva da strada giapponese. Ma adesso è tornato sul tetto del mondo, è di nuovo felice, e gli avversari già tremano pensando alla prossima stagione.
Un campionato difficile dove il campione ha fatto la differenza
La stagione appena conclusa è stata la più difficile, la più sofferta, ma forse, proprio per questo, una delle più belle per un Ogier che a Monza ha guidato con quell’efficacia e quella sicurezza tipiche del campione di razza, non ha sbagliato, e questo gli ha consentito di recuperare i 14 punti di svantaggio dal compagno di squadra Evans e di vincere un mondiale a dir poco complicato. La prova speciale numero 11 è stata quella decisiva, perché Evans ha sbagliato, è uscito di strada ed ha compromesso la sua gara in maniera determinante, ma Ogier no, lui non ha fallito, ed ha portato a termine la corsa battendo le Hyundai di Tanak e Sordo. C’è da dire comunque che Evans, da sportivo vero, invece di disperarsi, è rimasto in strada per segnalare ad Ogier di rallentare al fine di evitargli di incappare nel suo stesso errore. Un comportamento virtuoso, che sottolinea come lo sport sappia trasmettere valori importanti in una società colma di individualismo.
Il campionato 2020, funestato dal covid-19, è stato da subito in salita per Ogier, perché in Svezia Evans ha preso la testa del mondiale per tenerla fino alla fine, aiutato anche dai problemi alle gomme occorsi a tutti i suoi avversari nel corso del rally di Turchia. A Monza, tutto sembrava scritto, Evans doveva amministrare il vantaggio, ed ereditare lo scettro di campione da predecessori illustri come McRae e Burns, ma Ogier, gara dopo gara, ha capito i limiti della Yaris, ha compreso come sfruttarla al meglio adattandola al suo stile di guida, tanto preciso quanto spettacolare, e nella corsa italiana non è arrivato per fare lo spettatore, ma per cogliere anche la più piccola delle opportunità, un’occasione che quando è arrivata, non l’ha lasciata sfuggire, dimostrando di aver ritrovato quella fame di successo che sembrava essersi persa nell’anno complicato alla Citroen. Ora, magari sull’onda dell’entusiasmo, Ogier potrebbe puntare a raggiungere e a superare Loeb, visto che la Yaris adesso gli calza a pennello e che in Toyota ha ritrovato quell’armonia che diventa fondamentale per scrivere pagine importanti nella vita e nello sport.