BMW Z4: ecco le prime impressioni di guida della stampa internazionale
Le prime impressioni di guida della nuova BMW Z4 erano attese da tempo: gli appassionati del modello, e non solo, sono infatti molto curiosi di conoscere se l’apparente “imborghesimento” che ha investito la spider bavarese, ne abbia pregiudicato in parte o totalmente il rinomato piacere di guida. Abbiamo quindi raccolto in un piccolo sunto le
Le prime impressioni di guida della nuova BMW Z4 erano attese da tempo: gli appassionati del modello, e non solo, sono infatti molto curiosi di conoscere se l’apparente “imborghesimento” che ha investito la spider bavarese, ne abbia pregiudicato in parte o totalmente il rinomato piacere di guida. Abbiamo quindi raccolto in un piccolo sunto le prime sensazioni della stampa internazionale al volante della Z4 3.0 biturbo da 306 CV, attuale top di gamma.
Autocar ritiene che la nuova sportiva BMW abbia compiuto un passo in avanti sotto il punto di vista del confort avvicinandosi alla SLK e allontanandosi dalla Boxster. La potenza del propulsore biturbo sembra annullare i tanti kg di differenza che la separano dalla vecchia generazione di Z4 e le permette di bruciare lo 0-100 in appena 5.1 secondi: meglio della Boxster S. I cerchi da 19 abbinati all’assetto ribassato di 1 cm donano un fascino maggiore alla roadster BMW ma non aiutano il bilanciamento complessivo. Portando al limite la vettura su curve a raggio costante (controlli elettronici disattivati), la Z4 passa da un prevedibile sottosterzo ad un repentino sovrasterzo nel momento in cui si lascia il pedale del gas: è sicura ma poco eccitante. Forse con i cerchi da 17 andrebbe meglio. Anche lo sterzo elettroattuato non è esente da difetti: il problema maggiore è quello della carenza di feeling. Decisamente migliorato il comparto sospensivo ora capace di garantire un ottimo controllo della scocca con una maggiore dose di confort ed attuabilità a tutte le superfici. In definitiva però la vettura non è così coinvolgente come il prezzo potrebbe far pensare.
Car esordisce affermando che la nuova Z4 è sicuramente una vettura molto valida ma piuttosto differente dal modello che va a sostituire. Buttandola su una serie di curve in sequenza si potrebbe avere l’impressione che questa decappottabile sia una buona “driver’s car”: secondo la rinomata rivista inglese non lo è propriamente, ma rimane comunque una vettura divertente nonché un perfetto compromesso per la clientela (specialmente per quella recente) BMW. L’avantreno sembra essere molto distante e presto si scopre che l’esperienza di guida che la nuova Z4 assicura è tutta nel gettare le ruote anteriori in una curva piuttosto che provare a giocare col posteriore. C’è un ottimo grip all’avantreno e non si fatica a percepire il limite della vettura che, se superato, sfocia in un prevedibile sottosterzo. E’ a questo punto che il retrotreno sembra pronto per l’azione anche se non vuole mai realmente giocare (a causa della mancanza di un LSD); ma il bilanciamento della vettura rimane coinvolgente: nonostante il maggior peso rispetto alla vecchia generazione è piacevole stare sulla Z4 che non vacilla neppure quando si fa sul serio. Per il resto motore (il 3.0 biturbo), freni e assetto, più civilizzato rispetto alla vecchia generazione, sono di alto livello. E’ una roadster divertente per i guidatori alle prime armi ma non perfetta per quelli più navigati che sicuramente preferirebbero una maggiore interazione e una superiore comunicatività.
Car and Driver si sofferma invece sulle doti del propulsore 6 cilindri in linea biturbo davvero lodevole per spinta ed erogazione. Il telaio è ben bilanciato e i movimenti del corpo vettura sono sempre armonici e controllati. L’handling è prevedibile e dona precisione alle basse velocità e confidenza quando aumentano i ritmi. Lo sterzo è pesante e diretto nella giusta maniera ma sembra un po’ isolato dalla strada. La Z4 si muove vivacemente sulle strade tortuose ma appare, complice lo scarso feeling dello sterzo e la posizione di guida quasi a cavallo delle ruote posteriori, più prudente che giocherellona. Mentre ci si aspettava qualcosa in più dai freni che, nonostante i dischi di generose dimensioni, hanno accusato una certa stanchezza dopo qualche decisa frenata.