Home Test Drive Peugeot 208: il nostro video burlesque della compatta francese

Peugeot 208: il nostro video burlesque della compatta francese

Chi l’ha detto che un’automobile non può partecipare ad uno spettacolo di burlesque?

Torniamo a parlare della Peugeot 208, una delle segmento B più apprezzate da critica e pubblico della sua categoria: i dati di vendita stanno infatti premiando a livello europeo le scelte coraggiose della casa del Leone. Dopo avervi proposto la prima parte del nostro “long term test”, ed in attesa di proporvi il resoconto definitivo degli oltre 15.000 km percorsi sulla francesina (con tanto di rilevamenti strumentali e test al banco potenza), abbiamo deciso di usare la nostra 208 per un video, breve ma intenso, assolutamente fuori dagli schemi: la piccola vettura parigina diventa infatti cooprotagonista di un piccolo spettacolo di burlesque.

Prima di lasciarvi alle immagini del video ed alla descrizione di cosa realmente sia il burlesque, vi ricordiamo che della Peugeot 208 ci hanno colpito alcune scelte stilistiche, a tratti futuristiche, sia per la carrozzeria che per gli interni. Una volta al volante della 208 ci è piaciuta la posizione di guida “ben inserita” nella vettura, con ampia visibilità su tutti i lati; ottima l’ergonomia dei sedili, molto contenitivi anche dal punto di vista laterale, associati ad un volante inaspettatamente piccolo, dal diametro sportivo e di dimensioni minori rispetto allo standard: un fattore che a suo modo amplifica la sensazione di controllo e fa apparire l’auto più maneggevole e reattiva.

Il propulsore tre cilindri, anch’esso di nuova concezione, si è dimostrato poco incline alle vibrazioni e dai medi regimi in poi capace di garantire un comfort confrontabile con quello di un quattro cilindri. I suoi principali vantaggi risiedono nel peso contenuto, nel numero di componenti ridotto al massimo e in consumo decisamente basso. Nel nostro test durato circa 5.000km abbiamo registrato una percorrenza media che varia dai 5.6 ai 7.1 litri per 100km: ovviamente il massimo dell’efficienza si ottiene nei percorsi extraurbani mentre i valori più alti si raggiungono facendo ruotare il motore verso i regimi più elevati. Ma adesso parliamo di altro…

La storia del burlesque


Negli ultimi anni, anche in Italia, è esplosa la “febbre del burlesque”; già, ma cos’è questo spettacolo di cui si sente tanto parlare? Il termine “burlesque” designa la “burla” che caratterizzava questo genere di spettacolo, nato nell’Inghilterra Vittoriana proporio per parodiare usi e costumi dell’aristocrazia da parte delle classi meno abbienti. C’era una storia, della musica, del ballo e tanta comicità, ma ben presto la figura femminile divenne il fulcro dello show.

Successivamente il burlesque approdò negli Stati Uniti ed è qui che nacquero molte delle artiste più rappresentative del genere che, sfoggiando abiti sempre più succinti, proponevano uno spettacolo di striptease sensuale, ironico e raffinato, proprio come quello che oggi conosciamo. In questa fase storica lo striptease non era contemplato: secondo le fonti solo nel 1917, quando la ballerina Mae Dix, a causa di un incidente, strappò il costume in scena perdendo buona parte del suo abito, i produttori ebbero l’ispirazione per introdurre, a tutti gli effetti, lo striptease come parte integrante dello spettacolo.

I benpensanti si scagliarono contro questa forma di spettacolo “peccamioso”: per questo le ballerine idearono degli escamotage per rendersi interessanti al pubblico “quanto bastava”, ma senza incorrere nei problemi con la giustizia. Del resto non bisogna dimenticare quelli che erano i canoni dell’epoca… Ed è così che nacquero il g-string (il tanga) e i pasties (i copri capezzoli). A partire dalla metà degli anni ’60 il burlesque uscì di scena diventando un fenomeno del passato. Con l’inizio degli anni ’90 si è tuttavia assistito ad una vera e propria rinascita di questa forma di spettacolo: le icone del genere vennero infatti riscoperte al pari delle musiche utilizzate per gli show, le fotografie, etc. etc. E ricominciarono così gli eventi legati a questo genere di esibizione.

Vanessa e il burlesque


Mi piace definire il burlesque come “arte della rivelazione”, ossia l’arte di rivelare il proprio corpo con la teatralità dei movimenti e dei gesti, con grazia. L’obiettivo non è quello di spogliarsi, bensì di eseguire la rivelazione con humor e sensualità, mescolando originalità, costumi d’epoca, acconciature, trucco scenico e accessori.

E’ questa la risposta che ci ha dato Vanessa, la protagonista del nostri video, alias “Milky Butterfly”, quando da perfetti ignoranti in materia le abbiamo chiesto di spiegarci cosa sia il burlesque. Milky, dopo una prima fase performativa, ha capito ben presto che il ruolo della starlette le andava stretto ed è così che ha iniziato a dedicarsi parallalemente alla sfera organizzativa degli eventi, diventando ideatrice e produttrice di diversi format ed al tempo stesso presentatrice delle serate che organizza. In questo scenario si colloca la partnership con l’agenzia di eventi Roma Sound Service, con la quale Vanessa ha dato vita ad un felice connubio che le ha permesso di avviare la scuola Les Rendezvous burlesque e di formare giovani performer per poi assumere il ruolo di direttrice artistica dell’agenzia.

La scuola Les Rendezvous Burlesque


“Les Rendezvous Burlesque” è un corso teorico e pratico che affronta il Burlesque “dalla A alla Z”, organizzato dalla agenzia di eventi Roma Sound Service e dalla performer Burlesque Milky Butterfly con al collaborazione di diversi docenti esterni. Miss Milky insegna le fondamenta teoriche di questa antica arte per poi passare alle basi dello strip-tease: da come sfilare un guanto ed una calza a come rendere queste azioni un atto performativo, nonchè i movimenti tipici dello stile (bumps & grinds, shimmy shake ed il famigerato tassel twirling). Si occupa, inoltre, della creazione del personaggio di ciascuna allieva.

Ad Emiliano Sicuro, fondatore di Lab Costume, laboratorio di costume per lo spettacolo, spetta il compito di istruire le aspiranti performer a realizzare un costume di scena e degli accessori di successo. Alice Onori, make up artist specializzata in trucco storico e teatrale, offre alle ragazze tutti gli strumenti per imparare a realizzare un perfetto trucco di scena, da vera Pin-Up. Ad “Appuntamenti di stile” si occupano invece di fornire “tricks”, segreti, per permettere alle allieve di realizzare acconciature di ispirazione vintage con piccole mosse.

Il burlesque e il lavoro


Il burlesque, genere di spettacolo assai di nicchia fino ad un paio d’anni fa in Italia, ha negli ultimi tempi conosciuto un exploit con lo show di Dita Von Teese a San Remo e con la trasmissione Lady Burlesque su Sky. Questo, da una parte, ha avuto l’effetto positivo di portare in auge una forma d’arte che era semi sconosciuta nel nostro Paese ma, dall’altra, ha anche portato ad una eccessiva semplificazione della stessa, con una perdita di ricercatezza nella costruzione dei personaggi, dei costumi e degli show delle ballerine; con una conseguente proliferare di performer, di eventi e di esibizioni che fuorviano il pubblico, dando un’immagine distorta del burlesque.

Il consiglio di Vanessa per chi vuole intraprendere questa strada è, in primis, di documentarsi su tutto quello che concerne il burlesque, la sua storia, le sue origini, attraverso le fonti più disparate (internet, libri, filmografia, foto, musica, etc.); in secondo luogo “di non immaginare dei facili guadagni, bensì di prepararsi a degli investimenti economici iniziali per fronteggiare la preparazione dei costumi e degli accessori di scena; infine, la linea guida nella costruzione di uno show deve essere la ricercatezza e la raffinetezza. In una solo parola “qualità”, che è l’unica carta vincente “a lungo termine” per chi vuole portare avanti una professione artistica di questo genere“.

Il video del Backstage

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