Parigi 2008: “Detto tra noi…” Prima parte
Dopo aver lottato per un posto in sala stampa, dopo aver dormito poche ore postando anche dall’hotel, dopo aver corso da uno stand all’altro per vedere tutto, eccoci alla attesissima rubrica “ma a parte tutto come sono veramente le auto del salone? ” Ok, via tutti i filtri e le cartelle stampa e iniziamo a
Dopo aver lottato per un posto in sala stampa, dopo aver dormito poche ore postando anche dall’hotel, dopo aver corso da uno stand all’altro per vedere tutto, eccoci alla attesissima rubrica “ma a parte tutto come sono veramente le auto del salone? ” Ok, via tutti i filtri e le cartelle stampa e iniziamo a parlare in libertà di quello che ci è piaciuto e NON ci è piaciuto di questo rutilante Salone di Parigi 2008, in rigoroso ordine alfabetico ed unendo i pareri dei coraggiosi blogger intervenuti.
Abarth: la Esseesse l’avevamo già vista ed è una bella conferma, la Assetto Corse promette benissimo per il trofeo in pista ma starebbe bene anche nelle gare su strada, oppure con poche modifiche persino con una targa su qualche bella strada in collina. Chissà che qualcuno non ci abbia già pensato…
Alfa Romeo: bastano modelle da urlo e la 8C Competizione a stupire? Ormai non più perché la sola Brera TI non è sufficiente per lasciare il segno. Lo stand è elegantissimo ed il rosso competizione di tutte le auto presenti è sempre un bel vedere, ma la sensazione è che ci sia tanto fumo e poco arrosto, visto che la Mi.To ormai non è più una novità assoluta.
Aston Martin: perché portare un modellino in scala 1:1 della One-77 coperto da un telo? Per caso la moda dei teaser adesso prende piede anche dal vivo ? 1 milione di sterline sono tanti soldi e le linee sembrano quelle della Vanquish-DB9-DBS: bellissima, quindi, ma forse poco diversa dalle altre per giustificare il salto. Sicuramente rimarremo senza fiato, soprattutto per i 700Cv annunciati, ma per ora rimane l’amaro in bocca.
Audi: riescono a riempire uno stand anche con la gamma non completa. Nessuna traccia del V12 TDI, né in forma statica né affogato nell’immenso cofano della Q7; nessuna traccia della TT-S, rappresentata da una “banale” TDI; nessun indizio, anche solo grafico, per guidarci verso la R8 V10. In compenso, tante di quelle novità assolute da chiedersi quando trovino il tempo per svilupparle. La sorniona S4, la baldanzosa RS6 berlina – un’arma a grosso calibro tarata per non sbagliare un colpo –, l’apatica A1 Sportback Concept e l’attraente – non per tutti – Q5. Con un arsenale di tale portata, non stupisce che la R10 venga confinata nelle retrovie, ancora sporca dopo la vittoriosa 24 di Le Mans. Nota di merito per le ragazze: restie nel concedersi ai flash, competenti e disposte ad illustrare i dati tecnici e meccanici di qualsiasi modello.
Bentley: Riponete le speranze o voi che entrate: lo stand Bentley, infatti, è un luogo di peccato e corruzione morale se visto da ambientalisti; una sorta di girone dantesco dei lussuosi per i normali automobilisti. Le tre auto esposte – Arnage Final Edition, Continental Gt e Flying Spur Speed – sono un tale rifiuto dell’eco-sostenibile da provocare sensi di colpa persino ad un cacciatore di foche. Però, una volta “spalmati” sui comodi sedili di pelle, viene da chiudere gli occhi e pensare allo stress risparmiato lasciandosi condurre quotidianamente da uno chauffeur.
Bmw: il CO2 è diventato più importante dei cavalli, l’immagine più importante della tecnologia, in certi casi. La X1 Concept è già più attraente della X3, a cui assomiglia proprio tanto, perché è più bassa e larga, ma è servita solo per mettere paura alla concorrenza, così tanto che non è neanche stato necessario comunicare quale motore avesse sotto al cofano. La Serie 7 è molto più bella della precedente e meno “bangleosa”,ma forse siamo solo noi che ci siamo assuefatti: di sicuro la compreranno tutti ibrida per sentirsi in pace con l’ambiente. Nel frattempo la Serie 3 si fregia dell’optional per rispettare le norme Euro6, anno 2014: ho come la sensazione che nel 2014 guideremo qualcosa di MOLTO lontano dalla Serie 3 attuale…
Cadillac: la CTS Sport Wagon sembra disegnata dalla stessa mano che ha creato la Saab 9.3 Station Wagon, con un gusto spiccato per gli enormi montanti posteriori, ma dimostra, se non altro, l’avvicinamento ad un gusto un po’ più Europeo. Nello stand c’era anche la chiacchierata CTS-V, sulla carta un mostro che si mangia una M5 a colazione: le manca tantissimo carisma e la presenza scenica non è a livello delle concorrenti, ma, se davvero riesce a stracciare tutto e tutti su strada, potrebbe essere la scelta giusta per chi vuole fare una esperienza diversa. Sempre se si riesce a digerirne la linea…
Chevrolet: Su tutte spicca la Volt, con la sua bella spina che fuoriesce dal parafango anteriore. Sembra impossibile che sia già definitiva, con quell’aria da concept fuori e dentro, ma se davvero la faranno senza modifiche sarà una bella gatta da pelare per tutti. La World Car Cruze era esposta con cerchi da supercar e freni da competizione, vetri scuri ed allestimenti full optional: fatecela vedere come sarà venduta ai 4 angoli del mondo e poi ne riparliamo ! Quella forse ci aiuta solo a capire come sarà nel WTCC 2009. La concept Orlando è un po’ massiccia ma potrebbe piacere, inserendosi più tra i crossover che non tra gli MPV. Gli occhi di molti erano, comunque per la Camaro, aggressiva, grossa, arrabbiata. Certo, da vicino le finiture sono da vettura media o quasi, ma il look retro-tech è impareggiabile. Ora Ford non ha scuse, la Mustang deve arrivare anche in Europa, sperando che non monti il motore di un frullatore elettrico ed una spina al posto del V8 d’ordinanza !
Citroen: La C3 Picasso è personale e curiosa al punto giusto, anche se spazio e finiture non sono al massimo, in realtà. Sorvoliamo sulle francesissima C3 Pluriel Charleston e 2Cv par Hermes, due proposte valevoli solo entro i confini d’oltralpe, ma la GT Concept andrebbe messa subito in pista tanto è incavolata e aggressiva. Interessante anche la Hypnos, escludendo gli interni caleidoscopici. E’ un buon momento per Citroen, che con la “tedesca” C5 ha fatto un bel salto di qualità, ma a questo punto una riedizione della 2Cv è praticamente d’obbligo, con annessa tecnologia ibrida che a breve troveremo anche nel frullatore di casa.
Fiat: la consistenza dello stand va ascritta alla conferenza esplicativa. Terminata quella, resta ben poco da ammirare: anche la 500 by Diesel è puro “pro forma”. Eppure lo stand può essere qualificato come “di sostanza”: è vero, non si è vista alcuna novità, ma il Pur-O2 – imprescindibile tecnologia in questa fase di transizione verso nuovi carburanti – e il sistema Start-Stop possono, da soli, convincere ben più di un acquirente colpendolo “al piede destro”. Il brand torinese, però, può fregiarsi del premio “Watussa 2008” conquistato dalla ragazza d’ebano angelo custode della candida 500: magra consolazione.
Ferrari: La California, dal vivo, è “meno peggio” che in foto. Il muso è bello, con il tetto chiuso è di una eleganza invidiabile, specie nel blu scurissimo esposto allo stand Pininfarina, ma il posteriore proprio non si digerisce. Troppo grosso, fari troppo piccoli, scarichi pacchiani. Le venderanno come il pane, ne produrranno molte meno di quanto non potrebbero fare, ma hanno ragione loro. Per fortuna basta poco per riappacificarsi con il mondo: la 430 Scuderia è sempre lì vicino. Nessuna traccia delle “One Off”: peccato, a Parigi una Ferrari firmata in esemplare unico avrebbe fatto fondere i flash dei fotografi di mezzo mondo. Bocche cucite sulla 430 Scuderia Spider, ma qualche gola profonda conferma tutto e suggerisce che gli esemplari costruiti saranno pochi, pochissimi.
Ford: il salone festeggia l’arrivo della seconda generazione della Ka. La somiglianza con la 500 non c’è nè nelle proporzioni nè in altri dettagli, ma non è certo un complimento visto che la piccola Ford sembra una Fiesta accorciata frettolosamente. Proprio la Fiesta resta l’auto più interessante dello stand, grintosa, con interni innovativi ed contenuti tecnici validi. La Focus RS se ne sta lì sul piedistallo, nel suo verde acido, tutti le guardano l’asse posteriore alla ricerca di un differenziale che, purtroppo, non c’è !
Honda: il pragmatismo e la concretezza sono esplicitate dallo stand: massima attenzione alla concept car Insight (le vetture di serie erano relegate agli angoli, quasi in punizione per rimuginare sulla coscienza ambientale) e nessuna avvenente ragazza. L’unico eccesso è rappresentato dalla presenza delle Formula 1: la “ciofeca” attuale ed una splendida monoposto degli anni sessanta. Nessuna emozione, quindi, anche se non è con il cuore che si guiderà nel prossimo lustro. Con tutte le novità pensate per l’ambiente, nei prossimi anni saremo invasi dalle H Dovremo abituarci alle sue linee: già l’averci proposto una Prius II non aiuta.
Hyundai: Poca emozione e tanta concretezza in casa Hyundai, visto che la nuova i20 è una macchina intelligente, razionale e pensata per ben figurare sui mercati mondiali, così come la serie di versioni ibride che usciranno, SUV compreso. Per fortuna c’è una certa coupè chiamata Genesis che, pur essendo nata per gli Americani, potrebbe arrivare anche in Europa, anche se come prodotto di super nicchia visto il V6 3,8 litri.
Kia: la Soul è una vettura interessante, un deciso salto in alto per un marchio che solo pochi anni fa era sconosciuto in Europa, spaziosa e sopratutto giovane, fresca, sia nel design che nei colori. I motori sono più grossi di quanto non ci si aspetti e andrà visto anche dove si posizionerà a livello di prezzo, ma avrà sicuramente da dire la sua nelle metropoli. Quando uscirà la nuova Sorento il nuovo look di Kia sarà al completo e la qualità Hyundai che c’è sotto ormai dovrebbe convincere anche i clienti del vecchio continente, specie quelli che non badano al marchio firmato e si accontentano di “elettrodomestici” motorizzati con un design carino.
Lamborghini: tutti l’aspettavano e fantasticavano sul suo aspetto. La Estoque dal vivo fa paura tanto è lunga e affilata. C’è tantissimo della Reventon e della Gallardo, i cerchi da 23″ posteriori fanno sembrare i freni carboceramici dei CD masterizzati ma non c’è che dire, il Toro doveva stupire e l’ha fatto. La logica vuole che sia prodotta proprio così come l’abbiamo vista e chissà che non anticipi le varie Panamera e Rapide tanto da farle sembrare solo delle limousine di lusso. Ferruccio ne sarebbe entusiasta, sopratutto per superare in tromba le Maserati Quattroporte S in autostrada.
Non perdete la seconda parte Lunedì 13 Ottobre !