Su strada con la Volkswagen Scirocco 1.4 TSI 160cv: perfezione sportiveggiante
Per tutti quelli che hanno almeno un “3” nella prima cifra dell’età vedere una VolksWagen Scirocco scatena una valanga di ricordi. C’era un tempo in cui a nessuno sarebbe mai venuto in mente di considerare giovanile e sportiveggiante una Golf berlina, ne tantomeno la relativa novità di considerare le fuoristrada dei mezzi per distinguersi dalla
Per tutti quelli che hanno almeno un “3” nella prima cifra dell’età vedere una VolksWagen Scirocco scatena una valanga di ricordi. C’era un tempo in cui a nessuno sarebbe mai venuto in mente di considerare giovanile e sportiveggiante una Golf berlina, ne tantomeno la relativa novità di considerare le fuoristrada dei mezzi per distinguersi dalla massa in positivo. All’epoca in VW c’era la Golf Coupè, che si chiamasse Scirocco o Corrado, ad attirare lo sguardo e i desideri di chi voleva un prodotto differente dalla classica auto del Buon Padre di Famiglia. Poi per più di un decennio questa nicchia di mercato è caduto nell’oblio e a Wolfsburg (e non solo loro) hanno cominciato a pensare che bastasse togliere le porte posteriori a una Golf per ereditare la clientela delle Scirocco.
Ovviamente, in VW si sono accorti dell’errore, e hanno corretto il tiro con questa nuova Scirocco che dal vivo, pur senza strafare con soluzioni stilistiche originali, ha tutti gli stilemi classici e filologici della piccola hatchback sportiva: bassa, larga e dai fianchi possenti. Scelta nei colori e abbinamenti giusti, magari bianca con i vetri scuri, i cerchi da 18”, la pinna sul tetto e altre raffinatissime amenità del genere ha anche una decisa dose di “ignoranza estetica” che non passa inosservata e che non potrà che solleticare l’edonismo di un certo pubblico.
Vedendola così bassa (139cm), magari affiancata al resto della gamma VW come ci è capitato quando l’abbiamo ritirata prima della prova, la domanda è stata: “Ma è possibile che ci stiano 4 persone in una “cosa” che sembra arrivare alla linea di cintura di una Touran, alle maniglie di una Touareg e fa sembrare la Golf un monovolume?”. Invece salendo a bordo si scopre cha alla VW hanno fatto un buon lavoro e la genia della piattaforma “familiare” della Golf non mente. La macchina, pur senza scialare nei centimetri, è sufficiente spaziosa e comoda per le 4 persone per cui e omologata e c’è anche un discreto spazio per i bagagli. Giusto per fare un confronto con le concorrenti il bagagliaio, con una soglia di accesso un po’ alta, è di 292 litri come quello dell’Alfa 147 mentre l’abitabilità a bordo, nelle 4 poltrone singole, è paragonabile a quella di una BMW Serie 1 3 porte, che però ha un’accessibilità migliore.
Partendo dal presupposto che stiamo parlando di una versione della VW Scirocco che parte 24.000 Euro chiavi in mano, le finiture e gli interni sono veramente di ottimo livello e quasi come quelle di un Audi A3 e persino allineate, se non in qualche particolare persino più “concrete”, di quelle di una BMW Serie 1 o di una Mercedes CLC. Certo di originalità nelle forme o di soluzioni di effetto (un po’ modaiole) non c’è traccia e tutto quello che si vede nell’abitacolo è più o meno condiviso con le restanti VAG costruite sulla medesima piattaforma. Però è tutto maledettamente fatto bene e soprattutto venduto a un prezzo di almeno 3 o 4 mila euro inferiore alle 3 auto citate precedentemente di potenza corrispondente.
La seduta è bassa e sportiva, il volante rivestito in pelle, della giusta forma e posizione. E’ praticamente impossibile non trovare la posizione perfetta e non sentirsi tutt’uno con l’abitacolo e l’auto. La visibilità è ottima davanti e di fianco. Decisamente ridotta posteriormente per un concorso di colpe fra lunotto piccolo, specchietto retrovisore dalla forma particolare, ma altrettanto piccolo e i poggiatesta integrati nelle due poltrone singole. Curioso l’effetto “panoramico” dal vetro anteriore da cui non si vede assolutamente il cofano che è basso e spiovente. Effetto normale su una berlina “familiare”, un po’ meno su un’auto sportiveggiante dal cofano ben definito come parrebbe dalle forme esterne.
Si parte. Si gira la chiave tradizionale e non succede nulla. Cioè succede quello che è sempre successo nei motori a benzina di buon livello. Anche a freddo e al minimo la loro presenza è avvertibile solo dalla linea del contagiri. Le premesse sono ottime e i comandi sono morbidi con una particolare lode alla frizione della giusta consistenza e attacco e al cambio manuale decisamente manovrabile. Anche lo sterzo è morbido in manovra, senza però essere evanescente e decisamente pastoso e preciso alle altre andature. Ottima anche la modulabilità dei freni. Insomma una di quelle auto in cui si sale la prima volta e sembra quasi che si sia scesi la sera prima.
Anche forzando l’andatura e prendendo qualche rotonda in modo volutamente “sbagliato” questo quadro di perfezione non cambia. Il MultiLink posteriore e le buone doti dello sterzo danno all’auto un comportamento neutro e talmente preciso e sicuro da chiedersi se non si sia rotta la spia dell’ESP che non si accende praticamente mai. Evidentemente è una macchina così facile e sana che bisogna proprio esagerare tanto per stuzzicarla, metterla in difficoltà e farla uscire dai suoi binari invisibili.
Il motore merita un appunto a parte, apparentemente non ha difetti, spinge sempre e il turbo lag è misurabile in qualche decimo di secondo, spinge coppioso e regolare da 1000 giri a 5000 riducendo al minimo l’uso del cambio e probabilmente consuma pure poco visto che in VI ai 130km/ora autostradali gira a 2700 giri. Praticamente un diesel senza i (pochi) residui difetti dei diesel.
Tutto perfetto quindi? Apparentemente si, ma solo se pensiamo al lato razionale di un auto. Se invece cominciamo ad entrare nel campo soggettivo delle emozioni e del piacere di guida possiamo tranquillamente dire che chi oggi ha una BMW 120i o un’Alfa 147 o GT 2.0i troverà la Scirocco 1.4 TSI 160cv emozionante come un “velocissimo elettrodomestico”. Ovviamente si tratta di sensazioni personali che non tolgono nulla al successo di pubblico e di critica dei fan della “sportività” Made in VAG, che troveranno la Coupè di Wolfsburg assolutamente all’altezza del suo nome e delle sue concorrenti interne e esterne, anche se chi ha o ha avuto una Golf IV 1.8 GTI 150cv troverà la Scirocco 1.4 FSI apparentemente asettica.
Però questo è proprio il Peccato Originale che fin dagli anni ’70 ha sempre tarpato le ali al successo della Scirocco. Al di là della linea e dell’estetica accattivante non c’è una reale e sostanziale differenza di guida con la Golf o con l’A3. Quindi la Scirocco può essere bellissima, perfetta, andare benissimo, costare il giusto ed essere filologicamente corretta ma dovrà sempre fare i conti con delle sorelle ingombranti che verranno preferite per il nome, la razionalità e la rivedibilità (Golf) o per la nobiltà del Marchio e la qualità (Audi A3 3 porte). Unica riserva nel giudizio è il fatto che a breve sarà disponibile come optional la Regolazione Adattiva dell’Assetto (PDD 736 Euro) che in teoria dovrebbe diversificare il comportamento in base desideri e dare qualche emozione in più nel settaggio sportivo.