Home Notizie Cessione Opel: “Il piano Fiat non è convincente” secondo i sindacati tedeschi

Cessione Opel: “Il piano Fiat non è convincente” secondo i sindacati tedeschi

Il leader del sindacato tedesco dei lavoratori Opel ha dichiarato senza mezzi termini che il piano di acquisizione Fiat non è convincente né sul fronte finanziario né su quello lavorativo, in quanto prevede tagli al personale per 9000-10.000 persone in Europa.Klaus Franz ha spiegato che Marchionne, diversamente da quanto dichiarato in maniera ufficiale, gli avrebbe


Il leader del sindacato tedesco dei lavoratori Opel ha dichiarato senza mezzi termini che il piano di acquisizione Fiat non è convincente né sul fronte finanziario né su quello lavorativo, in quanto prevede tagli al personale per 9000-10.000 persone in Europa.

Klaus Franz ha spiegato che Marchionne, diversamente da quanto dichiarato in maniera ufficiale, gli avrebbe riferito che la fabbrica di motori di Kaiserslautern dovrà essere chiusa, così come altri siti produttivi europei. “Il progetto di finanziamento inoltre non è convincente. Secondo me Fiat sta rischiando tutto”, ha concluso pessimista Franz, intervistato da Reuters dopo l’incontro con Marchionne.

Il manager del Lingotto inoltre “vuole costruire un operatore globale finanziato con i soldi dei contribuenti americani e tedeschi”, sempre a detta di Franz. Fiat ha un debito netto di 6,6 miliardi di euro, e come comunicato ieri dal Ministro dell’Economia tedesco, l’accordo richiede un finanziamento di 5-7 miliardi di euro, circa il doppio rispetto ai 3,3 miliardi chiesti da Opel in aiuti di Stato.

Nuova Opel Astra - prime immagini ufficiali
Nuova Opel Astra - prime immagini ufficiali
Nuova Opel Astra - prime immagini ufficiali
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Secondo il leader sindacale inoltre, che si è lasciato andare a ruota libera contro il piano Fiat, a Torino sarebbero solo interessati alle piattaforme di Astra e Insignia, le quali consentirebbero di realizzare medie e medio-piccole in grado di ottemperare alle norme americane sui crash. “La filosofia “più grande è meglio” è fallita con General Motors e DaimlerChrysler”, ha osservato infine Franz.

Il rappresentante dei lavoratori ha aggiunto di aver avuto colloqui costruttivi con Frank Stronach di Magna e di avere in programma incontri con altri potenziali investitori, aggiungendo di essere disponibile a un secondo vertice con Marchionne, nei confronti del quale “non è ostile”.

Sarà. Ma la dichiarazione conclusiva sembra smentire le precedenti, e lascia trapelare una malcelata inclinazione favorevole nei confronti degli austriaci: “Chiunque ritiene che sopravviveranno solo le società che nascono da mega-fusioni, favorirà Fiat. Ma chiunque crede nell’innovazione, nella flessibilità e nelle economie di scala favorirà Magna”.

Tutti gli interessati hanno diritto legittimo a pensarla come credono sulla vicenda, tanto più che qui sono in ballo i destini lavorativi di decine di migliaia di dipendenti e la futura sussistenza delle relative famiglie. Ma è evidente che dietro un’imparzialità di facciata, dettata dall’assoluta necessità di non turbare in alcun modo le trattative, si nasconda una chiara preferenza verso uno dei due concorrenti nella rincorsa. Che alla fine potrebbe rivelarsi determinante.

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