Impressioni di guida: Alpina B3 bi-Turbo Coupè
Nel variegato mondo dell’automobile odierno una sempre più consistente fascia di appassionati non si accontenta più dei prodotti standard, ma ambisce a soluzioni personalizzate che trasmettano il sapore dell’individualità. Si mettono così in evidenza realtà artigianali che, lavorando con elementi di competenza e passione, riescono a conferire un carattere particolare ed un’atmosfera unica ai loro
Nel variegato mondo dell’automobile odierno una sempre più consistente fascia di appassionati non si accontenta più dei prodotti standard, ma ambisce a soluzioni personalizzate che trasmettano il sapore dell’individualità. Si mettono così in evidenza realtà artigianali che, lavorando con elementi di competenza e passione, riescono a conferire un carattere particolare ed un’atmosfera unica ai loro risultati. Alpina, azienda bavarese di Buchloe fondata da Burkard Bovensiepen, si occupa di affinamento di automobili BMW sin dal 1961 (con un kit carburatore Weber doppio corpo per la berlina 1500); dal 1983 ha ottenuto il riconoscimento ufficiale di Costruttore dal Kraftfahrtbundesamt (Ufficio Motorizzazione) di Flensburg e la collaborazione con BMW è proseguita con interessanti scambi di tecnologie ed esperienze.
L’occasione di una prova su strada della nuova Alpina B3 Bi-Turbo, sulla base della attuale Bmw Serie 3 Coupè E92, ci ha permesso di capire la filosofia con cui questa azienda lavora: Il carattere dei modelli ideati da Bovensiepen corrisponde a veloci granturismo sportive senza sacrifici per il confort di marcia e con accento sulla facilità di ottenimento delle prestazioni. La particolare filosofia Alpina della ricerca del dettaglio e dell’elevato livello di personalizzazione è garantita dai bassi volumi produttivi (intorno alle 500 unità annue) e sottolineata dall’altro interesse del fondatore, l’importazione e la produzione di vini di alta qualità.
La ricetta Alpina normalmente consiste nell’affinamento di selezionati modelli BMW mediante l’utilizzo di un terzo di parti originali, un terzo di componenti BMW provenienti da altri modelli ed infine un terzo di componenti specifici progettati e sviluppati in cooperazione con i principali fornitori automotive; la filosofia delle Alpina non è inoltre in concorrenza o contrasto con i prodotti della divisione M della casa bavarese, che hanno un focus marcatemente più aggressivo ed orientato alle prestazioni assolute.
Ulteriore dimostrazione è il fatto che Bovensiepen sia stato tra i primi a credere nell’evoluzione della soluzione con cambio automatico a gruppi epicicloidali e convertitore di coppia dotato di logica di gestione di comando affinata: dal 1993 la collaborazione con il gruppo ZF garantisce un costante aggiornamento della soluzione denominata Switch-Tronic, che ormai equipaggia la maggioranza delle vetture che escono dall’atelier di Buchloe. Inoltre la predilezione per la cultura dell’accessibilità delle prestazioni ha fatto sempre prediligere la sovralimentazione, ricordiamo ad esempio la prima Biturbo su base serie 5 E34 del 1989.
Ultimamente anche BMW, dopo un lungo intervallo, si è riavvicinata alla accoppiata turbo-benzina con il suo apprezzato motore sei cilindri tre litri ad iniezione diretta HPI sovralimentato in parallelo, apparso inizialmente sul modello 335i; Alpina, che ha storicamente ricavato varianti ad elevate prestazioni dalle serie 3, ha colto l’occasione per sviluppare la sua B3 Bi-Turbo, che rappresenta idealmente la summa della filosofia del piccolo costruttore. Si tratta di una vettura basata sulla carrozzeria della attuale serie 3 (nelle declinazioni berlina E90, coupè E92, cabriolet E93 e dal prossimo ottobre anche Touring E91), con meccanica derivata appunto dal modello 335i .
Il cuore della modifica riguarda il propulsore vincitore dell’Engine of the Year, rivisitato con pistoni speciali Mahle, gestione elettronica evoluta Siemens MSD80, pressione di sovralimentazione elevata a 1,1 bar per arrivare ad un risultato straordinario in termini di curve caratteristiche. Difatti la potenza massima raggiunge i 360 CV (265 kW – valore volutamente non esasperato) con un plateau da 5500 a 6000 giri/min, con una potenza specifica di 121 CV/l e con un andamento della curva che assicura oltre 230 kW (313 CV, quindi più della punta massima del motore originale) costantemente da 4500 a 7000 giri/min. Ancora più sorprendente la curva di coppia motrice, con un valore massimo pari a ben 500 Nm in un plateau da 3800 a 5000 giri, ma già oltre i 300 Nm a 1000 giri (!), oltre 400 Nm (il valore di punta del propulsore originale) già a 1250 giri, e sempre sopra i 450 Nm nell’arco da 2000 a 5500; al massimo regime di rotazione (7000 giri) il livello è ancora 325 Nm. Abbinato alla trasmissione idraulica ZF 6HP19 con gestione dedicata Switch-Tronic, questa unità propulsiva spinge la B3 coupè dalla massa pari a 1570 kg sino a 285 km/h, con un’accelerazione da 0 a 100 km/h in 4,9 secondi, un consumo misto pari a 9,7 l/100km ed emissioni CO2 pari a 232 g/km.
Ho avuto modo di guidare un esemplare di B3 Bi-Turbo coupè, concentrandomi sulle differenze con la nota BMW 335i di serie. A livello estetico sono presenti accorgimenti aerodinamici come un fascione più accentuato all’anteriore e uno spoiler sul bordo baule; inoltre i terminali di scarico raddoppiano per un totale di quattro e sono presenti i cerchi Alpina Classic multirazze da 18 pollici con pneumatici Michelin nelle misure 225/40 all’avantreno e 255/35 al retrotreno. A bordo la prima cosa che colpisce è il piacevole fondino blu della strumentazione con grafica Alpina; sugli schienali dei sedili in pelle Dakota sono inseriti dei loghi colorati, in opzione è possibile ottenere la famosa pelle naturale Lavalina (un rivestimento completo abitacolo con questo materiale può superare i 10.000 euro di supplemento). Una placca numerata in zona plafoniera completa l’allestimento.
In marcia si nota per prima cosa il differente affinamento dell’autotelaio conseguente alla decisione dei tecnici di non adottare soluzioni giudicate ancora non mature per lo stile di guida Alpina: difatti Active Steering e pneumatici Run Flat non sono disponibili sulle B3. Ho trovato l’assetto molto più azzeccato rispetto alla 335i Attiva, il corretto abbimamento tra rigidezza primaria e secondaria consente un ottimale compromesso tra handling e confort. Il corpo vettura è sempre ben frenato nei movimenti, le asperità vengono assorbite senza contraccolpi, si percepisce una sensazione di notevole controllo. Lo sterzo è leggermente pesante a bassa velocità, meno immediato ma più consistente e naturale nell’impostazione delle traiettorie a velocità più elevate. Nelle curve più lente è percettibile un rassicurante sottosterzo, facilmente gestibile e che non penalizza la maneggevolezza.
Immediatamente riscontrabile è il miglioramento nel cambio; la risposta nei transitori è molto pronta, si ha una confortante sensazione di istantaneo bloccaggio del convertitore ed in scalata lo Switch-Tronic esegue una sorta di “doppietta” di raccordo. La logica di funzionamento è azzeccata, i pulsanti separati (+ a dx e – a sx) dietro le razze sono più funzionali rispetto alle levette doppia funzione della 335i; anche in modalità manuale resta però attivo il passaggio automatico alla marcia superiore nel caso il regime di rotazione si avvicini al limite massimo, cosa abbastanza fastidiosa soprattutto nel passaggio prima-seconda. Nel caso in cui il pattinamento delle ruote in partenza sia eccessivo il cambio inserisce quindi la seconda; la trazione è comunque eccellente considerando che la vettura non dispone di differenziale autobloccante.
Rispetto al propulsore 335i originale il motore elaborato Alpina ha una sonorità e una erogazione molto simili, con una distribuzione di coppia ancora più ampia; il turbo-lag è veramente ridotto e si ha le sensazione di una maggiore grinta negli allunghi oltre i 5000 giri. L’abbinamento motore cambio è veramente riuscito ed il feeling generale che viene trasmesso al guidatore è quello di una vettura molto equilibrata, con prestazioni di gran livello raggiungibili e gestibili con facilità e naturalezza: nulla lascia pensare ad un lavoro di sviluppo concentrato univocamente ma piuttosto ad una approfondita e sapiente revisione di tutte le componenti in un amalgama complessivo degno di avvicinare l’immagine ideale di come avrebbe potuto essere la 335i di serie.
La vettura, importata in esclusiva per l’Italia dalla concessionaria BMW Car Zeta di Milano, ha un prezzo di listino pari a 60.500 euro (con carrozzeria coupè), che include cambio automatico, selleria in pelle, cerchi da 18 pollici Classic; sarà a breve disponibile nella versione Allrad con trazione integrale X-Drive, anche nelle varianti berlina e Touring. A termine di paragone, una 335i coupè in versione Attiva con le opzioni pelle e automatico costa circa 53.500, quindi il sovraprezzo per la Alpina è dell’ordine dei 7000 euro circa, tutto sommato giustificati considerando il migloramento di guidabilità e la esclusività del mezzo.