Autobianchi Y10: l’auto che “piace alla gente che piace” compie 25 anni
Al Salone di Ginevra del 1985 fu presentata la Y10, l’auto che nei listini di Autobianchi e Lancia prima affinancò e poi sostituì la A112. L’Autobianchi Y10 fu progettata sulla piattaforma della Fiat Panda, nata cinque anni prima, entrambe sotto la gestione di Vittorio Ghidella, a quei tempi capo di Fiat Auto e artefice dei
Al Salone di Ginevra del 1985 fu presentata la Y10, l’auto che nei listini di Autobianchi e Lancia prima affinancò e poi sostituì la A112. L’Autobianchi Y10 fu progettata sulla piattaforma della Fiat Panda, nata cinque anni prima, entrambe sotto la gestione di Vittorio Ghidella, a quei tempi capo di Fiat Auto e artefice dei successi del Lingotto negli anni ’80. La Y10 si presentò alla kermesse elvetica con una linea moderna, concepita dal Centro Stile Fiat, il cui elemento caratterizzante era la coda tronca, con il portellone in materiale plastico di colore nero, indipendente dalla tinta della carrozzeria.
La Autobianchi Y10 era una vera e propria citycar, come testimoniavano le dimensioni molto compatte. Era lunga 339 cm, larga 151 cm e alta 143 cm, mentre il passo misurava 216 cm. La vettura debuttò sul mercato nella seconda metà del 1985, accompagnata dallo spot con protagonista la donna sexy robot. Nel video, la Y10 fu soprannominata ‘Robotica’, in quanto rappresentava “La Città del futuro”, slogan scelto per la campagna del lancio commerciale. A seconda dei mercati, l’auto aveva due anime: infatti, la Y10 venne commercializzata con il brand Autobianchi solo in Italia, Francia e Giappone, mentre per tutti gli altri fu scelto il brand Lancia, più conosciuto e rinomato proprio in quel periodo.
Al momento del lancio, la gamma dell’Autobianchi Y10 era composta da tre versioni. Come entry level si poneva la Y10 fire, equipaggiata con il motore 1.0 da 45 CV. La versione intermedia era rappresentata dalla Y10 touring, mossa dal propulsore 1050 – prodotto da Fiat in Brasile – da 56 CV e caratterizzata dagli interni in Alcantara. Invece, al top di gamma si collocava la Y10 turbo che, grazie al motore 1050 sovralimentato da 84 CV, raggiungeva una velocità massima di 180 km/h, accelerando da 0 a 100 in 9,5 secondi. Tutte le motorizzazioni erano abbinate al cambio meccanico a 5 marce. Gli interni erano ben equipaggiati e più ricchi della Panda, quindi votati all’eleganza.
Nonostante i buoni propositi e le grandi aspettative, la Y10 faticò ad imporsi sul mercato nel primo periodo di commercializzazione. I potenziali clienti giudicavano troppo alti i prezzi di listino della nuova citycar di Desio, anche se giustificati da una dotazione di serie molto completa per l’epoca che comprendeva, tra i tanti, anche i quattro vetri elettrici, configurazione insolita per un’auto a tre porte. Il management di Lancia corse ai ripari a fine ’85 introducendo la nuova gamma, arricchita anche dalla versione Y10 LX. Ma l’asso nella manica furono la nuova campagna pubblicitaria e l’operazione di product placement.
La Y10 fu la protagonista del cinepanettone Yuppies, come auto di Ezio Greggio in versione “turbo” mentre per Jerry Calà fu scelta una semplice “fire”. La nuova campagna pubblicitaria, invece, prevedeva un nuovo spot, con protagonisti vari personaggi famosi, tra cui Jerry Scotti, Sergio Castellitto, Massimo Ranieri, Heather Parisi, Stefania e Amanda Sandrelli, Ruud Gullit, Carol Alt etc. L’intro era accompagnato dallo slogan “A ciascuno la sua”, mentre il claim “Piace alla gente che piace” divenne subito un tormentone, anche perché riassumeva efficacemente le caratteristiche peculiari della vettura, diventata alla fine un’auto di successo e alla moda.
Nel 1986 debuttò anche la Y10 4WD, versione a trazione integrale mossa dal motore 1.0 fire da 50 CV e progettata, in collaborazione con l’austriaca Steyr, sulla base della Fiat Panda 4×4. La piccola di Autobianchi è stata realizzata in numerose versioni speciali. La prima risale al 1987 con la Y10 Fila, poi sono arrivate le varie Martini turbo, Missoni, Mia, Ego ed Avenue. Nel 1989 è stata introdotta la seconda serie, riconoscibile per gli indicatori di direzione bianchi, i fari posteriori fumé e la calandra cromata. Inoltre, i propulsori 1050 aspirato e turbo furono sostituiti dal 1.1ie fire da 56 CV e dal 1.3ie da 76 CV della Y10 GT. Debuttò anche la Y10 Selectronic, equipaggiata con cambio CVT.
Nel 1990 arrivarono le versioni catallizzate, identificate dalla denominazione Europa. Invece, due anni più tardi, arrivò la terza serie, accompagnata da un restyling piuttosto marcato e dal nuovo slogan “Dove passa, accende”. La nuova gamma era composta dalle versioni base, Elite, Avenue, Selectronic e 4WD. Verso la fine del ’94, la Y10 fu sottoposta all’ultimo aggiornamento. Arrivarono i nuovi allestimenti Junior in sostituzione della Y10 base, Mia, Igloo con climatizzatore, Ville in sostituzione della Selectronic e Sestrieres in sostituzione della 4WD. Furono confermate le versioni Elite ed Avenue, mentre i propulsori furono adeguati alla normativa Euro 2.
Nel 1995 iniziò l’assemblaggio della sostituta, denominata Lancia Y, ma la Y10 rimase in commercio fino a tutto il ’96, quando uscì definitivamente di produzione. Con l’Autobianchi Y10 non se ne andò solo un’auto alla moda venduta in più di 850.000 unità, perché oltre alla vettura fu soppresso anche lo storico brand Autobianchi, mentre le catene di montaggio dell’impianto di Desio si fermarono già quattro anni prima, quando la produzione della Y10 fu spostata nell’impianto Alfa Romeo di Arese, anch’esso privato delle proprie creature.
L’Autobianchi Y10 è stata una delle protagoniste di Retromobile 2010, l’evento tenutosi a Parigi dal 22 al 31 gennaio scorso. Alla trentacinquesima edizione della kermesse è stata esposta la Y10 turbo AC, specialissima edizione della citycar di Desio, allestita nel 1987 da André Chardonnet – storico importatore di Fiat e Lancia in Francia – per poter partecipare al Gruppo N. La vettura è equipaggiata con cerchi in lega dedicati da 13 pollici ed è mossa dal motore 1050 turbo da 125 CV che spinge la vettura fino ad una velocità massima di 201 km/h, coprendo lo spunto 0-100 in 8,7 secondi. Ne sono stati realizzati solamente due esemplari il cui prezzo, 23 anni fa, si aggirava sui 100.000 franchi, pari a 30 milioni di lire dell’epoca. L’esemplare di Autobianchi Y10 turbo AC esposto all’evento parigino è l’unica sopravvissuta.