Jeremy Clarkson: troppo impegnativa la Porsche 997 GT2
Jeremy Clarkson ha messo alla prova la Porsche 997 GT2, traendone conclusioni un po’ diverse da quelle di altri colleghi e, sopratutto, colorandole con espressioni e commenti tipici del suo stile. Il mondo delle 911 è sempre il costante evoluzione e la GT2 rappresenta il nuovo punto d’arrivo, con 530Cv e la sola trazione posteriore
Jeremy Clarkson ha messo alla prova la Porsche 997 GT2, traendone conclusioni un po’ diverse da quelle di altri colleghi e, sopratutto, colorandole con espressioni e commenti tipici del suo stile. Il mondo delle 911 è sempre il costante evoluzione e la GT2 rappresenta il nuovo punto d’arrivo, con 530Cv e la sola trazione posteriore a rappresentare il sogno proibito degli appassionati che, inesorabilmente, si evolvono di versione in versione alla ricerca della perfezione. Tutto questo secondo lui è quasi noioso, ovviamente, tanto che arriva a paragonare Porsche alla pesca, un hobby che richiede pazienza e dedizione, al contrario di chi, volendo vivere una semplice ed enorme emozione, sceglie Ferrari o Lamborghini.
Un motore dalla potenza sconfinata, un semplice cambio a 6 marce e tanto grip: questo a suo parere è sufficiente a battere sul giro secco la 430 Scuderia (ma non dice su quale circuito) senza ricorrere agli alleggerimenti estremi della Ferrari. Un risultato strepitoso, ma il rovescio della medaglia c’è ed è pesante: la guida, specie senza controlli elettronici, è da 911 old style, condizionata dal sottosterzo in rilascio e dal sovrasterzo di potenza. Quelle cose che piacciono tanti ai porschisti della vecchia guardia, ma che secondo Jeremy rappresenta semplicemente un incubo.
Superare gli altissimi limiti di tenuta laterale siginifica al 99% perdere il controllo del posteriore, inoltre l’assetto rigidissimo diventa difficile da gestire sulle strade di tutti i giorni, dove le sconnessioni non perdonano. Persino con i controlli elettronici attivati non è impossibile ritrovarsi di traverso e le capacità di guida sono messe a dura prova: forse troppo per il livello medio di chi può permettersi un gioiello simile ma non necessariamente possiede le capacità di guida adatte. Il commento finale è laconico: troppo difficile, troppo nervosa ed impegnativa nonostante la velocità devastante di cui è capace. Eppure i rilievi cronometrici e le sfide dirette con le avversarie la descrivono come un’auto incredibilmente evoluta, ma chi se la sente di contraddire il vecchio Clarkson ?