Jeremy Clarkson pubblica gli estremi del suo conto e ne paga le conseguenze
D’accordo, è un gran mattacchione, conduce un programma che detta legge nel mondo dell’auto, sentenziando quali modelli andranno all’inferno e quali in paradiso. Ma le stupidaggini le fa pure Jeremy Clarkson, e questa volta la colpa è stata della sua eccessiva sicurezza.Che ha combinato il vecchio Jimmy? Niente di grave, ha semplicemente avuto l’avventata idea
D’accordo, è un gran mattacchione, conduce un programma che detta legge nel mondo dell’auto, sentenziando quali modelli andranno all’inferno e quali in paradiso. Ma le stupidaggini le fa pure Jeremy Clarkson, e questa volta la colpa è stata della sua eccessiva sicurezza.
Che ha combinato il vecchio Jimmy? Niente di grave, ha semplicemente avuto l’avventata idea di pubblicare (sul Sunday Times, non sul giornalino della scuola) gli estremi del suo conto corrente bancario, allo scopo di dimostrare come attorno allo scottante tema della privacy ci sia un vero e proprio fanatismo da parte di molte persone. E fino a qui ci siamo.
Il punto è che evidentemente il nostro beniamino ha superato il limite della prudenza: per far capire come la recente fuga di dati su milioni di conti correnti inglesi non sia affatto pericolosa -secondo lui- per i diretti interessati, si è voluto unire alla schiera dei malcapitati mettendo nero su bianco le sue coordinate bancarie. Tanto non c’è niente di cui preoccuparsi, vero Jeremy?
E invece -guarda un po’ il caso certe volte…-, qualcuno ha cominciato a fare operazioni sul conto (ovviamente di prelievo). Per sua fortuna, come ha confessato lui stesso ieri ai lettori, si è trattato solo di 500 sterline, ma poteva andare molto peggio.
Retromarcia e aspersioni di cenere varie erano d’obbligo: “La banca non può sapere chi è stato per il Data Protection Act e non può impedire che succeda ancora. Ho avuto torto e sono stato punito per il mio errore.”
Alla prossima puntata di TopGear per gli sfottò in diretta di Hammond e May…
Via | BoingBoing