Mercedes Classe E Cabrio e Coupè: il downsizing che convince
Mercedes sale, Bmw scivola, Audi arretra anche se resta leader: così a Maggio e nei primi cinque mesi, in Italia come in tutta Europa. La gara però è sempre aperta e le marche “Premium” hanno buone armi e danno sempre spettacolo.
Non è una novità, del resto, che anche in tempi di crisi acuta i migliori prodotti di lusso si difendano meglio. Solo il mese scorso Mercedes è riuscita ad accelerare del 9% sul mercato nazionale e del 2,3% su quello europeo nei primi cinque mesi di quest’anno, tallonando a un’incollatura la Audi dopo aver superato Bmw che pure sparano novità a oltranza.
Si fanno sentire la regia e la determinazione di Dieter Zetsche, dinamico neo sessantenne che guida il gruppo tedesco “ereditato” da Jurgen Schrempp nel 2006 in condizioni, diciamo, non del tutto ottimali. Dalla rivoluzione Classe A, alla nuova Classe E, alla CLA, per citare solo gli ultimi esempi di una concreta creatività mirata ai tempi e ai mercati mondiali, non si è negato neppure il più rischioso investimento nel restyling delle versioni coupé e cabrio della Classe E (il gioiello di famiglia che dal ’78 ha conquistato 13 milioni di clienti), una nicchia che per la Casa vale comunque un buon 10% delle vendite.
Coupé e Cabriolet, dunque, “un sogno ora possibile” le definisce Eugenio Blasetti responsabile marketing del prodotto ma soprattutto raffinato conoscitore e appassionato dell’auto e delle due ruote. Naturalmente, tutto è relativo quando si parla di quattrini perché le Mercedes coupé e cabrio, più che attraenti per gli amanti della categoria, restano comunque sogni proibiti per chi non ha un budget di “almeno” 42.000 euro per la coupé e 47.000 per la cabrio, da investire sul piacere di un’automobile di “nicchia”. E, just in case, un’adeguata denuncia dei redditi da esibire.
Soprattutto se, in più, quelle auto ostentano sulla calandra la vistosa stella della Mercedes, fedele depositaria di una tradizione quasi centenaria. E un’abile strategia di mercato, come sottolinea ancora Blasetti, in termini di “downsizing” che non può e non deve provocare “frustrazioni” anche nel cliente più viziato. Design ammorbidito e tondeggiante al posto degli spigoli vivi, più aggressivi forse, ma meno eleganti, allestimenti AMG pur in assenza di una specifica motorizzazione che ha deluso molti ma che sarebbe stata esagerata alterando la media dei listini.
Ancora, tecnologia al massimo (intelligent drive), mirata in gran parte alla sicurezza esattamente come sulla berlina, che tiene conto di tutto ciò che accade a 360 gradi all’esterno delle vetture, sente e comunica tutto prevenendo ogni distrazione. La lista è infinita ed è difficile cercare cos’altro si potrebbe chiedere. E poi i motori, da 184 a 408 Cv in una scala di 4 per i benzina e tre per i diesel da 170 a 250 Cv tutti tarati ex novo in funzione di consumi ed emissioni sorprendentemente ridotti rispetto alla precedente edizione del 2009.
Un plauso personale alla cabrio per la giustissima scelta della capote in tela (a tre strati e perfetto isolamento) senza lasciarsi tentare dalla attuale formula del tetto rigido secondo lo schema in voga CC coupé/cabrio. Con il vantaggio in più di un cofano bagagli che a vettura chiusa resta del tutto disponibile insieme ai 4 posti.
Valeva la pena provarle fra Roma e Porto Ercole all’inizio di un’estate stentata come questa: qualche ora per dimenticare la crisi sapendo che le cose belle continuano ad esserci in attesa di tempi migliori. Ed è stato come sempre piacevole scambiare due chiacchiere con Blasetti davanti alla telecamera per condividerle con voi.