Blog driver day: riunione con i tecnici Audi
Il brutto delle cose belle è che ti fuggono sotto gli occhi senza nemmeno lasciarti la possibilità di assaporarle come davvero vorresti. “E’ già tutto finito…” ;queste le parole che mi frullavano in testa guidando verso casa. Tuttavia, mentre sto scrivendo queste parole , ho stampato sul volto un sorriso felice che nasce dalla consapevolezza
Il brutto delle cose belle è che ti fuggono sotto gli occhi senza nemmeno lasciarti la possibilità di assaporarle come davvero vorresti. “E’ già tutto finito…” ;queste le parole che mi frullavano in testa guidando verso casa. Tuttavia, mentre sto scrivendo queste parole , ho stampato sul volto un sorriso felice che nasce dalla consapevolezza di aver vissuto un’esperienza favolosa per un appassionato di auto.
Un aggettivo per sintetizzare il tutto? Forse non esiste ma credo che il più indicato potrebbe essere “completa”. E’ una sensazione strana dare un viso,una fisionomia ed un’età a persone che conosci solo in rete. Spesso quando pensi a Michele G., Lorenzo Corsani , Mr.Wolf e agli altri del blog sei abituato ad attribuire a questi “individui telematici” un piccolissimo avatar, poche lettere di un nickname che dicono poco o nulla di una persona.
Ma quando ti trovi davanti a questi ragazzi in carne ed ossa, la sensazione è quella di ritrovare un amico o un conoscente del quale però non hai mai conosciuto i lineamenti, la statura fisica o il colore dei capelli. E così apprendi che Lorenzo Corsani è un ragazzone fiorentino D.O.C. con capelli e pizzetto scuri, occhi verdi e uno “zaino di simpatia” dietro le spalle. E dopo aver superato il momento di impaccio iniziale, rompi subito il ghiaccio e ritrovi nelle sue parole la stessa passione e gli stessi sogni di appassionato che traspaiono nei sui articoli. Fai quattro chiacchiere con Michele G. e rivedi la stessa simpatia e lo stesso charme che leggi in alcuni dei suoi commenti e di colpo ti rendi conto di come la sua auto non possa che essere una spider a 2 posti secchi e la sua calata tipicamente nordica. E così a cena (sera prima della prova in pista) iniziano le prime discussioni accompagnate da un buon vino e ti rendi conto che nonostante tutto, c’è una confidenza ed una semplicità nel rapportarsi, tipica di chi infondo già si conosce anche grazie al solo ausilio di una Pc. Bello. Davvero bello.
Passando ad Audi:che dire ? la volontà del costruttore di cambiare la sua immagine e di evolverla verso valori di sportività ed esclusività più elevati, è indubbia. In definitiva però , nonostante la simpatia e la genuinità del personale, la maggior parte delle questioni da noi sollevate agli addetti tecnici e del marketing, non hanno trovato, salvo poche eccezioni, risposte con la R maiuscola.
Molte delle domande sulla futura produzione sono state infatti “dribblate” a dovere . Ad esempio ho chiesto come mai la nuova RS6 è così menefreghista nei confronti della bilancia e se, in nome di quei valori di sportività che Audi reclama e fa suoi, il costruttore pensa prossimamente di allargare l’offerta di telaio in alluminio. La risposta è stata che tale materiale rimane comunque molto costoso da lavorare, produrre e reperire ed in definitiva ad appannaggio di pochissimi modelli. Sull’effettiva possibilità della trazione quattro con giunto viscoso per le prossime RS, su strategie commerciali legate ai futuri piccoli modelli come la A1 ecct., non hanno trovato risposte esaurienti. Forse più per effettiva non conoscenza delle politiche della casa madre stessa che per obbligo di tenere la bocca cucita. Non si sono nemmeno sbilanciati alla domanda di Lorenzo che ha chiesto se la “posterizzazione” della trazione integrale Quattro potesse avere degli ulteriori ed ancora più marcati processi evolutivi per i modelli più pepati. Poche certezze anche sulle effettive date di arrivo del differenziale posteriore sportivo ed ancora meno riguardo ad un eventuale ritorno al biturbo per la nuova generazione della RS4 (che in tal caso avrebbe comunque turbine a bassa pressione !). Domande sull’impatto ambientale e sulle strategie per tutelare il verde, sono state schivate col più classico dei “chi vivrà vedrà”. Ma in definitiva c’era da aspettarselo: in un periodo in cui l’argomento “mobilità ibrida” appare nebuloso ed in cui persino i vari costruttori stanno approcciando con filosofie a volte estremamente distanti al tema, non si potevano chiedere risposte certe.
Ho provato anche a chiedere come mai ci sia questo abbandono e questo snobismo generalizzato verso il cambio manuale anche e soprattutto sui modelli marcatamente più sportivi e perché ci fosse questo trionfo del cambio automatico-sequenziale. “ Perché è più accessibile e serve a semplificare il più possibile l’approccio” secondo uno dei consulenti tecnici. Come a dire per consentire la guida di certe auto ad ogni persona. Perfetto. Non fa una piega. Perché però dimenticarsi di quello “zoccolo duro” che nonostante tutto preferisce ancora smanettare con una leva e tre pedali?
A tal proposito vi riporto le parole di Michele G. che durante la prova della R8 R-tronic ha affermato dopo una mia domanda sul cambio: “ Si, questo (R-tronic) è bello. Però il manuale..non so; perché per me il manuale permette sempre un certo divertimento,le doppiette… Hai la frizione, un motivo in più per giocare. Insomma, secondo me, le macchine sportive sono gioco, emozione, divertimento: più cose hai da fare (come usare tre pedali e una leva) e più è divertente”. Come dargli torto? Speriamo che in un futuro prossimo i costruttori, facendo la R8 V10 per la nonna e la M3 CSL per il nonno, si ricordino anche di accontentare chi le auto le ama guidare alla vecchia maniera.
Diciamo che alla fine dell’ “intervista agli addetti ai lavori” l’impressione che rimane è che la cosa volesse essere un po’ più preconfezionata ed orbitante intorno a 4 argomentini (come l’airbag a gonfiaggio variabile in funzione della statura… ). Ma del resto, sinceramente, me l’aspettavo. Però sono stati chiari nel ribadire una cosa: nonostante la flessione del mercato dell’auto, quest’anno in Audi vogliono vendere 68.000 auto in Italia.
Perché Audi non corre in F1? Non si pubblicizzerebbe ancora meglio ? Secondo Cinzia Mauroner(responsabile comunicazione Audi Italia) Audi attualmente ha una cassa di risonanza abbastanza ampia grazie alla ALMS, LMES che le permette di astenersi dalla F1 e di sperimentare allo stesso tempo tecnologie poi applicabili sulla grande produzione di serie (TDI e FSI ad esempio). Insomma, non è attualmente fra gli obbiettivi del costruttore.