Blog Driver Day: al volante di Audi A4, S5 ed R8
Abbiamo parlato dell’evento, abbiamo ringraziato tutti e lodato l’organizzazione che ci ha coccolato per due giorni, ma adesso è venuto finalmente il momento di parlare delle auto ! Il test è avvenuto sui 4 chilometri del circuito di Vallelunga, molto tecnico e vario, con tratti veloci e lenti ed alcune variazioni altimetriche. Gli istruttori tenevano
Abbiamo parlato dell’evento, abbiamo ringraziato tutti e lodato l’organizzazione che ci ha coccolato per due giorni, ma adesso è venuto finalmente il momento di parlare delle auto ! Il test è avvenuto sui 4 chilometri del circuito di Vallelunga, molto tecnico e vario, con tratti veloci e lenti ed alcune variazioni altimetriche. Gli istruttori tenevano sotto controllo due auto per volta, collegati via radio e precedendo le auto del test, per mostrare traiettoria e punti di frenata.
La velocità non è mai stata altissima, ma ha permesso gradualmente a tutti di prendere confidenza con la pista, i punti di corda e le diverse caratteristiche delle auto in esame. Per nostra fortuna il team di Autoblog.it ha potuto andare in crescendo, dalla A4 fino alla R8, aumentando (per fortuna) anche l’andatura con l’andare della mattinata.
Ecco le mie personalissime sensazioni:
Audi A4 2.7 Tdi TipTronic berlina
La nuova A4 ti accoglie in un ambiente raffinato ed elegante, il nuovo posto guida, decisamente ergonomico, è sopratutto basso al punto giusto ed avvolgente (chissà perchè penso alla mia Serie 3…). L’esemplare in prova era ovviamente molto ben accessoriato e l’accoppiata tra il cremoso V6 2.7 TDI 190Cv ed il cambio Tiptronic a 6 rapporti è sicuramente riuscita in pieno, abbinamento tra l’altro non ancora presente a listino Italiano. Le cambiate sono inavvertibili e molto rapide, peccato per lo scomodo schema invertito che richiede di spingere verso l’auto la leva per salire di rapporto. Ovviamente tutto gira intorno ai chilogrammetri del V6, che non chiede assolutamente di essere tirato ma ha una curva di erogazione veramente piatta e sfruttabile in ogni situazione.
Nonostante l’assenza dei sistemi elettronici più evoluti la A4 mi ha fatto una ottima impressione quanto a precisione dello sterzo ed assetto. Il volante è pesante al punto giusto e diretto fin dai primi gradi di sterzata, senza le pesantezze di certi diesel a trazione anteriore sul mercato, inoltre il rollio ad andatura “allegra” ma non estrema si è dimostrato insospettabilmente contenuto. L’impressione generale è quella di un’auto comoda ma dal feeling sportiveggiante, molto più di quanto non possa far pensare l’eleganza teutonica dell’insieme.
Audi A4 1.8T 160Cv TipTronic Avant
La nuova familiare è appena arrivata sul mercato e in colore scuro fa davvero una ottima figura. Nonostante le dimensioni piuttosto impegnative con una lunghezza di 4,70 metri, una volta accomodati al posto guida è davvero difficile ricordarsi dei centimetri in più rispetto alla berlina, dal momento che alla guida non si percepiscono differenze apprezzabili. Ho trovato un po’ forzato l’accoppiamento del nuovo 1.8 TFSI 160Cv con il cambio Tiptronic: le cambiate non sono fluide come nel V6 diesel ed in generale la trasmissione tende, nell’uso automatico, ad insistere troppo sugli alti regimi quando invece la mappatura di questo turbo benzina permette ottime riprese già da bassissimo numero di giri. Un bel 6 marce manuale oppure uno sportivo DSG avrebbero sicuramente fatto figurare meglio questo motore, che comunque non esprime prestazioni e grinta da sportiva, a causa del peso non indifferente dell’auto. Anche in questo caso l’abbinamento tra il 1.8T ed il cambio Tiptronic non è ancora disponibile sul configuratore Italiano.
Ottimo anche qui lo sterzo, anche se risulta un po’ troppo leggero per i miei gusti rispetto alla V6. Sicuramente guidando le due A4 ci si pone una domanda, dopo pochi chilometri: che cosa sarà la RS4 visto che finalmente non sembra di guidare una trazione anteriore ed il telaio mostra un così grande equilibrio ?
Audi S5
Abbiamo discusso a lungo con gli amici ai box di questa coupè, che molti attendevano con ansia. Il suo aspetto minaccioso, il sound gorgogliante dello scarico e la magica sigla “S” hanno creato una aspettativa notevole, ma siamo rimasti in parte delusi. Intendiamoci, stiamo parlando di una signora macchina, ma una volta al volante si rimane molto più colpiti dall’atmosfera esclusiva e dal “confort sportivo” che non dagli elementi prestazionali concreti. Il motore melodioso chiede di aprire i finestrini ad ogni accelerata ma poi non conferma agli alti regimi le promesse fatte nella parte bassa del contagiri, l’assetto prevede ammortizzatori non troppo frenati ed uno sterzo preciso ma non proprio direttissimo.
Quasi stupisce che la S5 fosse l’unica auto disponibile con cambio manuale, dal momento che sembrava la più adatta al tiptronic: la sua coppia e la sua andatura brillante ma non estrema si sarebbero accoppiati perfettamente ad un automatico in grado di farti divertire anche per un quarto d’ora con le ormai consuete palette dietro al volante. In compenso il manuale è abbastanza secco, preciso e contrastato. In definitiva, come altre Audi “S”, questa S5 è sportiva ma non cattiva, e la attesa RS5 potrebbe definitivamente consacrare questa coupè nell’olimpo delle supercar. Certo, al momento, non capisco il confronto con la BMW M3, che a parte un simile V8 4.2, è ben altra cosa quanto a grinta, prestazioni, potenza assoluta e feeling di guida.
Audi R8
L’abbiamo osservata fin dalla domenica pomeriggio, quando è giunta in autodromo nel classico grigio argento (con side bar dello stesso colore). La R8 ruba l’attenzione a tutte le auto che la circondano con le sue linee coraggiose, con tanti elementi inconfondibilmente Audi ma allo stesso tempo molti spunti stilistici inediti destinati a rimanere nel tempo. Salire a bordo rappresenta già una esperienza sensoriale di alto livello: l’effetto concept car è assicurato, il cruscotto dalle linee complesse ed avveniristiche è un pezzo di design notevole e le finiture ovviamente non lasciano spazio a dubbi. Superata l’emozione iniziale ci si rende conto che spazio, confort ed abitabilità sono anni luce dalla “cugina” Gallardo oppure una F430, ricordando molto di più lo stile Porsche (ovviamente non GT3 o altre versioni specialistiche).
Il cambio R-Tronic aiuta tantissimo a prendere confidenza con i 420Cv del V8, che suona così bene da indurre chiunque a qualche sgasata fine a se stessa in corsia box: il suono poetico del 4.2 è un elemento cardine di ogni supercar che si rispetti. Dopo pochi metri sono già stupito dalla R8: è facilissima da guidare, il primo approccio è davvero incoraggiante per una supercar e l’erogazione della potenza è rabbiosa ma controllata benissimo dal telaio. Le cambiate sono fulminee e grintose, senza arrivare alle “legnate” di un SMG3. Lo sterzo chirurgico è ovviamente molto diretto e abbastanza leggero, i freni mordono fin dai primi millimetri di corsa del pedale. L’istruttore ci concede qualche libertà in più e riesco a stiracchiare un po’ la R8, che non fa una piega neanche forzando volutamente qualche manovra: l’assetto è leggemente sottosterzante se non si insiste troppo con il gas e dà una confidenza incredibile, il motore urla ma non mette mai in soggezione, il cambio è talmente facile che finisco per salire e scendere di marcia per la sola gioia di usare i paddles. Ho percorso solo 4km del primo giro e già mi sento in confidenza con Lei, vorrei osare di più ma sicuramente inizierebbero a venire fuori i miei limiti e non certo quelli di un telaio che sicuramente potrà accogliere ben altre potenze senza fare una piega.
Rientrando ai box sono costretto a cederla ad un altro blogger, felice come me di assaporare per qualche chilometro le qualità della R8. Dopo averla guidata capisco di più le critiche che ho letto in giro per forum e riviste: chi è abituato a vetture di questo calibro troverà persino troppo perfetta e facile la R8, così precisa e bilanciata, confortevole ma grintosa: certo è che se Audi allargherà la gamma con allestimenti più estremi e motori più potenti ci sarà un concorrente molto serio per le supercar storicamente leader del mercato. Ogni riferimento a Porsche, che pure adoro da sempre, è voluto.
Audi RS4 V8 Superstar
Purtroppo qui il sedile è quello di destra, montato per l’occasione al posto della zavorra imposta dal regolamento. Gianni Morbidelli, simpatico e davvero disponibile ai box, dove non ha lesinato racconti e spiegazioni tecniche, ci ha portato in giro per Vallelunga ad un ritmo paragonabile a quello tenuto in gara, dove ha dominato. Un giro lanciato e due giri sul corto per lanciarsi e raffreddare l’auto mi hanno fatto vivere una emozione intensa e “didattica”, utilissima per capire come si guida una macchina, comunque, di derivazione stradale e come un pilota con esperienza di formula 1 e superturismo lavora nel suo “ufficio”.
A parte il caldo ed il sound, elementi imprescindibili per ogni auto da corsa, la RS4 fa letteralmente paura quanto a handling e frenata. Il motore infondo è poco diverso dalla stradale ed il cambio, violentato come si deve ad ogni passaggio, è un classico manuale con schema ad H. La trazione integrale fa letteralmente miracoli sul lento, dove spara come una fionda l’auto fuori dalle curve, mentre l’assetto digerisce inserimenti in curva a velocità incredibili, con il posteriore che allarga portando la frenata fino a poco prima del punto di corda. Il sottosterzo “genetico” della RS4 è annullato forzando un po’ l’inserimento e sfruttando ogni centimetro della pista, anche quelli apparentemente inesistenti dopo i cordoli. Gianni guida in scioltezza ed è evidente che è abituato a ben altri livelli, i movimenti sono essenziali e rapidi come solo un pilota professionista riesce a fare, sopratutto con la continuità che ti permette di inanellare giri veloci a ripetizione con scarti di pochi decimi.
Il giro finisce, un altro sorriso ti si stampa in faccia, mentre gli instancabili ragazzi del Team Audi Sport Italia mi sganciano le cinture e mi “strappano” via dal sedile in fibra di carbonio.