Mercedes C 63 AMG vs BMW M3 vs Audi RS4
A vederle tutte e tre insieme fa un certo effetto, soprattutto quando realizzi che sviluppano un totale di 1297 CV. CarAndDriver.com ha realizzato un confronto da far tremare i polsi mettendo contro Audi RS4, BMW M3 coupè e Mercedes C63 AMG. Qualcuno potrà obiettare che la BMW non è esattamente una concorrente delle altre due,
A vederle tutte e tre insieme fa un certo effetto, soprattutto quando realizzi che sviluppano un totale di 1297 CV. CarAndDriver.com ha realizzato un confronto da far tremare i polsi mettendo contro Audi RS4, BMW M3 coupè e Mercedes C63 AMG. Qualcuno potrà obiettare che la BMW non è esattamente una concorrente delle altre due, dal momento che la versione berlina dell’M3 non è ancora disponibile, ma tant’è: i tester non hanno saputo attendere e si sono recati in Baviera per provare queste tre armi improprie sull’asfalto di casa loro.
Sono tutte e tre spinte da motori con medesimo frazionamento e disposizione: L’Audi RS4 nasce intorno al 4.2 V8 (420 CV) ad iniezione diretta che spinge anche l’Audi R8, supercar del momento; anche BMW ha sostituito il 3.2 sei cilindri in linea della vecchia M3 (con buona pace di molti nostalgici appassionati) con un 4.0 V8 da 420 CV, e a Stoccarda dal canto loro continuano a puntare sul V8 dal lontano 1998, anno di uscita della C 43 AMG, seguita dalla C 55 e dall’attuale C 63 che sprigiona la bellezza di 457 CV. Chi l’avrà spuntata?
Sul gradino più basso del podio si è piazzata la creatura di Ingolstadt. Non che abbia particolari demeriti, intendiamoci: i collaudatori che ne hanno saggiato le doti non hanno trovato un difetto in particolare, ma va riconosciuto che gli sforzi fatti dalle concorrenti hanno portato a due prodotti che complessivamente sono superiori. Si tratta di sfumature, è chiaro, anche perchè chi spende certe cifre dà per scontato di comprare un prodotto pressochè esente da nei, ma proprio per questo è l’equilibrio complessivo a fare la differenza.
Gran parte della personalità dell’auto proviene dal motore, che ha permesso all’Audi RS4 di ottenere prestazioni da supercar: 4,7 s sullo 0-60 mph e 13,3 s sullo 0-400 metri (con velocità d’uscita di 181,8 km/h), la dicono lunga sulle potenzialità del V8 sviluppato da quattro GmbH, che però non è riuscito a fare meglio dei concorrenti.
Per meglio alloggiare la trazione integrale poi, sulla berlina di Ingolstadt il motore è stato posizionato in modo non ottimale, ovvero a sbalzo sull’asse anteriore, a tutto svantaggio del comportamento dinamico, che soffre di un sottosterzo -molto lieve- sconosciuto alle concorrenti, forti di una distribuzione dei pesi migliore. Questo non vuol dire che si ha a che fare con un auto a disagio in pista; tutt’altro: la tenuta di strada è ottima e complessivamente il giudizio sul comportamento nel misto è buono, complice anche un telaio eccellente, da lode. Il difetto semmai è un altro. L’Audi RS4 è un’auto troppo “facile”. Più di un esperto si è lamentato del feeling di guida, che non richiede nessuna capacità particolare e per questo dà meno soddisfazione delle concorrenti, che non tutti invece saprebbero gestire al limite. Un po’ troppo civile per la lettera “R” che porta, insomma.
L’ultimo aspetto che ha relegato l’Audi RS4 in terza posizione è stato il prezzo: in Italia ad esempio, la superberlina dell’Audi costa 74.700 Euro, contro i 67.900 della BMW M3 ed una cifra che si aggirerà sui 68.000 per la C63 AMG. Considerato anche il divario prestazionale e la relativa “anzianità” del modello di base, questa differenza è sembrata ingiustificata.
Al secondo posto, la C63 AMG. Prima di tutto scordatevi tutto delle precedenti C AMG, a partire dallo sterzo duro e dalla tendenza al sottosterzo: Mercedes-Benz ha calato un asso che per un’inezia non l’ha spuntata sulla M3.
Una buona parte del merito è da attribuire al propulsore, concepito e costruito bullone per bullone dall’AMG: il risultato è una potenza smisurata ed una fruibilità molto migliore del suo predecessore. La parte che ha fatto il maggiore salto di qualità poi sono state le sospensioni anteriori, completamente ridisegnate dagli uomini di Affalterbach ed ora in grado di assicurare una direzionalità perfetta. Una volta accomodatisi sul sedile di guida si scopre una comodità sconosciuta alle rivali (siamo pur sempre su una Mercedes…) ed una grande facilità nel ritagliarsi la posizione “su misura” per ogni pilota.
Una volta in moto, si scopre una silenziosità davvero degna di nota, anch’essa decisamente migliore di Audi e BMW. O meglio, questo si può dire per andature entro i 100-120 km/h, quando si avanza con un filo di gas. Provate a schiacciare col piede destro -afferma CarAndDriver- e l’abitacolo sarà letteralmente invaso da un boato, per giunta tra i più appaganti in assoluto in termini di tonalità.
E la soddisfazione più grande è scoprire che tutto questo scuotimento di neuroni, ha una corrispondenza effettiva in numeri. Con uno 0-60 da 3,9 s (avete letto bene…) ed uno 0-400 metri da 12,3 s, con velocità d’uscita di 186,7 km/h, la C63 AMG non solo fa impallidire le sue due rivali di questo test, ma mette in riga tante supercar ben più costose e titolate. E tenendo schiacciato l’acceleratore bastano pochi secondi per arrivare all’intervento del limitatore: una progressione che ha veramente pochi paragoni, frutto anche dell’ottimo lavoro del 7G-Tronic, capace di cambiare marcia in soli 100 ms.
La C63 AMG però, non è certo esente da magagne: la prima è il peso, francamente eccessivo del corpo vettura, la seconda è il consumo: il V8 AMG, dall’alto dei suoi sei litri e passa di cilindrata, beve veramente uno sproposito, ed i lunghi viaggi si traducono in veri e propri investimenti (sempre ammesso che chi compra questo tipo d’auto badi ai consumi).
Lo sterzo però, molto preciso e leggero non fa assolutamente pesare la massa dell’auto, neanche nel misto stretto: il feeling è dei migliori, ma quando scende in pista l’M3 c’è poco da fare, i chili di meno sono tanti e nonostante la sensazione di controllo trasmessa la C63 può poco, nonostante riesca a seminare facilmente la RS4. I freni sono i migliori in termini di spazi d’arresto, nonostante la berlina di Stoccarda sia la più pesante del lotto; il comando però tende a diventare spugnoso dopo una serie di frenate violente, senza tuttavia compromettere i brevi spazi d’arresto fatti registrare.
Quello che ha definitivamente relegato la C63 alla piazza d’onore sono state però le sospensioni: i tecnici AMG hanno messo insieme un pacchetto veramente “racing”, che esalta la guida in circuito ma rende veramente difficile l’uso sulle strade di tutti i giorni, dove le asperità vengono trasmesse all’abitacolo senza essere minimamente filtrate. La peggiore delle tre in questo senso. Una nota di merito poi va a Mercedes per il prezzo, che sarà più basso della precedente serie di oltre 3000 Euro.
In sostanza: se volete un’esperienza “emozionale”, questa è l’auto che fa per voi. Il rombo migliore del trio, il comportamento più aggressivo e la guida più coinvolgente sono qui.
Gradino più alto del podio: BMW M3 coupè. L’ultimo prodotto di una stirpe vecchia di venti anni ha il doppio dei cilindri ed oltre il doppio della potenza dell’indimenticata capostipite, ma secondo alcuni lo spirito “estremo” delle vecchie M3 è stato compromesso dal peso (1580 kg a secco non sono comunque pochi) e dall’elettronica.
Ok, risponde CarAndDriver, non si tratta più di un’auto da corsa omologata, ma questa M3 spicca ancora tra le due concorrenti di questa prova per il modo in cui coinvolge il pilota e la sincerità del rapporto che si instaura fra uomo e macchina. La BMW M3 è la più leggera delle tre, grazie ad alcuni accorgimenti come il tetto in fibra di carbonio e altre parti in alluminio, quali il cofano e alcune componenti delle sospensioni. Per chi non lo sapesse poi, il 4.0 V8 è più leggero del vecchio sei cilindri…
Grazie a tutto questo, e non ultimo ad una distribuzione dei pesi quasi perfetta (51,9: 48,1), l’M3 sul guidato è un vero rasoio. Il risultato in numeri è chiaro: la C63 è battuta sull’handling, non ci sono storie. Molto calzanti però gli aggettivi scelti dai redattori per descrivere le due auto: “oggettiva” la BMW, “soggettiva” la Mercedes, a sottolineare come la bavarese sia un pelo meno soddisfacente in termini di feeling, nonostante la migliore efficacia.
L’accelerazione però non è all’altezza del devastante risultato della berlina di Stoccarda: lo 0-60 è stato coperto in 4,3 s, nonostante un rapporto peso-potenza favorevole. In accelerazione il V8 BMW ha una tonalità tutta particolare, che per la gioia degli appassionati di vecchia data, ricorda molto da vicino la voce metallica del vecchio sei cilindri. Timbro decisamente azzeccato.
La più leggera delle tre si distingue anche nella guida su strada, meno esasperata della Mercedes, garantisce una guida più rilassata, nonostante il comando dello sterzo risulti un po’ “vago” al centro alle basse andature, inserita la modalità sport però tutto questo sparisce. Cambio dagli innesti ravvicinati, posto guida ottimo trasmettono una sensazione di confidenza ed invitano a divertirsi al volante; ottimo anche il lavoro svolto dai freni.
L’M3 vince perchè è la più efficace, la più leggera e la più maneggevole nel guidato. E poi in fondo, il rapporto di fiducia che si instaura tra auto e pilota, non si discute.