Home Auto storiche Nobili stirpi tedesche: le radici della C63 AMG

Nobili stirpi tedesche: le radici della C63 AMG

Dalla mitica Baby-Benz, la 190 del 1982, all’attuale animalesca C63 AMG: AutoBild Sportcars ha incontrato tutte le generazioni delle medie “cattive” made in Mercedes, per una prova su strada dal sapore davvero particolare. Anche i colleghi di auto, motor und sport sono in vena di “celebrazioni”: qui trovate una ricca galleria storica dei modelli Aufrecht-Melcher


Dalla mitica Baby-Benz, la 190 del 1982, all’attuale animalesca C63 AMG: AutoBild Sportcars ha incontrato tutte le generazioni delle medie “cattive” made in Mercedes, per una prova su strada dal sapore davvero particolare. Anche i colleghi di auto, motor und sport sono in vena di “celebrazioni”: qui trovate una ricca galleria storica dei modelli Aufrecht-Melcher Großaspach.

Tutto ebbe inizio nell’ormai lontano 1987, quando fece la sua comparsa l’esagerata (per l’epoca) 190 E 3.2 AMG, spinta da un sei cilindri in linea 12 valvole da 234 CV e prodotta in soli 200 costosissimi esemplari. L’auto chiaramente non aveva tutte le raffinatezze dei modelli attuali: lo stesso motore M103 ad esempio, al di sotto dei 4000 giri era decisamente vuoto. Del resto il cambio non lo aiutava: la trasmissione automatica a quattro marce adottata sulla 190 AMG, stupirebbe oggi per la sua pigrizia. I 305 Nm di coppia dal canto loro se la cavano abbastanza bene a spostare i 1400 kg del corpo vettura.

Anche l’handling non ha niente a che vedere con le sportive cui siamo abituati oggi: nonostante il telaio sportivo ed i cerchi da 16″ il rollio in curva è evidente e gli inserimenti sono poco precisi. Ciononostante, l’auto è piuttosto agile data la sua leggerezza. Buone anche le prestazioni dei freni, ereditati dalla più grande 300 E-24.

Il 1993 fu l’anno della prima Classe C AMG, sempre equipaggiata con un sei cilindri in linea, ma con la distribuzione a quattro valvole per cilindro e la cilindrata che aveva raggiunto i 3.6 litri. Tutt’altra musica rispetto alla 190 (anche nel senso del sound vero e proprio): la potenza salì a 280 CV e le prestazioni schizzarono verso l’alto. La C36 fu inoltre la prima media che AMG progettò in veste di braccio ufficiale della Mercedes e venne venduta in 5200 esemplari.

Le finiture erano decisamente ricche, ma soprattutto quel sei cilindri M104 grugniva con una cattiveria entusiasmante e tirava veramente forte, regalando soddisfazioni ancora oggi. La C36 si è rivelata molto più veloce della 190 in curva, ma nonostante ciò è accomunata a quest’ultima dalla taratura troppo morbida delle sospensioni per una sportiva vera. Il rollio (meno evidente d’accordo), è assicurato.

Questo tratto del carattere è confermato anche dalla ben più potente C43 AMG del ’97, la prima Classe C sportiva a montare un V8. Il motore derivava da un’unità Mercedes sulla quale furono però apportati drastici interventi di miglioramento agli alberi a camme e all’aspirazione. Risultato fu una potenza di 306 CV ed il pubblico ancora una volta gradì: 4200 gli ordini.

Il V8 M113 ha un caratteristico borbottìo, che del resto anticipava in qualche maniera quello dell’attuale 6.2. Al di là del motore però, altri sono i punti di forza della C43, che ad esempio, per quanto riguarda i freni e gli spazi d’arresto segnò un netto stacco con la precedente C36, potendo contare su un impianto derivato dalla tecnologia delle competizioni che garantisce una perfetta dissipazione del calore ed un piacevole feedback di consistenza anche nelle frenate più brusche. Il cambio automatico a cinque marce poi, gioca una grossa parte nel piacere di guida complessivo, soprattutto se messo a confronto con le antenate. Difetti? Lo sterzo lento e pigro e la taratura rigida dell’insieme sospensioni-telaio: “Se C36 e C43 erano un’alternativa confortevole alle Porsche 911 e alle BMW M3 dell’epoca, oggi sembrano delle tavolette di legno.”

Nel 2001 debuttò il primo Kompressor, basato sul nuovo 3.2 V6 Mercedes che venne praticamente stravolto ad Affalterbach, dove entrò con 218 CV e ne uscì con 354. Il merito non fu tutto del compressore volumetrico sistemato tra le due bancate, ma anche delle nuove valvole e dei pistoni: tutto riprogettato dall’atelier sportivo, che curò anche lo sviluppo del cambio automatico Speedshift, uno degli organi meglio riusciti per la sua perfetta simbiosi con il motore.

La C32 AMG SW provata da AutoBild si è rivelata enormemente più fluida delle precedenti sportive, e allo stesso modo lo sterzo ha molto di più da offrire in termini di precisione. Molto più veloce della precedente C43, non fa rimpiangere i due cilindri in meno. Il miglioramento complessivo è testimoniato anche dal comfort ben maggiore di cui si gode sulla C32: nonostante i cerchi da 17″ le irregolarità dell’asfalto sono sempre lontane dall’abitacolo. AMG Performance Studio creò inoltre dei pack specifici per chi voleva la sua C32 ancora più racing: cerchi più grandi, cambio Speedshift con tempi di cambiata ridotti e telaio specifico Nürburgring erano esplicitamente dedicati a chi aveva l’ùzzolo delle gare.

La C55 ha definitivamente aperto la strada all’esagerazione dell’attuale C63. Come su quest’ultima, il suo muso è stato completamente rivisto per ospitare il grosso 5.4 V8 da 367 CV, che in caso il cliente lo avesse desiderato, poteva essere ulteriormente elaborato, fino a raggiungere i 400 CV della SLK Black Series. I quattro scarichi hanno una tonalità molto diversa da quella emessa dalla C43, facendosi notare per il sound ben più aggressivo, ma al di là di questo ancora una volta, grazie all’impiego di materiali leggeri e ai miglioramenti al telaio, la C55 ha segnato un passo avanti rispetto alla C32.

Culmine di questa cavalcata storica attraverso cui ci ha condotti AutoBild è chiaramente la C63. I 457 CV del suo motore diffondono nell’abitacolo, ma soprattutto fuori, una colonna sonora da girone infernale. Il 7G-Tronic è il fulmineo cambio che conosciamo tutti, ed il posto guida, ormai da corsa, con i sedili “cuciti” addosso al pilota ha ben poco a che spartire con le Mercedes di serie. E pensare che è nato tutto da qualche centinaio di clienti che fecero elaborare le loro 190…

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