Mosley e il festino: nuovo scandalo per la F1
Si potrebbe quasi dire che il buon Max Mosley usi una maggiore autorità nel maneggiare il frustino che non per punire i colpevoli della Formula 1. Come riportano i colleghi di Gossipblog e Motorsportblog, il sessantasettenne presidente della Formula Uno è al centro di uno scandalo a luci rosse, dove compare in un video ad
Si potrebbe quasi dire che il buon Max Mosley usi una maggiore autorità nel maneggiare il frustino che non per punire i colpevoli della Formula 1. Come riportano i colleghi di Gossipblog e Motorsportblog, il sessantasettenne presidente della Formula Uno è al centro di uno scandalo a luci rosse, dove compare in un video ad alto tasso erotico diffuso dal quotidiano inglese News of the World.
Un eccitamento sessuale piuttosto obliquo, di chiaro stampo sadomaso, in cui Mosley viene prima sottomesso (il giornale, in maniera piuttosto morbosa, scrive: “gode a farsi frustare a sangue”) per poi accanirsi con particolare veemenza sulle cinque ragazze presenti al festino. L’ulteriore dettaglio colorito viene fornito dall’atmosfera nazista, con le donzelle vestite con tute a strisce bianche e nere molto simili alle uniforme indossate dai detenuti ebrei nei lager.
Il boss della F1, secondo quanto riportato, viene prima ispezionato nei genitali da una donna kapò, poi subisce un “controllino” ai capelli (per valutare, proprio come successe agli ebrei, la presenza di pidocchi) e infine frustato ripetutamente.
Mosley, sposato da 48 anni, padre di due figli, è il quarto figlio di Oswald, fondatore del British Union of fascists, formazione politica di estrema destra alleata con il partito di Mussolini. Lo stesso Mosley senior, morto nel 1980, sarebbe stato amico personale di Adolf Hitler e Joseph Goebbels.
Chiamato a commentare la spinosa vicenda, Bernie Ecclestone avrebbe parlato di uno scherzo, mirato ad affossare il collega piuttosto che ad offendere le persone di religione ebraica.
Le dimissioni di Mosley vengono invocate a gran voce, tanto che anche un mito vivente come Stirling Moss, il cui padre era ebreo, commenta: “Tutto ciò è un insulto a milioni di vittime, di sopravvissuti e alle loro famiglie”.
La Formula 1 non può mai stare tranquilla.